Meloni silura la legge sul green deal europeo
- Postato il 23 ottobre 2025
- Politica
- Di Libero Quotidiano
- 1 Visualizzazioni

Meloni silura la legge sul green deal europeo
C'è anche il Green Deal nel mirino del governo italiano. In vista del Consiglio europeo che di oggi e domani, Giorgia Meloni, nel relazionare il Parlamento, ha usato parole chiare sull'argomento: «L'Italia sostiene un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni», ma avverte, «il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo è continuare a rincorrere un approccio ideologico, e pertanto irragionevole, che impone obiettivi insostenibili e irraggiungibili, che producono danni al nostro tessuto economico-industriale, indeboliscono le nazioni europee e rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione europea». Per questo Meloni è stata chiara: «L'Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge Clima europea così come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambiamento di approccio».
Il premier indica tre ambizioni nei quali l'azione del governo farà pressione in Europa. In primo luogo un'eventuale modifica della Legge sul Clima dovrà contenere gli strumenti per raggiungere gli obiettivi senza fare a pezzi la nostra economia, a vantaggio di altri Paesi «che fanno salti di gioia di fronte alle follie verdi che ci siamo autoimposti». In secondo luogo l'Italia chiederà che «questo cambio di approccio preveda una piena applicazione del principio della neutralità tecnologica a tutta la legislazione climatica Ue, a partire da quella relativa al settore automobilistico e dell'industria pesante, dove esiste un limite tecnico alla transizione». E ancora: «Dobbiamo rimanere aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035».
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44669795]]
Questo vorrebbe dire «garantire la sopravvivenza del motore endotermico e quindi salvare gran parte della nostra filiera dell'automotive e del gas». Il terzo ambito nel quale l'Italia vuole incidere in tema di Green Deal «è quello delle risorse. Perché - spiega Meloni- nessuna transizione è davvero possibile senza stanziare le risorse adeguate». In definitiva, chiudendo sul tema il premier: «Chiediamo un intervento coraggioso alla Commissione per correggere un ampio numero di scelte azzardate compiute in passato con il Green Deal, che oggi stanno mostrando tutti i loro limiti. Diversamente - avverte Meloni - l'Italia non è pronta a sostenere nuove iniziative autodistruttive e controproducenti per perseguire gli interessi di bizzarre maggioranze parlamentari in Europa».
Quello delle emissioni non è stato l'unico ambito nel quale il governo italiano ha segnato un netto distinto rispetto a quello europeo. Meloni ha citato anche quello della semplificazione normativa. Meloni spiega che «serve un semplificare ulteriormente il quadro normativo europeo e di sostenere la competitività del nostro continente». Su questo tema, rivela il premier «insieme al cancelliere Mertz ea circa altri 15 leader europei, ho indirizzato una lettera al presidente von del Leyen per accelerare ulteriormente la semplificazione sulla base di tre principi: revisione dell'intera normativa europea (tema sul quale Meloni ha preso il plauso del leghista Borghi, ndr); la cancellazione della regolamentazione non necessaria; il contenimento all'essenziale delle nuove proposte legislative».
Un ultimo tema toccato nelle repliche dalla Meloni è stato quello relativo alla posizione del governo italiano rispetto alla proposta di modificare il processo decisionale, passando da quello attuale che richiede l'unanimità dei Paesi membri a quello a maggioranza. Anche qui Meloni è stata netta: «Non sono favorevole ad allargare il voto a maggioranza all'interno delle istituzioni europee. Perché certo varrebbe per l’Ucraina e sarebbe utile per l’Ucraina, ma varrebbe anche per molti altri temi. E su molti altri temi, le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali». Per questo «la mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani, quindi- ha concluso- non intendo formulare la proposta di una revisione dei trattati nel senso di allargare il voto a maggioranza in luogo dell'unanimità».
Sul tema Green Deal è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini: «Leggere ciò che scrive in queste ore la von der Leyen suscita in me due sensazioni: la prima è una micro soddisfazione, perché meglio tardi che mai, ma anche rabbia perché in questi anni da soli o quasi lo gridavamo». E ancora: «Ci siamo castrati da soli e ora la baronessa von der Leyen se ne accorge. Questa è incompetenza o malafede, ma entrambe non ce le possiamo permettere. Il Green Deal è una cazzata, va azzerato, altro che approccio morbido e progressivo, le nostre imprese non se lo possono permettere».
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:44679911]]
Continua a leggere...