Mentre Trump si defila, Putin rilancia la guerra totale: «La Russia non farà marcia indietro»
- Postato il 4 luglio 2025
- Di Panorama
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Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncia un disimpegno, il capo del Cremlino Vladimir Putin accelera l’avanzata. L’esercito russo sta ampliando le operazioni sul terreno e intensificando le incursioni aeree sulle aree urbane dell’Ucraina, proprio mentre l’invasione entra nel suo quarto anno consecutivo. In parallelo, la recente decisione di Washington di sospendere la fornitura di determinati armamenti a Kiev rappresenta per Mosca un’opportunità strategica per minare il sostegno occidentale all’Ucraina. Durante un colloquio telefonico con Trump, Putin ha rigettato ogni appello a una de-escalation, ribadendo che gli obiettivi russi non sono cambiati dall’inizio del conflitto: riaffermare la supremazia di Mosca su Kiev e costringere i Paesi occidentali a ritirare l’assistenza militare. «Il nostro leader è stato chiaro: Mosca porterà a termine i propri scopi, ovvero rimuovere le radici del conflitto attuale», ha affermato Yuri Ushakov, consigliere della presidenza russa, citato dall’agenzia TASS. «La Russia non farà marcia indietro».
Poche ore dopo la conversazione, una nuova ondata di droni e missili si è abbattuta sulla capitale ucraina, provocando almeno 23 feriti e costringendo i residenti a rifugiarsi per tutta la notte. La strategia russa sembra mirare all’erosione della volontà e delle risorse belliche ucraine, con attacchi continui che prendono di mira anche i civili, mentre il principale alleato occidentale di Kiev sembra frenare l’impegno. Tra le forniture americane ora sospese vi sono i sistemi di difesa antiaerea che avevano protetto le città ucraine dai raid precedenti. In attesa di nuove aperture diplomatiche – al momento non previste – Putin ha dichiarato tramite Ushakov di essere disposto a negoziare. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che discuterà con Trump del proseguimento dell’assistenza militare statunitense nei giorni a venire. «Speriamo che il supporto degli Stati Uniti continui: l’Europa da sola non può fornirci determinati mezzi, come i sistemi Patriot, gli unici in grado di intercettare i missili balistici russi», ha spiegato Zelensky alla stampa. Secondo gli analisti militari, questi sviluppi stanno rafforzando la convinzione russa di poter reggere una lunga guerra di logoramento. «Kiev dovrà razionare risorse e armamenti, e ciò potrebbe accelerare l’avanzata russa», afferma un’analisi dell’Institute for the Study of War con sede a Washington.
Attualmente circa 50.000 soldati russi sono stati concentrati nella regione settentrionale ucraina di Sumy, a circa 19 km dalla città principale. I comandi militari ucraini riportano che Mosca dispone lì di una superiorità numerica di circa tre a uno. Sebbene le forze di Kiev siano riuscite a contenere l’avanzata, la pressione russa ha aggravato le difficoltà dovute alla carenza di personale e alla necessità di difendere l’intero fronte di oltre 1.200 km. Tuttavia secondo il Wall Street Journal, i progressi russi risultano lenti e a caro prezzo. L’ultima conquista significativa, Avdiivka, risale al febbraio 2024. Secondo alcuni analisti, l’obiettivo di Mosca oggi non sarebbe tanto la conquista territoriale, quanto logorare le capacità militari ucraine e fiaccare la solidarietà internazionale.
Il comandante ucraino Oleksandr Syrskiy ha dichiarato al Walla Street Journal che il Paese non può vincere restando sulla difensiva. «Non resteremo immobili a subire passivamente», ha dichiarato alla stampa.Nel frattempo, la capitale e altre città subiscono un’impennata di attacchi con droni e missili, che seminano terrore e distruzione tra i civili. «Il nemico vuole colpire la popolazione con la paura», ha denunciato il capo del servizio di sicurezza ucraino, il generale Vasyl Maliuk. L’aeronautica militare ha reso noto che la maggior parte dei missili è stata intercettata, ma quelli che sono passati hanno distrutto edifici e abitazioni. Zelensky ha commentato con durezza gli ultimi raid: «Senza una pressione forte e costante, la Russia continuerà a comportarsi in modo barbaro. Ogni attacco contro la popolazione civile deve essere punito con nuove sanzioni, colpendo l’economia, le entrate e le infrastrutture russe». L’Ucraina, da parte sua, ha intensificato gli attacchi in profondità sul territorio russo. I droni a lungo raggio hanno colpito obiettivi militari e industriali a costi contenuti, ma con effetti devastanti per Mosca. Syrskiy ha affermato che i danni inflitti sono fino a 15 volte superiori al costo dei droni impiegati. Giovedì l’esercito ucraino ha annunciato di aver distrutto un deposito di munizioni nella regione occupata di Donetsk. Martedì, droni ucraini hanno colpito una fabbrica a Izhevsk, sede di produzione di droni e sistemi antimissile. Il 28 giugno, un attacco ha centrato un sistema di difesa e tre elicotteri in Crimea, mentre il giorno precedente erano stati colpiti due jet Su-34. Bersagli degli attacchi non sono solo infrastrutture, ma anche figure chiave. Giovedì, Mosca ha confermato la morte del vicecomandante della Marina, il generale Mikhail Gudkov, ucciso nella regione di Kursk, vicino al confine. Siti vicini all’intelligence ucraina avevano già riportato che era stato colpito in un attacco missilistico contro un posto di comando.