Mercato aperto a campionato Serie A in corso, perché è questione dagli impatti da non sottovalutare

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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C’è un quesito che ricorre, con la giusta proporzione di retorica che occorre miscelare, ad ogni epilogo della sessione di mercato in corso e che scala posizioni complice il paradosso abbinato. Una domanda che – nel caso specifico – è stata scatenata da un addetto ai lavori, un direttore sportivo come accaduto, oppure un giocatore che pur essendo rappresentato dall’altra metà del cielo (i procuratori) vanta esperienza e professionalità.

La questione che verte , insomma, sull’opportunità di consentire manovre a campionato iniziato costituisce un tema. Una sorta di stop riflessivo nel mezzo delle trattative – anche in questa sessione estiva 2o25 – che vorrebbe, al contrario, una sua centralità a valori e variabili fissati. E non quando si è travolti dall’onda dei contratti e delle occasioni a parametro zero, negli incroci e nelle iperboli dell’ultimo minuto o nelle verifiche dei contratti depositati.

Mercato chiuso a campionato al via: la Spagna contro

Se caliamo la filosofia di approccio alla questione, cioè se è giusto o meno apportare modifiche in corso quando è già incominciata la Serie A e non solo (cosa avvenuta anche quest’anno), i fattori da considerare risultano molteplici.

In primis la questione, una sorta di tormentone, ha una sua ragione d’essere sul piano istituzionale attivando tavoli di lavoro che il presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli ha sviscerato e illustrato, in parole semplici, non più tardi del 25 agosto scorso:

“Abbiamo provato a far chiudere il mercato prima dell’inizio del campionato, sono andato personalmente a Londra per incontrare l’amministratore delegato della Premier League, Richard Master, Bundesliga e Ligue 1 erano d’accordo, ma la Liga si è opposta”, ha risposto interpellato sull’argomento Simonelli, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.

Un tavolo che ha evidenziato come sia stata valutata l’ipotesi di mettere in un intervallo temporale che anticipa l’avvio dei singoli campionati, l’insieme degli affari e trattative ma che non ha trovato fino ad ora una visione comune, anche economica.

“Essendo dei campionati interconnessi, se non prendiamo una decisione tutti insieme non si può fare, si correrebbe il rischio di perdere un giocatore senza poi poterlo sostituire. Ci stiamo lavorando, speriamo l’anno prossimo di convincere il presidente della Liga Tebas, una persona molto intelligente ma anche molto difficile”.

La Spagna pesa di più, con la sua Liga, rispetto al resto dell’Europa calcistica? Quale sarebbe poi l’umore degli altri attori che in questi giorni si sono esposti, tra allenatori e direttori, dopo questo debacle? Per motivazioni differenti, chi ha deciso di rompere il silenzio è per sostenere la chiusura anticipata.

Dirigenti e allenatori, gemelli diversi

Concetto che con l’occasione di un microfono, ha deciso di porre pubblicamente anche Giovanni Carnevali amministrator delegato del Sassuolo a Sky Sport dopo la chiusura ufficiale della sessione estiva, ieri sera alle 20.
“E’ da anni che insisto: il mercato deve terminare prima dell’inizio del campionato. C’è tempo a sufficienza, poi c’è anche il rischio di sbagliare facendo operazioni all’ultimo. La Spagna si è opposta? Deve esserci compattezza tra le 4 Leghe”.

Per arrivare poi agli estremi (per la trasparenza e non per il tono), come la dichiarazione rilasciata da Vincenzo Italiano che ha definito il mercato a campionato iniziato “Follia pura”. “La mattina della partita ci sono calciatori al telefono con i procuratori, alcuni non vogliono giocare. Non può esistere una cosa del genere”, aveva detto quando è stata la volta della sfida del Bologna alla Roma.

Opinione più o meno condivisa anche dallo stesso Igor Tudor, che il mercato ha aiutato e non poco con i colpi di Damien Comolli che hanno compattato e reso più organica e razionale la sua rosa e da altri tecnici che, come si può intuire, non amano ritrovarsi con soluzioni non contemplate o giocatori che non erano quelli richiesti.

Il fattore liquidità

Quanto si può spendere è una questione correlata, dipendente da diritti tv, abbonamenti e situazione dei singoli club che sarebbero indotti a spendere in una fase finale della sessione di mercato proprio per via della liquidità.

In termini semplici, chi ha da investire incomincia in anticipo, chi deve attendere di vendere/cedere può trovarsi nella condizione di non disporre di quel capitale e deve aspettare. Magari l’ultimo giorno utile per poter riparare o inserire i giocatori mancanti all’appello.

Il ruolo dei tecnici e il rischio separati in casa

Dunque la questione non può non partire dalle leghe tra loro per via delle relazioni, in ottemperanza anche ai diritti degli stessi giocatori, e dalla volontà delle stesse società di porre un limite, anticipare anche solo di una settimana per scendere in campo con le squadre definite e attingere al mercato, svincolati o meno, quando si presentano solo specifiche situazioni normate.

Un primo passo utile ad evitare situazioni, forse, da separati in casa tra società e allenatori insoddisfatti (pensiamo poi anche alla norma sul ri-tesseramento) che rischiano di trovarsi a dover centrare obiettivi irraggiungibili o calciatori inseriti senza alcun reale bisogno o motivazione e essere costretti ad arrivare, così, a fine stagione.

Autore
Virgilio.it

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