Mercato auto UE e USA sotto assedio: margini in calo, mentre la Cina avanza

  • Postato il 19 giugno 2025
  • Di Panorama
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Aleggava la figura di Luca De Meo nella sala riunioni della sede milanese della società di consulenza Alixpartners. L’occasione era la presentazione alla stampa del celebre rapporto annuale sullo stato di salute dell’industria automobilistica mondiale, ma inevitabilmente qualche battuta è stata riservata alle improvvise dimissioni del manager italiano dai vertici di Renault, da lui rilanciata e abbandonata per passare al lusso di Kering.

«De Meo è un uomo intelligente, è uscito al momento del suo maggior successo» ha commentato Dario Duse, numero uno di Alixpartners in Italia. Duse ha ricordato che nel settore del lusso sono numerosi i manager provenienti dal mondo automotive, specie nella gestione di produzione e logistica.

Il segno dei tempi: addio all’auto europea?

La scelta di uno dei più apprezzati car guy d’Europa, padre della nuova Fiat 500 e artefice del rilancio di Seat, sembra fotografare un cambiamento epocale. L’industria automobilistica appare destinata a una crescita modesta, con profitti in calo, iper-regolata da Bruxelles e minacciata da competitor cinesi rapidi e tecnologicamente all’avanguardia.

Il 22° Global Automotive Outlook di Alixpartners evidenzia che, dopo i 642 miliardi di dollari di utili realizzati tra 2020 e 2024, il comparto si avvia a un’epoca di margini ridotti.

Previsioni globali e l’ascesa dell’elettrico

Secondo il report, le vendite globali di veicoli leggeri cresceranno solo dell’1% nel 2025 (89,7 milioni di unità) e del 2% annuo fino al 2030. Europa e Stati Uniti vedranno un lieve calo (-1% nel 2025), mentre la Cina crescerà del 3%, trainata dai veicoli elettrificati.

I NEV (New Energy Vehicles) rappresenteranno il 30% del mercato globale entro il 2030. In Europa la quota salirà al 48%, mentre in Cina è già al 50% e si prevede raggiunga quasi l’80% entro la fine del decennio. Tuttavia, i margini dei costruttori cinesi sono inferiori a quelli occidentali, anche per via di una guerra dei prezzi che ha visto un calo medio del 16% in soli 18 mesi.

Un mercato sempre più competitivo

Il contesto si fa dunque sempre più instabile, dove «un nuovo modello operativo incentrato sull’agilità e sul contenimento dei tempi e dei costi di sviluppo» è considerato imprescindibile.

L’avanzata cinese in Europa

Le case cinesi potrebbero raddoppiare la loro quota di mercato in Europa fino al 13% entro il 2030, anche grazie a nuove fabbriche localizzate nel continente. Si stima che aumenteranno la produzione annua di 800.000 veicoli, mentre i produttori europei potrebbero ridurla di 400.000. Intanto, la saturazione media degli impianti europei è crollata: dal 75% al 55% in otto anni. In Italia, la situazione è ancora più grave: appena 35% di utilizzo medio degli stabilimenti.

Italia: prezzi in aumento, volumi fermi

Nel nostro Paese le vendite restano stabili a 1,8 milioni di unità, ben lontane dai 2,1 milioni del 2019. La crescita dei prezzi tra il 40% e il 70% nel periodo 2019-2024, contro un +12% degli stipendi, ha pesato sui volumi, soprattutto nei segmenti A e B. I SUV dominano il mercato. Dopo anni in cui i costruttori hanno incassato extra-profitti grazie alla crisi delle forniture, nel 2024 si è visto un ritorno dei margini verso i fornitori.

Le sfide per l’auto europea

«L’auto europea è sotto pressione per volumi stagnanti, frenata elettrificazione, tensioni geopolitiche, sovracapacità produttiva e un ritardo operativo cronico» ha spiegato Dario Duse. A questo si aggiungono i rischi legati ai dazi e la perdita di competitività dei costruttori, che tornano sotto al 10% di margine operativo. «Serve una strategia nuova, basata sull’agilità, l’innovazione di prodotto e l’uso intelligente dell’intelligenza artificiale».

Il futuro è elettrico (ma cinese)

Secondo Emanuele Cordone, director automotive di Alixpartners, l’Europa avanza verso il BEV (Battery Electric Vehicle) «al doppio della velocità rispetto agli USA», ma senza crescita nelle vendite complessive. La quota di mercato dei marchi cinesi raddoppierà anche in Italia, dove non si tornerà più sopra i 2 milioni di immatricolazioni. L’aumento dei prezzi dei modelli popolari ha escluso una fetta crescente di consumatori.

Europa a rischio conquista

La Cina è oggi il primo esportatore mondiale di auto e controlla segmenti chiave della supply chain, compresi i minerali strategici. Mentre si profila una divisione tra blocco cinese e americano, l’Europa rischia di diventare terra di conquista.

La chiave per restare competitivi? Adottare l’intelligenza artificiale nei processi di progettazione, test e sviluppo, per recuperare agilità e colmare il gap con i nuovi player. «Il costo di produzione delle case cinesi è inferiore del 30%, ma può essere contrastato con innovazione e velocità di esecuzione» ha concluso Duse.

Autore
Panorama

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