Messina contro lo sfratto dell’Archivio di Stato: La memoria storica non è trasferibile
- Postato il 9 ottobre 2025
- Editoriale
- Di Paese Italia Press
- 1 Visualizzazioni

Messina, 9 ottobre 2025 – La notizia del trasferimento dell’Archivio di Stato di Messina a Catania, previsto per il 31 dicembre 2025, ha acceso un acceso dibattito nella comunità cittadina, accademica e culturale. Lo sfratto dai locali storici di via La Farina, che rende necessario il trasferimento, è percepito come un atto ingiusto e intollerabile, capace di compromettere secoli di documentazione e la memoria storica della città.
L’Archivio di Stato di Messina è una delle istituzioni culturali più significative della città, custode di oltre otto secoli di storia. Le sue origini risalgono al 1854, quando fu istituito come Archivio provinciale in attuazione della legge organica sugli archivi del Regno del 1° agosto 1843 n. 8309. Nel 1932 assunse la denominazione di Archivio provinciale di Stato (R.D. 22 settembre 1932 n. 1391), poi Sezione di Archivio di Stato con la L. 22 dicembre 1939 n. 2006, fino alla denominazione attuale, sancita dal D.P.R. 30 settembre 1963 n. 1409.
Un episodio drammatico nella sua storia fu il terremoto del 1783, che distrusse gran parte dei documenti conservati nel Palazzo del Senato di Messina, tra cui archivi del Consolato del Mare, dell’Intendenza borbonica e circa 35.000 volumi notarili, causando lacune significative in molti fondi archivistici. Oggi, l’Archivio conserva circa 6,5 km lineari di documentazione, comprendente fonti fondamentali per la storia della città e della provincia messinese dal XIII secolo ai giorni nostri. La sede attuale si trova in via Avellino 1, nel centro della città, ed è aperta al pubblico per la consultazione di studiosi, ricercatori e cittadini.
Tra i principali promotori della protesta contro il trasferimento figurano il professor Marcello Saija, messinese, già ordinario di Storia e Istituzioni Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Palermo, e la professoressa Michela D’Angelo, già ordinario di Storia Moderna e Contemporanea presso l’Università di Messina. Entrambi hanno annunciato la partecipazione e il sostegno alla manifestazione pubblica di sabato 11 ottobre 2025 a Piazza Municipio, volta a sensibilizzare cittadini, istituzioni e studiosi sull’importanza di mantenere l’Archivio nella città che lo ha custodito per secoli.

Saija, ideatore della rivista internazionale Studi Storici Siciliani, ha dedicato gran parte della sua carriera alla ricostruzione storica delle vicende politiche e sociali siciliane e messinesi. Tra i suoi lavori spicca il volume Una catastrofe patriottica. 1908 Il terremoto di Messina, in cui analizza gli effetti del terremoto del 1908 sulla città e sulle sue istituzioni, evidenziando l’importanza della memoria storica per la ricostruzione dell’identità locale.
Michela D’Angelo ha approfondito le dinamiche politiche, economiche, sociali e culturali della Sicilia, con particolare attenzione alla storia politica ed economica di Messina. La sua partecipazione attiva alla manifestazione del 11 ottobre sottolinea l’urgenza di preservare il patrimonio documentale e la memoria storica della città.
I professori Saija e D’Angelo con il loro impegno accademico e la partecipazione attiva alla mobilitazione evidenziano chiaramente la gravità della situazione e la necessità di salvaguardare l’Archivio di Stato di Messina come custode della memoria storica cittadina.
Secondo Saija e D’Angelo, il trasferimento rappresenta una spoliazione del patrimonio documentale. La proposta di allocare l’Archivio in strutture inadeguate, come l’ex ospedale Margherita, è giudicata insufficiente e pericolosa. Il degrado degli edifici e l’assenza di un piano concreto per la conservazione dei documenti mettono a rischio la sopravvivenza di materiale unico, già provato dalla storia dei terremoti e delle calamità. La manifestazione d’interesse lanciata dalle autorità per trovare soluzioni alternative è rimasta deserta, aumentando il timore che la città perda uno dei simboli più importanti della propria memoria storica.
La protesta ha raccolto il sostegno di cittadini, studiosi e accademici, tutti consapevoli del valore culturale e identitario del patrimonio archivistico. La mobilitazione dimostra quanto sia essenziale che le istituzioni ascoltino la voce della comunità e agiscano con responsabilità per garantire la conservazione dell’Archivio nella città di Messina.
Privare Messina dell’Archivio di Stato significa alienare otto secoli di storia e memoria collettiva. Non si tratta solo di un problema logistico o burocratico: è una questione culturale e identitaria. L’Archivio non è un semplice deposito di documenti: è il tessuto connettivo della storia messinese, un patrimonio indispensabile per la ricerca e per il senso di appartenenza dei cittadini.
Le istituzioni hanno il dovere di trovare soluzioni concrete, efficaci e rispettose della storia locale. La memoria storica non è trasferibile: Messina non può permettersi di perdere il proprio Archivio. Salvaguardare l’Archivio significa proteggere l’identità culturale di un’intera comunità, garantire l’accesso alla conoscenza e assicurare che la storia della città continui a essere custodita dove è nata.
@Riproduzione riservata

L'articolo Messina contro lo sfratto dell’Archivio di Stato: La memoria storica non è trasferibile proviene da Paese Italia Press.