Messina, da otto mesi manca il certificato di idoneità per l’acqua potabile: esposto del comitato dei cittadini
- Postato il 24 aprile 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’acqua a Messina è potabile? Se l’è chiesto il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”, scoprendo che dopo otto mesi è ancora in vigore un’ordinanza del sindaco che raccomanda di non berla. Manca, infatti, addirittura da settembre, il certificato di idoneità dell’Asp. Manca da quando nel sistema idrico è stata immessa l’acqua di nuovi pozzi nell’attesa del certificato. E così resta in vigore l’ordinanza del sindaco che raccomanda alla cittadinanza di farne un uso limitato ad “esigenze igienico sanitarie”.
Succede nella città del Ponte sullo Stretto, dove il disagio idrico è all’ordine del giorno e per questo motivo lo scorso ottobre si è costituito il comitato, che ha rivelato quello che è ormai un vero e proprio caso: “Un comitato spontaneo, nato dal basso – sottolineano loro in una nota – costituito da persone libere, si rivela essenziale per garantire che i diritti di tutte e di tutti siano tutelati e rispettati”. Di certo solo grazie alle domande poste dal comitato si è scoperto che l’acqua non è ancora potabile dopo quasi otto mesi. Lo scorso 5 settembre, infatti, il primo cittadino, Federico Basile, uomo di Cateno De Luca, ha firmato un’ordinanza avvertendo la cittadinanza di usare l’acqua “della rete idrica comunale solo per esigenze igienico sanitarie”, in attesa dell’acquisizione “della certificazione di idoneità delle acque predette da parte dell’Asp”, che però non è mai arrivata.
Dopo un’estate di estremi disagi dovuti alla crisi idrica di tutta l’isola, e particolarmente grave a Messina, dove l’acqua è sempre razionata, l’amministrazione comunale ha, infatti, autorizzato l’utilizzo di nuovi quattro pozzi, due a Briga e due a Mili (frazioni nella zona Sud). Ed è questo esattamente l’oggetto dell’ordinanza, ovvero l’attivazione dei pozzi che avviene però “nelle more del completamento della già avviata procedura per ottenere il rilascio del giudizio di idoneità”. Quello cioè che ancora manca: l’acqua immessa dai nuovi pozzi non è ancora idonea. Una situazione che si protrae da lungo tempo, anche dopo la denuncia del comitato, che solo lo scorso marzo ha chiesto lumi sull’ordinanza, ottenendo dall’Asp la risposta che ha sorpreso tutti: “L’ordinanza è ancora in vigore”. La risposta dell’Asp alla richiesta di accesso agli atti del comitato è del 5 marzo scorso. Da allora poco è cambiato, due dei quattro pozzi sono stati staccati ma dell’idoneità ancora nulla. Il sindaco, interpellato, ha dichiarato che l’acqua è “potabile e costantemente monitorata ma l’iter per l’idoneità è lungo e ancora non completato, domani, 24 aprile ci sarà un nuovo sopralluogo”. Quasi otto mesi dopo.
Nel frattempo il comitato, che ha fatto una serie di richieste per accedere ai dati sulla potabilità, ha avuto risposta anche da Arera, l’Autorità di Regolazione dell’Energia Reti e Ambiente che monitora la qualità del servizio offerto dal Gestore idrico. L’organismo ha risposto sostenendo che “il citato Ente di governo (Assemblea territoriale idrica, di cui fanno parte i sindaci di Messina e provincia, ndr) è stato di recente destinatario di diffida ad adempiere inviata dall’Autorità, atteso che lo stesso non ha ancora provveduto alla trasmissione all’Autorità medesima dei dati tecnici e tariffari richiesti per la predisposizione tariffaria relativa agli anni 2024-2029”. Scavando ancora, invece, il comitato ha svelato che quella di Messina è una rete con gravi perdite, come certificato dalla stessa società che la gestisce: nella sezione trasparenza del sito dell’Azienda meridionale acque Messina si legge che un “elevatissimo livello di perdite lineare di Amam, di molto superiore al 55mc/km/gg, fa ricadere il gestore nell’ultima Classe E” (la classe peggiore)”.
Così, lo scorso 24 marzo il comitato ha presentato un esposto in procura. Poco dopo anche la senatrice messinese Dafne Musolino (Iv), ha annnciato un’interrogazione parlamentare. Intanto il comitato ha chiesto “l’immediata chiusura dei pozzi, il parere d’idoneità dell’Asp, e la revoca dell’ordinanza sindacale, attuando tutti gli interventi idonei per dichiarare nuovamente potabile l’acqua di Messina. Stiamo inoltre predisponendo una richiesta di rimborso all’Amam delle bollette da settembre ad oggi per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali, visto che l’acqua viene dichiarata non potabile, costringendo la cittadinanza ad acquistare acqua imbottigliata”. Per il prossimo 28 aprile è invece stato convocato un consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno “l’attuale situazione relativa alla potiabilità dell’acqua nei rubinetti della condotta cittadina”.
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