Meta chiude il gruppo Facebook “Mia Moglie”, una comunità da 32mila iscritti dove gli utenti pubblicavano foto delle partner senza il loro consenso

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Scatti rubati di donne ritratte in momenti quotidiani – mentre cucinano, prendono il sole in costume o semplicemente si rilassano sul divano – sono finiti online senza alcun consenso, pubblicati e condivisi alla luce del sole su Facebook. È quanto accadeva all’interno del gruppo “Mia Moglie”, una comunità virtuale che contava più di 30mila iscritti, quasi esclusivamente uomini. Lì, immagini intime e private delle donne, presentate come mogli o compagne, venivano trasformate in materiale da esibire pubblicamente.

Dopo una lunga catena di segnalazioni, Meta è intervenuta disponendo la chiusura della pagina e spiegando che la decisione è stata presa per “violazione delle policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti”. Il caso era stato denunciato dall’associazione no profit No justice no peace, impegnata nella campagna “not all men”, che raccoglie testimonianze di violenza. “Oltre 32.000 uomini hanno creato un gruppo Facebook dove condividono foto intime delle proprie mogli senza il loro consenso, cercando approvazione e complicità in questa violenza”, ha scritto l’organizzazione, definendo la vicenda “una palese forma di abuso, pornografia non consensuale e misoginia sistemica. Chi partecipa a questo scempio è complice di un crimine”.

Indignazione anche sul fronte politico. Il gruppo del Partito Democratico in Commissione Femminicidio ha sollecitato l’intervento di Meta. “È l’ennesima prova di una violenza digitale strutturale che affonda le proprie radici nella stessa cultura patriarcale del dominio che ha consentito per dieci anni lo stupro di Gisèle Pélicot, a partire proprio da un gruppo online simile a questo”, ha denunciato Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche.

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Blitz

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