Miasmi alla Foce, la task force aumenta i controlli: nel mirino torna il depuratore di Punta Vagno
- Postato il 24 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il depuratore di Punta Vagno torna al centro delle indagini sui misteriosi miasmi che ormai da quasi due mesi assediano i residenti della Foce e in parte anche quelli di Albaro.
Sopralluogo al depuratore di Punta Vagno per capire l’origine dei miasmi
Giovedì pomeriggio, dopo che l’assessora comunale all’Ambiente Silvia Pericu ha chiesto ad Asl di potenziare i controlli, la task force composta da Arpal, Asl stessa e Nucleo Tutela Ambientale della Polizia Locale hanno raggiunto il depuratore, inizialmente escluso dalle cause dei fortissimi e nauseanti odori, per un nuovo sopralluogo. Il depuratore è al centro del progetto di revamping di Iren, e i lavori, iniziati a settembre 2024, dovrebbero durare ancora circa un anno e mezzo.
“Da venerdì ci sono di nuovo odori molto forti – conferma la presidente del municipio Medio Levante Anna Palmieri – e ieri in particolare sono stati asfissianti: finestre chiuse anche per noi che abbiamo gli uffici in via Mascherpa. So che c’è un fascicolo aperto dalla procura e nessuno può dire molto allo stato attuale, ma mi è stato chiesto tutto ciò che potrebbe essere utile per individuare la fonte. Io ho spiegato che ogni mattina, dalle 10 alle 11, si sente più forte, forse a causa del giro di venti”.
Il ‘mistero’ dei miasmi alla Foce: “L’odore si spande, più forte la mattina”
Il “mistero” tiene banco ormai dal 2 settembre, quando i miasmi hanno iniziato a farsi sentire con prepotenza. Un odore persistente, continuo, ma che varia di intensità a seconda del momento della giornata e che si sposta. Inizialmente le vie maggiormente interessante erano via Rimassa, via Casaregis, piazza Rossetti e limitrofe, da qualche settimana sono i residenti di Albaro a fare i conti con finestre chiuse e aria irrespirabile: via Nizza, via Trento, via Piave, via Liri. Qualcuno ha denunciato di averlo avvertito anche a Carignano, ma capire da dove provenga esattamente è difficilissimo proprio per la diffusione a macchia d’olio.
“È dal 2 settembre che chiedo chiarimenti, e se inizialmente mi sembrava che la questione fosse presa sottogamba devo dire che negli ultimi tempi ci stanno lavorando molto – dice ancora Palmieri – sono fiduciosa che si possa trovare una soluzione. Continuo comunque a interessarmi in prima persona, anche se il Municipio non ha il compito di fare le indagini è comunque il presidio più importante per i cittadini. Qualche giorno fa mi sono preoccupata, perché alcuni residenti hanno lamentato bruciori agli occhi e ho temuto problemi di salute pubblica”.
L’assessora Pericu aveva nei giorni scorsi ha chiesto ad Asl di approfondire le verifiche proprio per trovare risposte, e prosegue la raccolta di dati per ottenere segnalazioni precise, con orario e zona in cui si percepiscono i miasmi, così da consentire alla polizia locale di intervenire e mappare.
L’inchiesta della procura e le ipotesi
La speranza è di raccogliere abbastanza dati da vedere una sorta di “schema” e restringere così le aree. Le ipotesi prese in considerazione a oggi per i miasmi sono il depuratore di Punta Vagno, inizialmente escluso, e poi la copertura del Bisagno, visto che già in passato vi si erano accumulati sotto detriti e anche carcasse animali, e ancora i cantieri del Waterfront e di piazzale Kenney con i loro canali e il rio Casaregis. Questi ultimi però sembrano essere stati esclusi, visto che nel periodo del Salone Nautico l’odore non si è avvertito e le verifiche non hanno dato sito.
A coordinare gli accertamenti è anche la Procura di Genova, che ha aperto un’inchiesta delegando Arpal, l’agenzia regionale per l’ambiente, e il Nucleo Tutela Ambientale della polizia locale a compiere gli accertamenti. Il sostituto procuratore Andrea Ranalli, che fa parte del team di magistrati specializzati in reati ambientali, ha aperto un fascicolo senza però ipotizzare ancora illeciti.