Migrante congolese fa causa a Frontex, ma la perde: l’Agenzia gli chiede un risarcimento di 7.680 euro
- Postato il 26 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il giovane congolese Jeancy Kimbenga soffre ancora per i traumi subiti durante i respingimenti in mare e ció che ora deve affrontare non aiuta di certo la sua guarigione. Questo ragazzo attualmente in attesa di protezione umanitaria in Francia aveva solo 16 anni quando, l’8 maggio 2020, è entrato per la prima volta nelle acque territoriali greche a bordo di un barcone carico di migranti in cerca di asilo come lui.
Ma prima di raggiungere la costa, la Guardia Costiera ellenica, in un’operazione congiunta con Frontex – l’agenzia europea responsabile del controllo delle frontiere marine e terrestri esterne dell’Unione – ha intercettato l’imbarcazione. A quel punto i migranti sono stati trainati nelle acque turche da cui provenivano, costretti a salire su zattere di salvataggio e abbandonati in mare, fino a quando la guardia costiera turca non li ha salvati il giorno successivo.
In totale, Jeancy è stato vittima di sette respingimenti forzati nel Mar Egeo. Questi rimpatri forzati, effettuati senza dare ai migranti la possibilità di presentare domanda di asilo, sono illegali ai sensi del diritto internazionale. E Frontex per statuto non solo non dovrebbe prenderne parte, ma dovrebbe denunciare tempestivamente il comportamento delle guardie costiere e sospendere la propria attività là dove avvengono queste violazioni. Non a caso nel 2022, a seguito delle accuse relative alla gestione dei respingimenti illegali, il suo allora direttore esecutivo, Fabrice Leggeri, si è dimesso.
Dopo diversi tentativi falliti, nel novembre 2020, il giovane congolese ha deciso di adire alle vie legali dopo aver incontrato in Turchia gli avvocati della Ong olandese Front-LEX, che da anni porta avanti contenziosi contro le azioni illegali di Frontex, e ha intentato una causa presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea chiedendo la sospensione delle operazioni congiunte dell’agenzia in Grecia. Ma secondo l’organizzazione olandese, i giudici non hanno esaminato le prove e il merito del caso, archiviandolo in base alle norme procedurali della Corte in materia di ammissibilità. “Queste regole impediscono praticamente alle vittime delle attività di Frontex persino di accedere alla Corte”, ha dichiarato l’avvocato Iftach Cohen a capo del team legale di Front-Lex.
E adesso Kimbenga deve subire oltre che il danno la beffa: dopo aver perso la causa, Frontex gli chiede un risarcimento di 7.680 euro per le spese legali. Eppure Frontex è l’agenzia dell’Unione Europea più finanziata. Nel 2024 ha gestito un budget di quasi un miliardo di euro. Questa peraltro è la prima volta che Frontex prende di mira direttamente una singola vittima delle sue operazioni. “Trovo vergognoso che l’Agenzia non abbia nemmeno provato a confutare le mie accuse, ma ora abbia l’audacia di chiedermi di pagare le sue spese legali. Così come non avevo i soldi per pagare i miei avvocati che hanno lavorato gratis, non li ho oggi per Frontex. Inoltre trovo anche che le persone coinvolte stiano facendo di tutto per danneggiarmi”, dice al Fatto Kimbenga.
In una lettera inviata a Frontex nell’agosto 2025, Front-LEX sottolinea che l’agenzia non ha mai affrontato il merito del caso né ha confutato le prove presentate da Kimbenga, tra cui un rapporto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e documenti dell’UNHCR che dimostrano espulsioni sistematiche nell’Egeo. A detta dell’Ong, Frontex si è limitata a copiare argomentazioni di casi precedenti, sostenendone l’inammissibilità e accusando il giovane di aver agito per scopi politici o pubblicitari. Ha inoltre denunciato i 7.680 euro richiesti come totalmente sproporzionati rispetto all’effettivo lavoro svolto. “Addebitare queste somme gonfiate a una vittima diretta di violazioni dei diritti umani non è solo immorale ma crea un effetto paralizzante che impedisce l’accesso alla giustizia”, ha avvertito Front-LEX nella sua risposta. La Ong ha ricordato che il Parlamento europeo aveva già chiesto a Frontex nel 2021 di astenersi dal richiedere il pagamento delle spese legali in casi simili, proprio a causa dell'”effetto deterrente” che ciò avrebbe sulla società civile e sulle vittime stesse.
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