Migranti, la guardia costiera libica torna a sparare contro le ong. Sea Watch: “Italia e Ue intervengano”
- Postato il 26 settembre 2025
- Mondo
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
La ong Sea Watch denuncia l’attacco di una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica, che la notte del 26 settembre avrebbe aperto il fuoco in acque internazionali contro la nave di soccorso Sea-Watch 5, mentre l’equipaggio stava ultimando il soccorso di 66 persone. La nota della ong: “È la seconda volta in poco tempo che la cosiddetta guardia costiera libica spara contro soccorritori civili in mare. Solo un mese fa, milizie appartenenti alla cosiddetta guardia costiera hanno aperto il fuoco sulla nave di soccorso Ocean Viking di SOS Méditerranée – prosegue la nota -. A sparare è stata la motovedetta libica Corrubia Class 660, ceduta dall’Italia alla cosiddetta guardia costiera libica nel 2018″. L’organizzazione umanitaria chiede “indagini immediate e serie conseguenze da parte dell’Italia e dell’Unione Europea”.
L’audio – Registrazione delle comunicazioni radio dal ponte della nave di soccorso Sea-Watch 5. La ong segnala le “chiare minacce di sparare al minuto 9:00”.
I fatti ricostruiti dalla ong, che ha pubblicato l’audio delle comunicazioni tra il ponte della sua nave e i libici: “L’attacco è avvenuto nella notte del 26 settembre, mentre l’equipaggio della Sea-Watch 5 era impegnato nell’operazione di soccorso, la motovedetta libica Corrubia Class 660 aveva già chiesto via radio alla Sea-Watch 5 di virare verso nord. Poiché ciò avrebbe comportato l’interruzione del salvataggio, l’equipaggio della nave di soccorso non ha ottemperato alle richieste della milizia libica. La milizia si è quindi avvicinata alla nave di soccorso e alla fine ha aperto il fuoco. L’equipaggio e le persone salvate sono rimasti illesi”, è scritto nella nota. Dopo essere stata colpita, l’equipaggio della Sea-Watch 5 ha lanciato un segnale di soccorso e informato le autorità tedesche e italiane competenti e la polizia federale. Alle 02:30 UTC, l’aereo Frontex Eagle2 è arrivato sul posto e ha confermato che la motovedetta libica si trovava a 8 miglia nautiche dietro la Sea-Watch 5″.
“Gli attacchi libici sono una diretta conseguenza delle politiche europee. È inaccettabile che il governo italiano e l’Unione europea lascino che milizie criminali sparino contro i civili utilizzando le ex motovedette della Guardia di Finanza italiana”, dichiara Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, che invita l’Italia a non rinnovare il prossimo novembre il memorandum con la Libia e a revocare accordi che “stanno fomentando violenza e mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini”. Nella sua nota, la ong riferisce anche di un altro episodio, avvenuto durante il salvataggio, che avrebbe coinvolto presunte milizie libiche. “Quando l’equipaggio della Sea-Watch ha avviato il salvataggio, ha notato due uomini con il passamontagna, che alla fine hanno rifiutato l’assistenza e si sono allontanati”. Secondo la nota, “si può presumere che si trattasse di milizie affiliate allo Stato libico. Proprio di recente, l’ONG Mediterranea Saving Humans ha dimostrato per la prima volta che dietro questo fenomeno ci sono milizie direttamente collegate allo Stato libico”.
L'articolo Migranti, la guardia costiera libica torna a sparare contro le ong. Sea Watch: “Italia e Ue intervengano” proviene da Il Fatto Quotidiano.