Milan-Como in Australia? Commissario Ue: “Tradimento”. La replica della Serie A: “Alimenta un dibattito populista”

  • Postato il 28 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Una partita di Serie A in Australia, a Perth. Una possibile novità annunciata già qualche mese fa, che da subito ha generato polemica. L’ultimo a intervenire sul tema è stato Glenn Micallef, commissario europeo allo Sport, che sul suo profilo X ha dichiarato: “Sono profondamente deluso dalle proposte di organizzare partite di campionato nazionale fuori dall’Europa. Oggi ho parlato con Ronan Evain di Football Supporters Europe per esprimere la mia solidarietà e chiarire che starò dalla parte dei tifosi, in particolare quelli spagnoli (Barcellona e Villarreal) e italiani (Milan e Como)”.

Perché se Milan-Como può giocarsi in Australia, Barcellona-Villarreal potrebbe “emigrare” negli Stati Uniti, a Miami. “Al Forum europeo dello sport a Cracovia – continua il Commissario – ho promesso che i tifosi sarebbero stati pienamente inclusi nelle discussioni sullo sport e sulla governance. Per me è chiaro: le competizioni europee devono essere giocate in Europa. Il calcio europeo deve restare in Europa”.

Dopo un’altra breve parentesi sui due match – con quello italiano che potrebbe giocarsi all’estero per i Giochi Olimpici di Milano-Cortina – Micallef ha chiuso il suo tweet: “Spostare le competizioni all’estero non è innovazione, è tradimento”.

La reazione della Lega A: “Non si fa altro che alimentare dibattiti populisti”

Un attacco duro che ha subito scatenato la reazione della Lega Serie A. In una nota ufficiale infatti si legge: “La Lega Serie A accoglie con stupore le parole del Commissario europeo Glenn Micallef, il cui commento sembra sottovalutare la complessità e il valore strategico di iniziative che mirano a promuovere il calcio italiano su scala globale, sulla falsariga di quanto già fanno leghe come NBA o NFL disputando incontri in Europa”.

Poi la parentesi sulle parole dure di Micallef: “Parlare di tradimento per una singola gara, su un totale di 380 partite di Serie A, appare una posizione eccessiva, che rischia di alimentare un dibattito populista, lontano da una visione costruttiva e moderna dello sport”.

La nota della Lega Serie A prosegue spiegando anche le ragioni che hanno portato l’istituzione sportiva italiana a valutare di emigrare all’estero: “Portare una partita all’estero non significa esportare il campionato, ma far conoscere l’eccellenza del calcio italiano a nuovi pubblici, rafforzare la competitività del sistema e generare risorse che ricadono positivamente su tutto il movimento, anche a livello giovanile e dilettantistico, a fronte di un piccolo sacrificio richiesto alle tifoserie di Milan e Como, che pur ne beneficeranno in termini di accresciuta visibilità e popolarità a livello mondiale”. Una posizione sostenuta anche dal presidente della Liga, Javier Tebas che senza troppi giri di parole ha dichiarato: “Davvero un’unica partita su 380 è un grande problema?”.

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Il Fatto Quotidiano

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