Milan, gli errori da non fare dopo il debutto choc in campionato

  • Postato il 24 agosto 2025
  • Di Panorama
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La clamorosa sconfitta al debutto contro la Cremonese suona, per il Milan di Max Allegri, come un campanello d’allarme che è vietato ignorare. La buona notizia è che le due sberle che hanno gelato un San Siro già freddo di suo sono arrivate a mercato aperto, con ancora davanti una settimana per provare a correggere errori e difetti strutturali della squadra consegnata al tecnico livornese.

Le amichevoli estive avevano illuso, consegnando l’immagine di un gruppo con qualche limite offensivo ma che aveva recuperato identità ed equilibrio in difesa. È bastata la prima prova in campionato per disintegrare tutte le (poche) certezze: il Milan ha incassato due reti esattamente come era capitato un anno fa nelle prime, zoppicanti, prove con in panchina Fonseca.

Perché la sveglia cremonese non sia suonata invano serve, dunque, che i segnali allarmanti vengano recepiti in fretta e in maniera operativa. Che il giorno dopo Allegri e la dirigenza si siano riuniti per un lungo summit mercato è il segnale che, forse, le risultanze della notte di San Siro non sono state prese sottogamba. Ecco gli errori da non fare nell’ultima settimana di mercato:

Errore uno: ignorare la necessità di un centravanti pronto (e costoso)

Al Milan serve un centravanti titolare sul quale costruire tutta la fase offensiva. Santi Gimenez non lo è e non può nemmeno esserlo dopo essere stato messo in discussione alla prima conferenza stampa del direttore sportivo Tare. Per un’estate, il Milan ha rincorso Vlahović e Højlund, ora destinato al Napoli: la scelta del numero nove sarà decisiva per misurare le ambizioni rossonere.

Il balletto intorno a Victor Boniface non è da grande club: prenderlo, metterne in discussione la tenuta fisica, rispedirlo in Germania, sperare in uno sconto o altro. Allegri ha bisogno e merita un attaccante vero che si prenda sulle spalle in reparto, garantisca un numero adeguato di goal e si metta a disposizione di Leão e Pulisic. Tare e Furlani sono chiamati a investire e scegliere bene: non sempre il low cost funziona. Anzi.

Errore due: serve un centrale di difesa potenziale titolare

Secondo errore da non commettere: pensare che non serva una difensore centrale pronto da aggiungere alla pattuglia già a disposizione. Che il modulo scelto sia a quattro o a tre cambia poco, la partenza di Thiaw per il Newcastle ha aperto una voragine che va colmata.

Anche in questo caso, le cessioni numerose e redditizie piazzate nel corso degli ultimi mesi autorizzano a immaginare che esista un budget da spendere cercando l’uomo giusto e non solo l’occasione più vantaggiosa dal punto di vista economico.

Errore tre: non trovare in fretta il modulo definitivo

Altra tentazione da allontanare con decisione è non prendere una strada definita sul modo di mettere in campo il Milan. Fin qui il mercato è stato costruito per giocare a tre a centrocampo (e a quattro in difesa) e sarebbe un salto nel buio rimangiarsi tutto a fine agosto.

Serve chiarezza anche sulla posizione in campo e sulle mansioni di Jashari, gioiellino da 40 milioni di euro che non può diventare regista in concorrenza con Ricci e Modrić. Buona parte delle fortune del Milan di Allegri passano attraverso la valorizzazione di un centrocampo di qualità superiore rispetto a quello dell’anno scorso; abbandonare questa strada sarebbe pericoloso.

Il ruolo di Furlani e della proprietà nel finale di mercato

Sono indicazioni che chiamano in causa la società e la proprietà prima ancora dell’area tecnica. L’estate del Milan è stata contrassegnata dal mercato in uscita per tappare il buco in bilancio della mancata qualificazione alla Champions League: legittimo, però senza completare il disegno del nuovo progetto sportivo il rischio è di ritrovarsi nella stessa situazione tra qualche mese.

I tifosi assistono perplessi ed è difficile dargli torto. Per ogni indicazione positiva, ne arriva un’altra di segno opposto. Ecco perché, smaltita la delusione di un k.o. inatteso da tutto l’ambiente, serve che all’incertezza si sostituisca la sensazione di ben chiaro cosa fare, come, quando e soprattutto con quali risorse messe a disposizione. Risposte che devono arrivare dai piani alti di casa Milan, pena consegnare i rossoneri a una stagione di alti e bassi.

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Panorama

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