Milan, i flop del mercato e il derby. Jovic è l’emblema della stagione
- Postato il 24 aprile 2025
- Di Panorama
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Il 30 dicembre 2024 il Milan decide di esonerare Paulo Fonseca e sceglie Sergio Conceição per la panchina. Non c’è tempo per programmare, perché il calendario impone ai rossoneri la trasferta in Arabia per la Supercoppa italiana, e in poche ore il nuovo allenatore riesce a trasmettere alla squadra quello che era sempre mancato fino ad allora: il carattere.
Il Milan batte la Juve e poi l’Inter in finale con due rimonte incredibili e, nel frattempo, il club insieme all’allenatore programma un sontuoso mercato. A gennaio arrivano Walker, Bondo, Sottil, Joao Felix e Gimenez.
Dalle illusioni del mercato ai problemi strutturali
Eppure, nei mesi successivi, il Milan non decolla. Esce dalla Champions League contro il Feyenoord, un avversario considerato decisamente inferiore, e in campionato scivola lontano dalla zona Champions e ancora più lontano dalla lotta scudetto.
È evidente che Conceição sia convinto che la squadra vada migliorata e che nel gruppo ci siano giocatori che possano anche essere ceduti perché avranno pochissimo spazio. Uno di questi è Luka Jovic, a cui il Milan ha rinnovato il contratto solo per la mancata acquisizione di Taremi, finito all’Inter dal Porto.
Il bosniaco, che qualche anno prima il Real Madrid aveva regalato alla Fiorentina pur di liberarsene, viene offerto a mezza Europa, ma non trova acquirenti e resta a Milanello, quasi un corpo estraneo.
I nuovi acquisti però non convincono, a cominciare da Joao Felix (imposto dal procuratore Mendes, lo stesso di Conceição), e Walker si infortuna. Proprio il ko dell’inglese fa scattare la scintilla vincente: Conceição decide di passare alla difesa a tre e il Milan trova finalmente il suo equilibrio, con una squadra meno offensiva ma più logica.
Si arriva così al derby di ritorno di Coppa Italia, decisivo per la stagione del Milan, attaccato alla conquista della coppa come unica chance per restare in Europa nella prossima stagione. Conceição conferma la difesa a tre e la bocciatura totale dei nuovi acquisti di gennaio, tutti in panchina tranne l’infortunato Walker, e solo 3 minuti in campo per Joao Felix a partita decisa.
Ma soprattutto, Conceição decide di schierare titolare Luka Jovic, l’attaccante che il Milan ha cercato di vendere a tutti i costi a gennaio e che in tutta la stagione ha giocato solo 426 minuti.
È lui l’uomo della rinascita rossonera, ma anche il simbolo delle contraddizioni del club: riflessioni che impongono una valutazione profonda delle scelte di mercato e dell’incidenza degli allenatori scelti nel corso della stagione.
Il Milan ha nel suo organico giocatori di grande qualità tecnica come Maignan, Theo, Leao, Reijnders, Fofana e Pulisic, ma ha passato gran parte della stagione senza equilibrio e senza una vera identità tattica. Quella identità che sembra aver trovato adesso, un po’ casualmente, grazie all’infortunio di Walker e alla notte magica di Jovic.
Sono aspetti sui quali il club deve riflettere in vista della prossima stagione. Il Milan non può ripartire ogni anno da zero: ha una base già buona, non serve un’ennesima rivoluzione, ma un allenatore capace di valorizzare al meglio il materiale a disposizione e che sappia indicare acquisti mirati per migliorare la qualità complessiva della rosa.
Quello che non è stato fatto in questa stagione piena di grandi errori e contraddizioni.