Milan, il ds è Tare: uomo giusto nel momento sbagliato

  • Postato il 21 maggio 2025
  • Di Panorama
  • 1 Visualizzazioni

Igli Tare sarà il nuovo direttore sportivo del Milan. Tre mesi dopo il primo colloquio, avvenuto a Londra alla presenza di Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic – circostanza apparsa sui giornali e mai smentita dal club -, l’albanese ex Lazio che era stato superato dall’ipotesi Fabio Paratici e poi finito nel calderone insieme ad altri nomi, è tornato in pole position fino alla virtuale stretta di mano. Accelerazione imposta dal finale fallimentare della stagione che ha spinto proprietà e management del Milan a non prendere più in considerazione l’idea di non ritoccare l’assetto societario. Tre mesi trascorsi invano, tra casting e ripensamenti, per arrivare a una decisione non più rinviabile visto il cattivo funzionamento della catena decisionale costruita dopo l’allontanamento nel giugno 2023 di Paolo Maldini e Frederick Massara, non sostituiti.

Tare avrà un contratto triennale fino al giugno 2028 e si inserirà nel gruppo di lavoro accentrando sulla sua figura competenze e deleghe che negli ultimi due anni sono state divise tra più dirigenti. La sensazione è che non sarà un one man show, solo al comando della parte sportiva, ma che potrà contare su una discreta autonomia nell’impostare il progetto sportivo della prossima stagione che dovrà essere necessariamente quella del riscatto. Fuori dall’Europa, il Milan avrà il vantaggio di potersi concentrare unicamente sul campionato ma anche la penalizzazione di un’estate in cui far tornare i conti senza i ricavi della Champions League porterà a decisioni difficili da prendere salvaguardando la competitività del gruppo. Primo step: la scelta dell’allenatore una volta salutato Sergio Conceiçao.

Perché Tare può essere il direttore sportivo giusto per il Milan

Igli Tare dirigente è stata un’intuizione di Lotito che l’ha voluto dietro una scrivania appena salutato il calcio giocato nel 2008. E’ rimasto alla Lazio fino all’estate 2023 quando si è consumato il divorzio e in quasi due decenni ha sperimentato il funzionamento di un club con una struttura decisionale estremamente verticale e snella, con una proprietà molto presente nelle decisioni sportive e la necessità di tenere sempre in primo piano le questioni di bilancio.

Un profilo sulla carta ideale per il Milan di questo periodo storico. RedBird ha sempre tenuto come stella polare la sostenibilità del club, investendo i proventi dall’area sportiva senza andare in perdita, con un controllo capillare dell’attività attraverso la figura di Furlani. Che oggi è invisa ai tifosi, visto il fallimento dei risultati, ma che appare destinata comunque a rimanere centrale nella vita di Casa Milan. La collegialità piena non ha funzionato, immaginare un modello con un uomo di riferimento esperto del ruolo può essere il compromesso giusto.

Perché la scelta di Tare come ds del Milan arriva nel momento sbagliato

Che la chiusura del cerchio arrivi tre mesi dopo il primo incontro, con in mezzo la ricerca di profili concorrenti anche molto diversi da quello di Tare – alcuni liberi sul mercato, altri sotto contratto – è, però, la fotografia di cosa è stato il Milan in questo periodo. Se il direttore sportivo doveva essere l’albanese, con piena convinzione di tutti, non ha avuto senso aspettare disperdendo il vantaggio di poter cominciare a lavorare in anticipo sulla prossima stagione. Se, invece, non era considerato la prima scelta, la partenza non è incoraggiante perché al Milan serve una guida da seguire con fiducia in un ambiente diviso, lacerato dalla contestazione, in cui il rapporto con i tifosi si è strappato oltre il livello di guardia.

Ecco perché Tare, che come tutti i dirigenti sportivi ha una carriera piena di grandi colpi e grandi errori, può essere l’uomo giusto per il nuovo Milan ma nel momento sbagliato. Il suo arrivo almeno sbloccherà l’impasse alla voce allenatore, l’altra pedina indispensabile per cominciare a costruire la squadra. L’identikit è definito: italiano (di fatto ma magari anche di nome, con la I maiuscola), profondo conoscitore della Serie A, non una scommessa e basta ma uno che abbia vinto nella sua carriera. Possibilmente con un contratto almeno a medio termine. Salti nel vuoto non sono ammessi.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti