Millennium, anche sugli store online il numero sul “lavoro sporco”. Con un’intervista a Zohran Mamdani
- Postato il 10 ottobre 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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C’è ancora tempo per il lavoro sporco. Il numero di Millennium dedicato alle storie di sfruttamento e alle riforme legislative che negli ultimi decenni hanno falciato diritti e retribuzioni si può ancora acquistare negli store online come Amazon, nelle edicole e nelle librerie selezionate (qui la mappa interattiva per trovare quelle più comode per voi).
“Lavoro sporco” è appunto il titolo di copertina dell’ultimo numero del mensile diretto da Peter Gomez, che si apre con un lungo reportage da Marghera, di Federico Rigamonti e Sofia Gastaldo, che svela il meccanismo della “paga globale“, un sistema che aggira i contratti nazionali di lavoro prevedendo un (modesto) forfait che “ingloba” straordinari, notti, festivi… A Venezia è in corso un processo contro numerosi dirigenti Fincantieri, colosso per di più pubblico, che a Marghera utilizza in modo massiccio manodopera “esternalizzata”, in prevalenza immigrati bangladesi, retribuiti fra i 5 e i 7 euro l’ora con questo meccanismo. Per costruire, fra l’altro, lussuose navi da crociera. E non è il solo caso in cui a mettere in ginocchio i lavoratori ci pensa lo Stato, attraverso appunto le esternalizzazioni.
Sono gli effetti di quattro decenni in cui, con rare eccezioni, ogni riforma del lavoro ha tagliato diritti e retribuzioni, da destra e da sinistra. Lo mostra un’infografica, introdotta da Chiara Brusini e accompagnata da un’analisi di Salvatore Cannavò, che inizia con la scala mobile di Craxi e finisce col decreto lavoro di Meloni.
Da non perdere, poi, lo straordinario reportage di Clém Pouré ed Eugénie Baccot dal Madagascar, dove a 60-100 euro al mese faticano gli “annotatori” che addestrano i sistemi di Intelligenza artificiale. Anche loro esternalizzati dalle aziende tecnologiche francesi.
Fra le altre proposte di MillenniuM, l’intervista in esclusiva per l’Italia a Zohran Mamdani, che il 4 novembre proverà a diventare sindaco di New York con un programma molto sociale dalla parte dei poveri, o meglio dei non ricchi.
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