Milwaukee prende il terzo fratello Antetokounmpo: quando Donnarumma e Kakà portarono Antonio e Digao al Milan...
- Postato il 13 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Ci sono tanti modi per fare la storia: LeBron James ha scelto l’elisir di lunga vita per attendere che il primogenito Bronny lo raggiungesse in NBA, condividendo il campo in una partita ufficiale. I fratelli Antetokounmpo, a loro volta, hanno scelto una strada abbastanza simile: sono quattro, sono partiti tutti da Atene, dove facevano i venditori ambulanti, e adesso almeno in tre si ritrovano a condividere la palestra nel cuore dell’America, a Milwaukee, dove davvero la saga di Happy Days s’è materializzata nella vita di una famiglia che ha superato qualsiasi tipo di avversità.
- Tre Antetokounmpo is megl che one (e ce ne sarebbe un quarto...)
- La verità: una mossa per convincere Giannis a restare
- In principio fu Digao, il fratellino (scarso) di Kakà
- Quando Gigio portò Antonio al Milan (con la regia di Raiola)
Tre Antetokounmpo is megl che one (e ce ne sarebbe un quarto…)
Se Giannis è l’uomo copertina, il fuoriclasse che con la sua straordinaria forza di volontà ha saputo conquistarsi spazi che solitamente per uno del suo vissuto sono off limits (ha scelto di giocare per la nazionale greca in segno di gratitudine, ripensando alle giornate passate a vendere souvenir ad Atene ai turisti…), Thanasis e Alex in qualche modo vivono di luce riflessa.
Ma ai Bucks tutto questo poco interessa: Thanasis, il maggiore della truppa (classe 1992), era già stato messo sotto contratto nel lontano 2019, e tra alti e bassi s’è costruito una degna reputazione, partecipando attivamente anche alla corsa al titolo 2021, oltre che alla corsa verso il bronzo della Grecia ai recenti campionati Europei.
E se Kostas (classe 1997) in Nba c’è passato, ma transitando per lo più a Los Angeles (con i Lakers ha vinto da riserva il titolo “nella bolla” di Orlando del 2020), Alex, che dei quattro è il più piccolo (è nato nel 2001), l’NBA sin qui l’aveva solo annusata grazie alle gesta dei fratelli maggiori. Dopo l’ultima stagione al Paok Salonicco, i Bucks hanno deciso di portarlo in NBA con un “two-way” contract, consentendogli quindi di lavorare sia con la franchigia NBA, sia con la squadra affiliata ai Bucks che milita nella G-League (i Wisconsin Herd, dove ha giocato spesso anche Thanasis).
La verità: una mossa per convincere Giannis a restare
La mossa, più che cestistica, sembra avere una ragione d’essere per motivi… di mercato: dare un’altra motivazione a Giannis per non lasciare Milwaukee, a dispetto del contratto in scadenza 2028. Perché tante franchigie gli hanno messo gli occhi addosso, e visto che ai Bucks la situazione del roster non sembra tale da consentire alla squadra di competere per il vertice, è chiaro che il 31enne Giannis abbia più di una ragione per guardarsi intorno.
Specialmente adesso che la moglie con i suoi 4 figli ha deciso di tornare a vivere ad Atene, preferendo allontanarsi fisicamente dal marito (evidentemente Milwaukee non viene considerata alla stregua di una capitale europea: come dar loro torto…). Ai Bucks temono che il loro totem possa davvero essere tentato dal chiedere una trade e portando in squadra Alex sperano almeno di “compensare” la saudade familiare. Basterà per convincerlo a restare?
In principio fu Digao, il fratellino (scarso) di Kakà
Una volta le mamme, quando consentivano ai loro figli di uscire a giocare con gli amici, erano solite ricordare ai figli maggiori di portare con sé anche i fratelli più piccoli. Gli Antetokounmpo a Milwaukee hanno fatto un po’ lo stesso, ma di esempi se ne trovano tanti. Ad esempio quest’anno a Golden State giocheranno assieme Steph e Seth Curry, ma qui solo per meriti sportivi….
Per poter comprendere meglio la mossa dei Bucks bisognerebbe scomodare paragoni col mondo del calcio. Qualcuno ha mai sentito parlare di Digao? Rodrigo Izecson don Santos Leite per l’anagrafe brasiliana, uno scioglilingua che se modificato nella prima parte (mettendo cioè Ricardo al posto di Rodrigo) fa subito tornare in mente Kakà, il fuoriclasse del Milan del primo decennio del nuovo millennio. Che a un certo punto venne “accontentato” dalla società con l’annessione in rossonero del fratello minore (una presenza e nulla più, ma tanti soldini in banca).
Quando Gigio portò Antonio al Milan (con la regia di Raiola)
Un decennio dopo, stessa formula con i Donnarumma: Gianluigi è giovane e bravo, piace a tante squadre e il Milan, su “invito” della famiglia Raiola, si vede “costretto” a prendere anche Antonio, fratello maggiore, come terzo portiere. Una serata di gloria in Coppa Italia con l’Inter, un conto a 6 zeri in banca e qualche anno in più garantito in rossonero per Gigio, prima della rottura dell’estate 2021.
Anche i Vieri a metà anni ’90 fecero una cosa simile: nel 1996 la Juventus acquistò Christian e il fratello minore Max, spedito nelle giovanili, dove non lasciò però traccia. Maradona invece il fratello Hugo lo parcheggiò all’Ascoli (mica se lo portò a Napoli!), un po’ come Michael Schumacher con Ralf, spedito alla Williams a far finta di battagliare con lui. Perché se un fratello è scarso, a meno che non c’è una ragione per farselo amico, tanto vale spedirlo altrove.