MINI compie 66 anni: dalla piccola icona del 1959 alla nuova generazione elettrica

  • Postato il 30 agosto 2025
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Il 26 agosto 1959, in Inghilterra, la British Motor Corporation presentava una piccola utilitaria destinata a cambiare il mondo dell’auto: la MINI. Disegnata dall’ingegnere Alec Issigonis, nasceva come risposta a una crisi petrolifera, ma finì per diventare un’icona, vincitrice di rally e “scritturata” al cinema, elevandosi a elemento della cultura pop per oltre mezzo secolo. Sessantasei anni dopo, festeggia il compleanno con un paradosso affascinante: nonostante abbia conservato l’identità originale, si è saputa reinventare nel corso dei decenni, diretta verso il futuro con un occhio sempre al passato.

Dal genio di Issigonis ai trionfi nei rally

L’idea di Alec Issigonis era rivoluzionaria: spostando il motore di traverso aprì spazio per abitacoli insolitamente ampi, e con le ruote spinte agli angoli della carrozzeria ottenne quella stabilità che, insieme alle dimensioni compatte, avrebbe reso la piccola agile e sorprendentemente funzionale. Nel 1961 la formula diede vita alla prima Cooper, pensata fin dall’inizio come macchina da corsa in miniatura. Tre anni dopo iniziò l’epopea sportiva con le vittorie al Rally di Monte Carlo nel 1964, 1965 e 1967, quando la piccola inglese umiliò auto molto più grandi e blasonate, trasformandosi in leggenda.

Quelle imprese Paddy Hopkirk, Timo Makinen e Rauno Aaltonen diventarono eroi nazionali, mentre il pubblico si innamorava della piccola rossa col tetto bianco, lanciata sulla neve tra Porsche e Lancia fino al traguardo conquistato contro ogni pronostico. Con il milionesimo esemplare nel 1965, MINI già proiettata in una stagione di trionfi sportivi e commerciali sempre più vasti.

Anni difficili e rinascita

Alla pari di ogni leggenda, anche MINI affrontò momenti bui: negli anni ’80 la produzione crollò, frenata da una formula rimasta invariata troppo a lungo incurante dei nuovi trend di mercato. Eppure, la passione sopravvisse ostinata e nel 1990 busse alla porta una nuova generazione della Cooper, seguita nel 1992 dalla versione cabrio; quindi, nel 1994 BMW acquistò il marchio, convinta che avesse ancora tanto da dire. La vera rinascita arrivò nel 2001 con la prima MINI dell’era BMW, costruita nello storico stabilimento di Oxford: lo stile rétro evocava l’icona originale, la tecnologia moderna ne allargava il potenziale, il “go-kart feeling” ne esaltava la guida, e l’insieme conquistò subito il mercato.

Tradizione e futuro sulla stessa strada

Nel 2001 MINI si è resa protagonista di un’espansione ininterrotta, la Cabrio ha portato l’aria aperta, la Clubman spazio maggiore, la Countryman l’anima crossover, le versioni John Cooper Works una grinta sempre più estrema, mentre ogni modello ha preservato l’anima giocosa e l’handling diretto della tradizione.

Negli ultimi anni il costruttore ha abbracciato l’elettrico con la Cooper SE e con la nuova generazione 2023, dimostrando come il brivido MINI possa esistere anche senza una goccia di benzina, e nel 2024 ha lanciato la Aceman, primo crossover compatto premium, prova della volontà di spingersi verso territori mai esplorati.

Nello stesso 2024 e poi nel 2025 la John Cooper Works ha riaffermato quel DNA racing con una vittoria di classe e un secondo posto da applausi alla 24 Ore del Nürburgring. Al suo 66° anniversario, MINI resta un fenomeno unico: milioni di esemplari costruiti, gare vinte, passaggi di proprietà, l’arrivo dell’elettrico. Tutto è cambiato dall’avvento di una piccola quattro ruote capace di far sorridere chi la guida e, a giudicare dalla gamma attuale, l’azienda sembra aver ancora parecchia strada davanti.

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