Mini-funivia per Begato, ordine del giorno insidioso di Piciocchi: la maggioranza vota contro
- Postato il 8 ottobre 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. A distanza di dieci giorni dal primo incontro tra la sindaca di Genova Silvia Salis e i rappresentanti delle aziende Doppelmayr e Colini, aggiudicatarie dell’appalto per la funivia finanziata con 40,5 milioni nell’ambito del piano di riqualificazione dei forti genovesi, in consiglio comunale ha tenuto banco un documento dell’opposizione che ha provato a mettere in difficoltà la maggioranza.
Il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi, ex vicesindaco reggente che per anni ha lavorato al fianco di Bucci per portare avanti il progetto della funivia del Lagaccio tra la stazione Marittima e forte Begato, ha presentato un ordine del giorno sul tema chiedendo alla giunta chiarezza sulle intenzioni a riguardo dell’opera.
Piciocchi, nel suo documento nonché nell’intervento in aula, ha sottolineato l’importanza di “non perdere i finanziamenti stanziati, al tempo, dal ministro Franceschini, uno che non abita certo a latitudini del centrosinistra”, ha ricordato il “lungo percorso che ha portato alle autorizzazioni per l’opera” e “l’altro percorso, di partecipazione, insieme all’Università di Genova e ai cittadini, per la pianificazione di un masterplan di riqualificazione del quartiere del Lagaccio“.
Poi la parte sull’oggi. “Questo è un documento propositivo – ha detto Piciocchi – noi siamo con la sindaca Salis e l’assessore Ferrante nel momento in cui prendiamo atto che stanno valutando un’alternativa progettuale per non perdere i finanziamenti, e allora chiediamo al consiglio di votare affinché ciò non accada, di procedere con lo studio per la mini-funivia, la rinuncia all’opera avrebbe un effetto deleterio per la città, anche tenendo conto che altre città più coraggiose della nostra come Londra, Lisbona, Berlino, Tolosa, Barcellona e New York, hanno scelto di dotarsi di impianti a fune”.
Ora, non è un segreto che – se è vero che nel campo largo tutti i partiti sono d’accordo sul no alla funivia del Lagaccio – esistono sensibilità e posizioni diverse per quanto riguarda l’ipotesi di una mini-funivia tra Granarolo e forte Begato, l’opzione presa in considerazione dalla giunta per salvare “capra e cavoli” ovvero per non perdere il finanziamento e per non rischiare di pagare alte penali alle aziende già assegnatarie dell’appalto e/o incorrere nel rischio di un danno erariale.
E quindi, l’ordine del giorno del capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi, avrebbe dovuto far cadere le maschere nella maggioranza. Tuttavia, nel gioco delle parti che spesso si verifica in Sala Rossa, il centrosinistra ha trovato il meccanismo per uscire, per ora, dall’impasse.
“Dei documenti non si votano solo le impegnative, ma anche le premesse – ha detto la consigliera del Pd Vittoria Canessa Cerchi – e le premesse dell’ordine del giorno di Piciocchi, che confermano la bontà della funivia del Lagaccio, sono a nostro avviso sbagliate, quindi il nostro voto è sfavorevole.
Canessa ha aggiunto: “Quello che noi cercheremo di fare, un tavolo per studiare l’ipotesi di una mini-funivia, è dettato dal fatto che prima c’è stato il progetto di un’opera inutile, e quando ci parlate di riqualificazione del Lagaccio, ricordo che agli incontri con l’università a cui si è fatto cenno i cittadini hanno chiesto ripetutamente che la riqualificazione del territorio non fosse collegata alla costruzione di una funivia”.
A favore dell’ordine del giorno di Piciocchi sono intervenuti diversi consiglieri di minoranza. In particolare Sergio Gambino, gruppo Misto, ha sintetizzato: ““Il Pd trova una scusa per non votare l’ordine del giorno”. Alessio Bevilacqua, Lega, ha palesato il senso del documento: “Se votate contro l’ordine del giorno andate a sfiduciare il sindaco e l’assessore che dicono che invece ci possono essere aperture, capiamo la vostra difficoltà ma i cittadini genovesi meritano chiarezza”.
Di contro nella maggioranza è stato Filippo Bruzzone, Lista Salis, ha tenere il punto: “Vedete, noi ci siamo assunti un impegno in campagna elettorale, e stiamo cercando di rispettarlo in base alla normativa vigente, quale sia il nostro punto di vista effettivo lo scoprirete la prossima settimana, visto che avevamo depositato un documento sul tema ma è stato sotterrato dalle miriadi di ordini del giorno con i quali state intasando i lavori. Infine, lo dico chiaramente, voteremo no perché vi avevamo proposto alcune modifiche in modo da arrivare a un testo unitario, ma voi avete declinato“.
Il tombale sulla questione è arrivato dalla giunta. L’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante, ha detto: “Noi ci siamo presentati ai cittadini genovesi con un programma, e siamo stati chiarissimi su quello che volevamo e non volevamo, a chi ora si preoccupa del destino della mini-funivia chiedo come mai, e mi rivolgo all’allora candidato sindaco Piciocchi, ad aprile non abbia inserito la funivia nel suo programma. Come noto stiamo facendo ragionamenti coi nostri tecnici e aspettiamo di arrivare alla fine di un percorso per capire se c’è un’alternativa percorribile a evitare un danno alla città, abbiamo parlato con le aziende, che si sono dette disponibili a ragionare con l’amministrazione, ma la giunta si esprime in maniera negativa su un ordine del giorno pretestuoso“.
L’ipotesi di una mini-funivia tra Granarolo e forte Begato, in prosecuzione della cremagliera storica di Granarolo, è in effetti allo studio, insieme all’idea di un polo dell’outdoor in zona Granarolo, e un nuovo impianto di collegamento a Principe per facilitare l’accesso alla cremagliera Amt. I lavori dovrebbero essere ultimati entro il 2028, tempi compatibili con quelli del finanziamento del ministero della Cultura (fondi complementari al Pnrr).