Mini: “Toni bellicisti da Macron contro la Russia. Ma sono le provocazioni di Estonia e Lituania a mettere in pericolo l’Europa”
- Postato il 14 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Il messaggio che Macron manda alla Russia è molto bellico e bellicista. E potrebbe far scatenare qualcosa di molto più complicato e drammatico.” Lo afferma ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24) il generale Fabio Mini, già capo di Stato maggiore delle Forze Nato nel Sud Europa, commentando le parole incendiarie pronunciate da Emmanuel Macron in vista della festa nazionale del 14 luglio. Il presidente francese ha avvertito che l’Unione Europea sarebbe davanti alla minaccia più grave dal 1945. Il nemico evocato, anche se mai citato esplicitamente, è la Russia. E l’America, accusa Macron, “non ha capito come funzionano le cose”, quindi “siamo costretti a difenderci da soli”.
Ma, secondo Mini, l’allarme è sproporzionato e rischia di ritorcersi contro chi lo lancia. E ricorda che il teatro europeo è già saturato da una logica di deterrenza nucleare. “L’America ha esteso la sua strategia nucleare a cinque paesi non dotati di armi atomiche, Germania, Belgio, Olanda, Italia e Turchia, attraverso il nuclear sharing, ovvero la condivisione nucleare. Questi paesi – spiega il generale – secondo la pianificazione attuale, possono avere da 20 a 30 ordigni nucleari statunitensi ciascuno, pronti per una difesa di carattere nucleare. Ma questo vale in vista della deterrenza”.
E aggiunge: “Ma se si considera la Russia un nemico, è bene ricordare che non è un nemico qualsiasi: dispone di 2.400 testate tattiche, utilizzabili anche al di fuori dei trattati internazionali, e in grado di colpire solo l’Europa con effetti devastanti”.
Il conduttore chiede se la minaccia russa non sia esagerata. Mini risponde con un’immagine tagliente: “Qui ci vorrebbe uno psichiatra che si metta lì e faccia sul lettino l’esame di tutti i membri della dirigenza russa. Perché si parla sempre solo di Putin, ma anche lui non è l’uomo solo al comando, ha molti referenti a cui rendere conto”.
Nei fatti, aggiunge, “la Russia non ha la capacità (la volontà non lo so, quella è una questione psicologica) di minacciare tutta l’Europa. Ha la capacità di rispondere a qualche provocazione che ritiene vitale per la propria sopravvivenza, ma non parla mai di occupare l’Europa.”
Il focus si sposta poi su Estonia e Lituania, membri della Nato confinanti con la Russia. Mini è netto: “Non devono pensare che la Nato intervenga automaticamente se fanno delle provocazioni e la Russia risponde. In questo momento ci sono truppe Nato in quei paesi – ad esempio una brigata tedesca in Lituania – e stanno già fomentando incidenti, diciamo fra virgolette, aerei. Nel mar Baltico è un continuo. La metà degli allarmi con cui si ‘scramblano’ gli aerei, cioè li si fa decollare per intercettare, sono finti o comunque gonfiati. Basterebbe molto meno per dare alla Russia un pretesto.”
Il giornalista Andrew Spannaus osserva che la situazione ricorda la corsa verso il baratro del 1914. Mini concorda: “Oggi siamo molto meno sicuri. Con l’amministrazione Trump c’era l’idea di una fascia di sicurezza tra Russia e Occidente, dal Baltico al Mar Nero, una zona di paesi che non dovevano essere occupati né offensivi. Era una buona prospettiva per la sicurezza europea. Invece oggi si ripete che ‘la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa’. Ma non è così: l’Ucraina difende se stessa e fa benissimo, ma non difende l’Europa. Anzi, la espone.”
Quanto all’ingresso dei Paesi baltici nella Nato, Mini sottolinea: “Non sono entrati per fare un favore alla Nato, ma per sentirsi al sicuro sotto l’ombrello nucleare. Ma se Russia, Usa, Cina, Francia e Regno Unito, come accaduto il 3 gennaio 2022, si mettono d’accordo per non colpirsi a vicenda, Estonia e Lituania sono fregati, perché non fanno parte del club. I russi, dal loro punto di vista, hanno sempre percepito l’allargamento della Nato come un atto ostile. E secondo me avevano perfettamente ragione.”
Il conduttore ricorda le critiche rivolte a Mini per queste posizioni, spesso accusato di essere filo-russo. Il generale risponde con amara ironia: “E come no? Sono anche antisemita.”
Chiude con un giudizio sulla strategia degli alleati minori: “Estonia, Lituania erano consapevoli che entrando nella Nato sarebbero stati rassicurati. Ma pensare che qualcuno venga automaticamente a difenderti è un’illusione. Il ‘grande fratello’ – cioè gli Stati Uniti – non è poi un fratello. Non è nemmeno un fratellastro. Bastava che Finlandia e Russia si accordassero anche solo su un patto minimo, senza nemmeno puntare alla neutralità, e oggi ci sarebbe stata un’altra storia.”
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