“Ministro Giuli, i suoi interventi possono essere ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath”: Geppi Cucciari ironica ai David di Donatello

  • Postato il 7 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Al Palazzo del Quirinale questa mattina, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è svolta la presentazione dei candidati ai Premi David di Donatello 2025. La cerimonia è stata condotta da Geppi Cucciari che con ironia ha subito cercato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.

“Ministro voglio portarle la mia solidarietà, – ha detto la Cucciari – perché molti sottolineano eccessivamente la sua potente retorica, il suo eloquio forbito, la parola che squadra da ogni lato l’animo nostro informe. In realtà sono sempre interventi cristallini, lei è l’unico ministro i cui interventi possono essere addirittura ascoltati al contrario come un disco dei Black Sabbath e a volte migliorano”.

La presentatrice e attrice ha poi introdotto proprio l’intervento del ministro Giuli, “il momento più atteso da Google Translate”. Nel cominciare il suo discorso, Giuli ha quindi scherzato: “Un saluto a Geppi, che al contrario potrei chiamare anche ‘Ippeg’, senza fraintendimenti”. Cucciari ha quindi risposto: “Rimaniamo così, amici”, lasciando quindi il palco al ministro.

Dopo l’intervento del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, la conduttrice ha intervistato il vincitore del David alla carriera, Pupi Avati e il vincitore del Premio Cinecittà David 70, Giuseppe Tornatore. La lettura delle candidature ai Premi “David di Donatello” è stata intervallata dall’esecuzione di alcuni brani tratti da colonne sonore del cinema internazionale, eseguiti da Rita MarcoTulli, al pianoforte, e da Carla MarcoTulli, alla voce. La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica.

“Il testimone del cinema passa di mano in mano. – ha detto il presidente della Repubblica – E le professionalità che lo animano si arricchiscono anch’esse sempre di più. Con gli attori, i registi, i produttori, i più conosciuti e amati dal pubblico, ci sono tante persone oggi indispensabili per fare buon cinema. Anch’essi creatori di cinema. Per fortuna, noi italiani annoveriamo eccellenze in molti di questi ambiti e la nostra qualità è riconosciuta, ammirata, ricercata. Si temeva qualche anno fa che la televisione, e poi il web, il moltiplicarsi delle piattaforme, avrebbero compresso il cinema, il suo linguaggio, il suo ruolo artistico e culturale”.

E ancora: Oggi possiamo registrare che il cinema ha vinto la sfida dell’interdipendenza o, se si vuole, dell’integrazione con altre piattaforme, della ‘contaminazione’ con altri linguaggi. Ha elaborato nuovi canoni, ha inventato nuovi generi, non è rimasto uguale a se stesso, è stato capace di portare la sua cultura narrativa e l’esperienza maturata nei decenni in un sistema audiovisivo più ampio”.

Infine: “È questo un processo che riguarda l’estetica del cinema, il suo racconto, ma anche la parte industriale, dalla produzione alla distribuzione, alle sempre più articolate modalità di fruizione. Oggi è impensabile il futuro del cinema senza gli apporti e le sfide delle multi-piattaforme. Ma la cultura e la professionalità proprie del cinema, inalterate, restano essenziali per la qualità che è in grado di fornire”.

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Il Fatto Quotidiano

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