“Mio papà Bill Gates ha la sindrome di Asperger, quando porto a casa un ragazzo è terrificante”: le rivelazioni della figlia Phoebe
- Postato il 3 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La figlia minore di Bill Gates, Phoebe, ha rivelato pubblicamente per la prima volta la sindrome di Asperger del padre, il co-fondatore di Microsoft. 22 anni, figlia minore del magnate e di Melinda French Gates, la ragazza ha offerto uno spaccato inedito e umanissimo della sua vita familiare durante una chiacchierata nel popolarissimo podcast “Call Her Daddy” di Alex Cooper. E, come riferisce l’Independent, quasi en passant, ha confermato pubblicamente una condizione del padre di cui si vociferava da tempo: il co-fondatore di Microsoft, 69 anni, ha la sindrome di Asperger.
Parlando della non semplice esperienza di presentare un fidanzato al celebre padre, Phoebe ha raccontato: “Per il ragazzo, è terrificante. Per me, è spassoso perché mio papà è piuttosto impacciato dal punto di vista sociale. Come ha detto in precedenza, ha l’Asperger. Quindi, per me, è così divertente”. È la prima volta che un membro della famiglia Gates menziona esplicitamente la sindrome di Asperger (una forma di disturbo dello spettro autistico, ASD, caratterizzata spesso da interessi specifici e difficoltà nell’interazione sociale, pur con intelligenza e linguaggio nella norma o superiori). Bill Gates stesso, pur non avendo mai usato pubblicamente questa etichetta specifica, aveva più volte riflettuto sulla sua neurodivergenza.
Nella sua autobiografia del 2025, “Source Code”, il magnate della tecnologia ha scritto chiaramente: “Se fossi cresciuto oggi, probabilmente sarei stato diagnosticato nello spettro autistico”. Ha ricordato come, nella sua infanzia, “il fatto che alcuni cervelli processassero le informazioni diversamente dagli altri non fosse ampiamente compreso”. E ha aggiunto: “I miei genitori non avevano guide o manuali per aiutarli a capire perché il loro figlio diventasse così ossessionato da certi progetti, mancasse di segnali sociali e potesse essere maleducato e inappropriato senza sembrar notare l’effetto sugli altri”. Il termine “neurodivergente“, sottolineava, sarebbe stato coniato solo negli anni ’90, e i test formali per l’ASD introdotti solo negli anni ’80, quando lui era già adulto.
Anche in un’intervista rilasciata ad Axios lo scorso febbraio aveva ribadito: “Ho sempre saputo di essere diverso in modi che confondevano le persone, per il mio livello di energia e intensità, e per il mio isolarmi a studiare le cose”. E sulla difficoltà nelle relazioni: “È un po’ confusionario quando sei bambino […] che sei diverso […] o le tue abilità sociali — stai fraintendendo varie cose”. Gates aveva anche raccontato il momento, circa 25 anni fa, in cui qualcuno gli suggerì per la prima volta questa possibilità: “Qualcuno mi disse, ‘Sei nello spettro?’ […] Ricordo di aver pensato, ‘Che diavolo?… Dirigo un’azienda maledizione!’. E poi ho realizzato, beh, in realtà, è probabilmente vero. Voglio dire, la cosa dello spettro è confusionaria”.
L’impaccio sociale descritto da Bill Gates trova eco nei racconti divertiti (ma all’epoca mortificanti) di Phoebe. L’aneddoto più esilarante riguarda un ballo scolastico: “Non lo dimenticherò mai. Era uno dei miei primi balli, forse al secondo o terzo anno. Non avevo ancora un fidanzato fisso, e mia madre aveva ‘iscritto’ mio padre per accompagnarci in macchina, me e il ragazzo”. Durante il tragitto, non solo Bill si fermò a prendere del cibo da fast food, ma “ha sbagliato il nome del mio accompagnatore. Giuro, in quel momento volevo solo morire“. Oggi, però, la figlia riesce a riderne e usa persino queste situazioni come metro di giudizio per i suoi pretendenti: “Ora la cosa mi fa solo ridere. In effetti, è un buon test: se presenti un ragazzo a papà e lui reagisce bene, allora forse è quello giusto”.
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