Mondiali, Italia da sogno: Giannelli e Romanò asfaltano l’Argentina, risposta di carattere degli azzurri, De Cecco disarmato
- Postato il 21 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Hanno svegliato il cane che dorme, e qualcuno farebbe bene a prendere appunti. Perché questa è l’Italia campione del mondo in carica (e vice campione d’Europa) che tutto il mondo sapeva di aver conosciuto: il 3-0 sull’Argentina è una lezione di tecnica e gioco, tutt’altro che semplice pensando al valore dell’avversario, mandata a referto con i tempi giusti e la faccia giusta. Quella cattiva di chi si è sentito punto nell’orgoglio, e che adesso vuol dimostrare di essere capace di tutto, anche di confermarsi sul trono del mondo.
- La risposta dei giovani “vecchi”: Argentina senza armi per replicare
- Bottolo non fa più rimpiangere Lavia
- Italia superiore quando conta: Romanò show nel terzo set (tre ace di fila!)
- Adesso tutti vogliono la rivincita col Belgio
La risposta dei giovani “vecchi”: Argentina senza armi per replicare
Se sarà rivincita col Belgio nei quarti di finale, tanto meglio: sono passati 5 giorni dalla nefasta recita nella partita del girone eliminatorio, ma sembra tutto un altro vivere. Perché se il 3-0 sull’Ucraina era servito per riaccendere il motore, quello sull’Argentina ha detto che l’Italia ha cominciato a spingere forte.
Soprattutto con i “vecchi”, che vecchi non sono ma che ormai bazzicano certi livelli internazionali da una vita, e pertanto sembrano più anziani di quel che dice la carta d’identità: capitan Giannelli e Romanò su tutti, ma anche Michieletto (un diesel che quando si accende prende forza e vigore), e pure Russo, riemerso dopo mesi complicati per via dell’operazione all’ernia del disco.
De Giorgi ha ritrovato la sua Italia, quella che sa sempre come gestire i momenti delicati e che sa rispondere colpo su colpo, senza paura, quando più se ne avverte il bisogno.
Bottolo non fa più rimpiangere Lavia
Perché i campioni sanno come venir fuori quando conta: prendere i tre ace consecutivi di Romanò in chiusura di terzo set, decisivi per scavare il solco che ha portato gli azzurri ad avere 4 palle match. Oppure le rigiocate di pura astuzia con le quali Giannelli ha chiuso la pratica nei primi due set, finì alle giocate offensive di un Michieletto tornato ad essere incisivo come ai bei tempi, top scorer di giornata con 15 punti (3 a muro) mentre Romanò ne ha firmati 14 e Bottolo 13.
Altra pedina chiave, Mattia Bottolo: se in ricezione aveva fatto tanta fatica nei primi due match, adesso il vento è cambiato, con la fiducia che ha prodotto dividendi anche in attacco. E per la prima volta si è sentita meno anche l’assenza di Lavia, uno che avrebbe fatto comodo a una nazionale che pure sembra aver trovato finalmente i suoi equilibri.
Italia superiore quando conta: Romanò show nel terzo set (tre ace di fila!)
L’Argentina si è dimostrata squadra ostica, molto efficace in difesa e sempre propositiva in avanti. Ma De Cecco tra una magia e l’altra ha capito a un certo punto che di più non poteva fare: Vicentin è stato il più continuo dei suoi, Palonski ha fatto molta più fatica e alla lunga la differenza tecnica e di esperienza a certe latitudini è venuta fuori.
Brava l’Italia a non disunirsi nel primo set, che per due terzi ha visto gli argentini avanti (anche 17-14) prima che un paio di muri di Michieletto e Russo rimettessero le cose a posto. Sul 23-22 per gli azzurri è ancora Michieletto a chiudere uno scambio lunghissimo, reso possibile da una battuta ficcante di Bottolo che per poco non pesta la linea (Mendez, futuro tecnico di Trento, ci prova ma il video lo respinge indietro).
Anche nel secondo set partono meglio gli argentini, ma un parziale di 6-1 a metà set distrugge i piani dei sudamericani, che non trovano sbocchi a muro e soffrono la regia sapientemente ispirata di Giannelli. Nel terzo l’Argentina si gioca il tutto per tutto, uscendo meglio dai blocchi ma poi faticando a scappare. E al servizio, l’arma che De Giorgi aveva detto essere fondamentale per spianarsi il terreno, l’Italia si rimette a posto: ace di Bottolo, ace di Michieletto, poi tre in fila di Romanò e 3-0 sul velluto (25-23, 25-20, 25-22).
Adesso tutti vogliono la rivincita col Belgio
E adesso? Aspettando il risultato di Belgio-Finlandia, è chiaro che tutti si aspettano di ritrovare i Dragoni Rossi per guadagnarsi una bella rivincita.
Una cosa va detta chiaramente: se l’Italia gioca così, Reggers o non Reggers il Belgio mai si sognerebbe di starle addosso. È la risposta a chi diceva che il ciclo di Giannelli, Romanò e compagnia cantante fosse ormai destinato a tramontare in fretta. Loro hanno risposto da campioni, De Giorgi si è fidato dei suoi pretoriani (altra gara senza cambi: giocano quei 7, e i conti li fanno tornare sempre) e adesso tutti cominciano a pensare che ci sarà da scendere a patti con questa Italia.
Con la semifinale (annunciata?) con la Polonia sullo sfondo a rendere il tutto ancora più elettrizzante. Se davvero dovessero essere così, sarebbe come una finale anticipata: ma questa Italia non avrebbe alcuna paura di giocarsela. Perché in 5 giorni è cambiato veramente l’orizzonte.