Mondiali, Pilato ha il mal d'animo, ma dopo Parigi 2024 ha fatto scuola: Quadarella negli 800 è quarta, ma felice

  • Postato il 2 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Alla fine Benedetta Pilato c’è sempre, nel bene e nel male. Stavolta, più la prima: col terzo tempo assoluto s’è presa la finale dei 50 rana, la gara che nelle competizioni iridate gli ha dato più soddisfazioni (due argenti e due bronzi in 4 edizioni) e che domani potrebbe vederla salire sul podio per la quinta volta in carriera. E non sarà un problema se il metallo, ancora una volta, differirà dall’oro: dovesse centrare una medaglia, avrebbe un valore inimmaginabile. Anzi, sarebbe forse la più importante e significativa di tutta una carriera.

Benny, non va tutto come dovrebbe: “Non è come volevo…”

Perché Benedetta lo sa che a Singapore è andata con una marea di punti interrogativi in testa. E con uno stato d’animo che non è quello col quale avrebbe voluto rapportarsi con se stessa, oltre che con la vasca di un mondiale. “La notizia bella è che sono in finale, e va bene così”, ha spiegato al termine della semifinale.

Ma è l’unica notizia bella, e lo dico con grande sincerità. Prima della semifinale ho avuto un momento di confusione, perché ho vissuto tutto veramente male: l’attesa della gara, la pressione del dover fare risultato, tutte cose che mi ero ripromessa di non voler provare. Avevo un obiettivo quando sono salita sull’aereo che mi ha portato in Asia: vivere questo mondiale con grande serenità, e invece mi sto rendendo conto che non ci sto riuscendo. Il tempo che ho fatto è frutto di tanta testa e tanto cuore, ma non c’è molto altro. Diciamo però che sono entrambe cose di valore, e questo mi deve bastare”.

Il tempo per scherzare però l’ha trovato: “Una ragazza del pubblico mi ha regalato una maglia con tante mie foto serigrafate… insomma, è forse il regalo più brutto di sempre che ho mai ricevuto, però è stata carina a impegnarsi a farla, e allora merita comunque un plauso”.

Meilutyte farà gara a se, ma Pilato vale una medaglia

Pilato domani alle 13.09 proverà a conquistare la quinta medaglia nei 50 rana nei mondiali in vasca lunga, consapevole che tirar via l’oro dalla lituana Ruta Meilutyte, che in semifinale ha viaggiato praticamente su un altro pianeta (quasi un secondo più veloce di tutte con 29”54).

Benedetta ha chiuso col terzo tempo complessivo a 30”20, lontana dal 29”87 nuotato a maggio al Mare Nostrum, ma comunque in linea con quelle che potranno essere le aspettative di medaglia in una finale dove (salvo sorprese) ci si giocherà due medaglie in 7, perché Meilutyte viaggia spedita verso il quarto oro consecutivo ai mondiali.

Anche Anita Bottazzo ha rispettato il pronostico, nuotando 30”31 ed entrando in finale con il settimo tempo complessivo. Domani non sarà facile venir via con qualcosa in mano, ma soprattutto Pilato proverà a spingersi ancora una volta oltre i propri limiti.

Quadarella quarta e felice: “Di più non potevo proprio fare”

La penultima giornata di gare a Singapore ha ricordato qualcosa che Benny Pilato ha cercato di esportare nel mondo dello sport italiano: il concetto che anche un quarto posto può valere quasi quanto una medaglia, specialmente se sai di aver dato tutto quello che potevi. Pilato ebbe una discussione al riguardo con Elisa Di Francisca dopo la gara dei 100 rana a Parigi 2024, accusata di festeggiare per un bronzo mancato per un centesimo (e un argento per 6), Simona Quadarella invece non ha dovuto discutere con nessuno, ma s’è dovuta comunque accontentare del legno nella finale degli 800 metri stile libero.

Una gara spaziale, la più veloce di sempre: con 8’12”81 la nuotatrice romana ha abbassato di più di un secondo il record europeo della specialità che resisteva dal 2008, ma ciò non le ha permesso di salire sul podio, nonostante in qualunque altra gara della storia tra mondiali, europei ed olimpiadi una medaglia con quel crono se la sarebbe messa al collo. Non stavolta, perché Ledecky (8’05”62, 23esimo oro su 30 medaglie mondiali), Pallister (8’05”98) e McIntosh (8’07”29) hanno scavato un solco impossibile da colmare.

“Dopo Parigi, raccolgo un altro quarto posto, ma in una situazione ben diversa”, ha commentato Simona. “Non mi aspettavo tutto questo: sapevo che salire sul podio sarebbe stato complicato, allora ho puntato tutto sul record europeo, spingendo al massimo. Ledecky è un mito e gareggiare con lei è motivo d’orgoglio. Queste avversarie così forti ti spingono a superare i propri limiti, ma io sono entusiasta del percorso che sto facendo. Sto crescendo, è vero; ci sono tante giovani che spingono. Ma io sono motivatissima”. Un esempio per ogni atleta.

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Virgilio.it

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