Monopattini, lo “stop alla giungla” annunciato da Salvini? Mancano ancora i decreti attuativi e (in 6 mesi) i morti sono più della metà dell’intero 2024

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Casco, assicurazione e targa. Finalmente, con il nuovo Codice della Strada, stop alla giungla dei monopattini“. È il 17 dicembre del 2024 e, a pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme, Matteo Salvini esulta con un post sui social. Ma le grandi novità annunciate dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – tra interviste nei tg e dichiarazioni piene di enfasi – hanno davvero prodotto dei risultati? Se l’altro cavallo di battaglia della riforma – quello relativa guida dopo avere assunto sostanze stupefacenti – è finito alla Corte Costituzionale per possibili vizi di costituzionalità (tra l’irritazione delle associazioni dei pazienti e linee guida ministeriali che sollevano altri dubbi), il capitolo monopattini elettrici è tutt’altro che definito. Innanzitutto perché, a quasi 7 mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme, l’obbligo di targa e assicurazione rimangono ancora lettera morta: il ministero guidato da Salvini, infatti, non ha ancora pubblicato i decreti attuativi necessari per regolamentare le novità. E se il Mit parla di primi esiti “molto confortanti“, i dati sugli incidenti mortali che coinvolgono persone alla guida di monopattini sono tutt’altro che confortanti: in sei mesi più della metà dei morti registrati nell’interno 2024 (l’anno con il numero di vittime più alto).

L’attesa per i decreti attuativi su assicurazione e targa – Come previsto dalla legge 25 novembre 2024, n. 177, “i proprietari dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica hanno l’obbligo di chiedere il rilascio di apposito contrassegno identificativo adesivo, plastificato e non rimovibile, stampato dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato secondo le modalità previste con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze, che stabilisce altresì il prezzo di vendita dei contrassegni”. Questi e altri dettagli devono pertanto essere stabiliti da un decreto ministeriale del leader della Lega, cosa che ancora non è stata fatta. Lo stesso vale per quanto previsto dall’altro comma che stabilisce che i monopattini “non possono essere posti in circolazione se non sono coperti dall’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi”.

L’obbligo del casco e le norme già in vigore – Se per obbligo di targa e assicurazione bisognerà attendere ancora i decreti attuativi, le norme già in vigore relative ai monopattini prevedono: la possibilità di circolare solo nei centri abitati, su strade con limite di velocità sino a 50 km/h; il divieto di circolazione contromano; l’obbligo – per i gestori di servizi di noleggio – di dotare veicoli di sistemi automatici che impediscano il funzionamento degli stessi al di fuori delle aree in cui è consentita la circolazione e, infine, l’obbligo di uso del casco per tutti, indipendentemente dall’età (prima riguardava solo i minorenni). Quest’ultima novità sembra essere poco applicata. Da dicembre sono arrivate le prima multe, ma basta osservare le persone a bordo di monopattini nelle grandi città per notare che in pochi circolano indossando il casco. C’è poi il problema dello sharing. Come si legge sul sito mobilità del Comune di Roma “a proposito dell’obbligo di casco, da sottolineare che è dovere dell’utente portarlo con sé per poter noleggiare il monopattino. Per le aziende, infatti, c’è tra gli altri un problema di spazio: sui monopattini non è presente, come invece sui motorini, un vano porta-casco”, viene spiegato. Da mesi proprio le associazioni di categoria hanno più sollecitato un’accelerazione per avere il prima possibile un quadro chiaro per un settore che ha già risentito pesantemente delle nuove norme, tra riduzione del fatturato e ripercussioni anche sul fronte dell’occupazione.

I numeri “incoraggianti” presentati dal ministero – Nonostante questo, a fine maggio una nota ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sottolineava i “primi esiti incoraggianti”. Il vicepremier leghista, in quei giorni, aveva infatti informato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, “sui primi effetti dell’applicazione delle modifiche alla normativa sui monopattini elettrici”. “L’obiettivo – si legge nella nota – è stato quello di arrestare o arginare il trend fortemente negativo del numero di incidenti che vedevano coinvolti i monopattini elettrici al fine di assicurare una maggiore sicurezza nella micromobilità”. Così il ministero presenta i dati dell’andamento “molto confortante”, con le informazioni condivise da Polizia Stradale e Carabinieri. Viene fatto presente che “i dati relativi ai primi tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada testimoniano una significativa riduzione del tasso di incidenti stradali (-5,5%) con un -20,4% di vittime e un -8,8% di feriti“. Ma dopo le polemiche dello scorso gennaio – sulla riduzione degli incidenti stradali annunciata da Salvini e subito sbugiardata dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps) – nella nota, questa volta, viene precisato “che questi elementi si riferiscono ai soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri, che intervengono nel 34% degli incidenti, mentre il restante 66% dei sinistri è rilevato dalle Polizie Locali“.

I dati di Asaps: “13 morti in 6 mesi, contro i 20 di tutto il 2024” – E così, anche questa volta, è l’Osservatorio Monopattini di Asaps-Sapidata – che monitora i sinistri in tempo reale, con tanto di geoportale – a fare il punto sui numeri reali degli incidenti con vittime persone in monopattino. E non sono certo “incoraggianti”. Dal primo gennaio al 23 giugno 2025 sono stati 13 i decessi, dodici uomini e una donna: la vittima più anziana è stata un 61enne, la più giovane un 15enne torinese. A questi va aggiunta la 14esima vittima, un calciatore 17enne morto in ospedale a seguito di in un incidente stradale avvenuto nella notte di mercoledì 25 giugno sulla via Casilina a Roma. In tutto il 2024 (l’anno con il record di vittime alla guida di monopattini) i decessi registrati erano stati 20, 19 nel 2023 e 12 sia nel 2022 che nel 2021. Se l’obiettivo era quello di ridurre il numero delle vittime e aumentare la sicurezza stradale la riforma entrata in vigore a dicembre scorso pare non avere ottenuto i risultati sperati.

“L’organica revisione” futura – Nella nota del Mit del 27 maggio scorso, comunque, non c’è nessun riferimento ai decreti attuativi per targa e assicurazione. Il ministero però sottolinea di avere chiesto all’Anci e al Viminale “i dati relativi al numero di infrazioni contestate in materia di circolazione dei monopattini”. Ricognizione che sarà “estremamente utile” anche in funzione, si legge, di una “organica revisione del codice della strada“, a cui si sta “sinergicamente lavorando nell’ambito del Tavolo tecnico appositamente istituito lo scorso 26 febbraio”. Viene infatti evidenziato che attualmente “la disciplina sui monopattini risulta ancora non inserita nel codice. L’obiettivo finale è intervenire con una disciplina codicistica a regime in materia di micromobilità che riguardi sia i monopattini che i velocipedi”. In attesa dei decreti ministeriali e della nuova revisione del codice, lo “stop alla giungla dei monopattini” sembra pertanto ancora molto lontano.

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