Mons. Fisichella: “Ecco le nuove sentinelle del mattino”
- Postato il 31 luglio 2025
- Attualità
- Di Paese Italia Press
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Il Giubileo della Speranza è un grande incontro di giovani da 146 paesi, un’occasione per fare festa, stringere nuove amicizie e offrire solidarietà a chi viene da zone di conflitto. È fondamentale ascoltare i giovani per capire come intendono costruire il loro futuro. Giovani che si sono incontrati in piazza San Pietro per la Santa Messa di apertura; hanno ricevuto il saluto e l’invito di Papa Leone XIV. E tra qualche giorno, a Tor Vergata, 25 anni dopo l’incontro con Giovanni Paolo II, attendono un nuovo mandato dal Santo Padre, pronti a evangelizzare anche con le nuove tecnologie, portando avanti l’unica fede di sempre. E la memoria torna proprio all’anno 2000, facendo di questo Giubileo dei Giovani una vera e propria GMG, una Giornata Mondiale della Gioventù, pronta a mettersi in ascolto e in cammino insieme a Gesù, come “compagno di strada”.
Una unità da 146 Paesi
È tipico del mondo giovanile poter trovare momenti di festa, questo giubileo è un grande incontro tra i giovani che vengono da 146 Paesi diversi uno dall’altro, un incontro alla luce dell’entusiasmo. Questo è tipico dei giovani, soprattutto quando potranno fare nuove amicizie e soprattutto direi anche poter abbracciare tanti giovani che vengono da paesi che attualmente sono in un periodo di violenza e di guerra. Ecco l’importanza di far sentire a questi giovani un abbraccio, la loro solidarietà e la forza anche dell’unità, del poter andare avanti tutti insieme”.
A distanza di 25 anni
Mons. Fisichella ha poi sottolineato la nostra tendenza a giudicare, dare consigli, a dire loro quello che devono fare. Questo evento può diventare invece l’opportunità di far palare direttamente loro, “per poterli ascoltare, per poter essere in grado di dire cosa pensano del loro futuro e come lo vogliono costruire insieme”. Si ritorna a Tor Vergata: dopo 25 anni sono cambiati un po’ i mezzi, anche i metodi, giovani in attesa di ricevere dal Papa un mandato o un invito, giovani anche capaci di evangelizzare eventualmente anche con le nuove tecnologie. “I metodi dell’evangelizzazione – ha aggiunto il pro prefetto – si modificano a seconda delle culture, a seconda delle tradizioni. L’evangelizzazione è un sostantivo, gli evangelizzatori sono una realtà. Quindi abbiamo bisogno di riscoprire questo appuntamento di Tor Vergata, che, a distanza di 25 anni e di diverse generazioni, ha sempre un suo richiamo”.
Prendendosi per mano
Risuonano in queste giornate le grida gioiose di ragazzi e ragazze che, pur nelle diverse lingue, sono in grado di comprendersi gli uni con le altre. Con il kit del pellegrino i giovani del Giubileo 2025 sono pronti a mettersi in cammino, affrontare qualche fila, il sole, il caldo, ad attendere per poter superare qualche varco di accesso. E poi sono pronti ad aiutare il prossimo, magari prendendo anche la tua mano per formare con loro un unico treno umano – fondamentale per non perdersi tra la folla – e aiutarti a uscire a riprendere la strada del ritorno verso i punti di ritrovo. Eccoli in mezzo alla strada, magari mentre consumano un pasto veloce: chi un frutto, chi un panino. E via al prossimo appuntamento.
Direzione Tor Vergata
Roma sta rispondendo bene a questa ondata di gioia. Richiama quel “chiasso” tanto amato da San Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000. E sono pronti a mettersi in cammino. Prima al Circo Massimo per accostarsi al Sacramento della Confessione. E poi verso Tor Vergata dove li attende la veglia di sabato e la Santa Messa conclusiva della domenica con Papa Leone XIV. “Dire Tor Vergata – ha confermato Mons. Fisichella – significa ricordare il messaggio di Giovanni Paolo II ad essere sentinelle del mattino e adesso attendiamo con grande fiducia il messaggio che Papa Leone vorrà dare ad altri giovani. In ogni caso c’è una continuità perché c’è la trasmissione dell’unica fede di sempre”.
Fonte: Interris.it
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