Morte del portuale Macciò: una simulazione dell’incidente per ricostruire l’investimento al terminal di Pra’

  • Postato il 2 maggio 2025
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Genova. Si svolgerà a partire dal 20 maggio con il primo sopralluogo al terminal Psa di Pra’ la prima parte della consulenza tecnica che dovrà stabilire come sia potuta accadere la tragedia in cui ha perso la vita il portuale Giovanni Battista Macciò, morto il 18 dicembre scorso, schiacciato dalla ralla guidata dal collega Patrizio Randazzo.

A sei mesi dall’infortunio mortale è difficile dimenticare le immagini del mezzo che dopo aver fatto inversione sembra puntare dritto verso la ralla ferma dietro la quale il lavoratore 52enne stava lavorando per verificare i sigilli di un container. E’ stato preso in pieno e non ha avuto scampo. Ferito il collega che era seduto al posto di guida della ralla ferma colpita da quella di Randazzo. Quest’ultimo si è difeso dicendo di aver avuto un colpo di sonno dovuto al troppo lavoro e a un farmaco, ma ora sarà l’ingegnere fiorentino Filippo Begani, consulente tecnico della procura e specializzato in ricostruzioni cinematiche di sinistri stradali a dover approfondire e ricostruire in loco quanto accaduto con l’ausilio di simulazioni, calcoli e software compresa l’IA .

Alcuni degli indagati hanno nominato come perito di parte il genovese Marco Sartini, considerato il massimo esperto nelle perizie cinematiche in città.

La base dell’incidente probatorio è costituita dagli accertamenti e dalle misurazioni fatte subito dopo l’incidente dalla polizia stradale e dagli specialisti dello Psal della Asl3, guidati dall’ingegnere Gabriele Mercurio. Alla pm hanno fornito in questi mesi una grande mole di materiale tecnico (che riguarda la dinamica del fatto ma anche tutti gli aspetti legati all’organizzazione del lavoro sul piazzale, alla formazione dei dipendenti e alla sorveglianza sanitaria relativa ai lavoratori impiegati nelle diverse mansioni al terminal e a tutta la documentazione relativa ai mezzi utilizzati).

La ralla guidata da Randazzo ancora sotto sequestro

La ralla utilizzata da Randazzo, sulle carte, è risultata perfettamente nuova e funzionante, completa di tutte le certificazioni relative alla manutenzione. Ma il mezzo è sotto sequestro dal 18 dicembre e sarà solo il 20 maggio che per la prima volta i consulenti tecnici potranno metterla in moto per ispezionarla e verificare che non ci sia stato un guasto. E’ quando richiede uno dei quesiti posti dalla pm Arianna Ciavattini, così come se sulla base di quanto risulta dalla documentazione sanitaria e dagli accertamenti clinici le condizioni psico-fisiche di Randazzo possano o meno aver inciso sulla sua condotta alla guida.

Nuovi accertamenti medici sull’investitore

Randazzo era risultato positivo alla cannabis, pur non “alterato” al momento delle analisi. Era stato lui stesso ad ammettere di avere “fumato una canna il giorno prima” dell’incidente “per addormentarsi”, oltre a chiarire di assumere un farmaco per la dispnea che avrebbe potuto causargli sonnolenza, accentuata dall’iper lavoro. A rispondere al quesito sarà in questo caso la medico legale Francesca Fossati. Diversi imputati

La dinamica: i dubbi sulle frenate e sul raddrizzamento della ralla

Al centro della perizia ci saranno poi le misurazioni della dinamica che ha portato all’impatto che devono calcolare velocità del mezzo e la direzione inspiegabile che ha preso. Dal filmato in molti hanno notato due possibili momenti di frenata (a indicarli sembrano essere proprio le luci dei freni) ma saranno proprio i calcoli tecnici a dover dire se ci sono stati oppure no analizzando lo spazio di manovra e la velocità massima del mezzo, che è di 30 Km/h. Ancora, sotto la lente dei consulenti ci sarà proprio l’inversione a “U” effettuata dalla ralla e il successivo raddrizzamento di un mezzo privo di servosterzo, il che farebbe pensare che sia stato raddrizzato dal guidatore. Ma se è andata davvero così appunto lo diranno le indagini tecniche.

Oltre a Randazzo, difeso dagli avvocati Paolo Scovazzi e Federico Ricci (che al momento non hanno nominato nessun consulente tecnico) sono indagati per omicidio colposo in concorso anche Antonio Benvenuti, console della Compagnia Unica, difeso dall’avvocato Andrea Vernazza, e diversi dipendenti del Psa, rappresentati dagli avvocati Pietro Bogliolo e Paolo Costa. La corresponsabilità del console della Culmv e dei dipendenti del terminal è ipotizzata dall’accusa in relazione agli aspetti relativi all’organizzazione del lavoro nel piazzale, a partire dal rispetto della normativa sulla sicurezza.

Autore
Genova24

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