Morte di Vincenzo Spera, a oltre due anni dalla tragedia passo indietro della Consap: ancora nessun risarcimento alla famiglia
- Postato il 13 maggio 2025
- Cronaca
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni


Genova. L’accordo tra la vedova di Vincenzo Spera e i famigliari del 18enne che nel marzo di due anni fa investì e uccise il promoter genovese in una sera di pioggia in corso Magenta a Castelletto è stato trovato, ma la Consap (che gestisce il Fondo per le vittime della strada) ha fatto un passo indietro bloccando tutto.
E’ questo l’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina davanti alla giudice Carla Pastorini che non ha potuto far altro che verbalizzare lo stop che avrebbe dato il via libera al risarcimento dei famigliari già concordato con l’assicurazione (la Reale Mutua) a cui la stessa Consab si affida ma che oggi ha dovuto comunicare il mancato via libera della mandataria. Il problema – si apprende – riguarderebbe l’assenza o quasi di risarcimento per gli altri parenti di Spera (due fratelli e alcuni nipoti).
La cifra concordata è ancora top secret. L’udienza è stata aggiornata al 12 giugno ma non è chiaro se ci sia o meno possibilità che in quella data l’esito sia diverso. In caso contrario gli avvocati Cesare e Francesca Manzitti, che rappresentano i famigliari più stretti di Spera, dovranno affidarsi a una causa civile con tempi più lunghi e ulteriori anni di attesa.
L’intervento del Fondo di garanzia per le vittime della strada (gestito dalla società pubblica Consap) è diretta conseguenza del fatto che la vespa guidata da Lorenzo P. aveva per un errore del padre del ragazzo (intestatario del mezzo) l’assicurazione non valida. Non potendo intervenire l’assicurazione del proprietario interviene un fondo pubblico di garanzia che dovrebbe pagare in tempi rapidi e poi rivalersi sui responsabili. Ma in questo caso i tempi si sono allungati e ad oggi il risarcimento è tornato in forse.
Comunque vada, nella prossima udienza il giovane investitore Lorenzo P, difeso dagli avvocati Nicola Scodnik e Carlo Contu, chiederà il rito alternativo: patteggiamento o rito abbreviato.
Il ragazzo, che all’epoca aveva 18 anni e quella sera andava a un allenamento di calcio, aveva investito Spera perché non lo aveva visto attraversare la strada. Era finito in ospedale dopo l’impatto e ha sempre dichiarato di aver appreso del fatto quando si era risvegliato in ospedale. Non era ubriaco né drogato ma forse a causa della pioggia sul parabrezza del motociclo non lo ha visto. Non andava neppure troppo veloce e avrebbe avuto il tempo di frenare aveva stabilito la consulenza tecnica disposta dalla procura all’ingegner Marco Sartini. La vespa andava a 43 Km/h, velocità sotto i limiti consentiti. Certo, avrebbe dovuto andare probabilmente più piano vista la scarsa visibilità dovuta al parabrezza e alla pioggia, e avrebbe dovuto precauzionalmente rallentare in vista di un attraversamento pedonale. Ma sul luogo dell’incidente non era stata trovata la minima traccia di frenata, a ulteriore dimostrazione che il 18enne non aveva proprio visto Spera che attraversava la strada e lo aveva preso in pieno. Il promoter era morto qualche ora dopo in ospedale.