Morti sul lavoro, Basilicata peggio di tutti

  • Postato il 28 aprile 2025
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Morti sul lavoro, Basilicata peggio di tutti

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Basilicata al primo posto in Italia per l’incidenza degli infortuni. Un anno fa era la penultima. L’indice sul totale degli occupati è del 15,2, la media nazionale è del 4,2. Una situazione drammatica: tra le 107 province, Potenza è sesta, Matera ottava


Pessime notizia per la Basilicata nella giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro: la regione è prima nella classifica italiana sull’indice di incidenza di casi mortali. Un anno fa era al diciannovesimo posto. In zona rossa, con un’incidenza come quella lucana «superiore del +25% rispetto alla media nazionale» ci sono anche Umbria, seconda in questa allarmante graduatoria e Trentino Alto Adige, terzo.

LAVORO E MORTI, DRAMMA IN BASILICATA

Seguono Puglia, Liguria, Abruzzo e Calabria. I dati, riferiti a febbraio 2025, sono stati elaborati dall’Osservatorio di Vega Engineering su base Inail in occasione della giornata mondiale della sicurezza sul lavoro che si celebra oggi, lunedì 28 aprile. In Basilicata l’indice di incidenza di casi mortali sul totale degli occupati (che secondo i dati Istat 2024 sono 196.765) è del 15,2. La media nazionale è del 4,2. L’incidenza si riferisce al numero di infortuni mortali che si verificano per ogni milione di occupati.

IN BASILICATA È ALLARME ROSSO

Fino a febbraio, registra il rapporto, in Basilicata gli infortuni mortali sono stati tre (5 in Umbria, che però ha circa 170mila occupati in più) e 6 in Trentino Alto Adige (dove i lavoratori sono tuttavia oltre 300mila in più). È allarme rosso in Basilicata: tra 107 province Potenza è sesta per quel che riguarda l’indice di incidenza, Matera è ottava. Nel capoluogo regionale l’indice è del 15,8 (con due casi fino a febbraio e 126.481 occupati). La città dei sassi invece ha un indice del 14,2, con un caso mortale su 70.284 lavoratori.

FINO A FEBBRAIO TRE GLI INCIDENTI MORTALI SUL LAVORO IN BASILICATA

Tre le tragedie, il 3% sul totale nazionale. Questi dati, relativi a febbraio, non annoverano ancora il tragico incidente avvenuto lo scorso 8 aprile in contrada Guirro di Borgo a La Martella, nel Materano, dove un 40enne di nazionalità indiana è deceduto mentre era al lavoro in una azienda agricola. L’uomo mentre svolgeva la sua mansioni sarebbe finito incastrato in una macchina rotoimballatrice. Inutile l’intervento del 118: per l’operaio non c’è stato nulla da fare. A livello nazionale i numeri non sono molto più incoraggianti. Dal 2021 ad oggi secondo l’Inail sono 4.442 i decessi sul lavoro.

BASILICATA, I DATI DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING

A febbraio sono già 101 gli infortuni mortali in occasione di lavoro (10 in più rispetto a febbraio 2024) e 37 (9 in più rispetto ad un anno fa) quelli in itinere (cioè avvenuti durante il tragitto che il lavoratore compie per recarsi al lavoro e per tornare a casa). «Va ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (17)», specifica il rapporto dell’ Osservatorio di Vega Engineering . Seguono Veneto (11), Puglia (9), Lazio, Piemonte e Toscana (8), Campania, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna (6), Umbria (5), Liguria (4), appunto Basilicata, Abruzzo e Calabria (3), Sicilia (2), Marche e Sardegna (1).

LEGGI ANCHE: Morti sul lavoro, Basilicata in zona rossa: oltre la media nazionale

LE REGIONI SENZA VITTIME

Ancora fortunatamente senza vittime nel 2025 sono Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Molise. In quale ambito lavorativo si verifica la maggior parte dei decessi durante il lavoro? Secondo il report attività manifatturiere e trasporti e magazzinaggio sono i settori più colpiti, entrambi finora con 12 vittime a livello nazionale. Seguono le costruzioni (11) e il commercio (7).
Il martedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno (20,8%).

INFORTUNI E DENUNCE


Per quanto attiene gli infortuni, anche a inizio del 2025 in Italia il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (9.324). Seguono: sanità (5.191), costruzioni (4.528), trasporto e magazzinaggio (4.435) e commercio (4.366). Va anche detto che «le denunce di infortunio totali diminuiscono, anche se di poco, rispetto a febbraio 2024 (-3,4%). Erano, infatti, 92.711 a fine febbraio 2024 e nel 2025 sono passate a 89.556».

LE DISTINZIONI DI GENERE

Poi ci sono le distinzioni per genere: «le denunce di infortunio delle lavoratrici a febbraio 2025 sono state 33.713 (27.306 delle quali sono denunce di infortunio in occasione di lavoro). Mentre sono 55.843 le denunce totali degli uomini (49.699 in occasione di lavoro). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a febbraio 2025 sono 7, mentre 8 hanno perso la vita in itinere, nel percorso casa-lavoro». Le denunce di infortunio dei lavoratori stranieri sono 17.450 su 89.556 (circa 1 su 5). E sono 14.944 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 77.005. «Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 21 -spiega il rapporto – mentre sono 9 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 18.742 denunce (il 20,9% del totale)».

IDENTIKIT DEI LAVORATORI A RISCHIO


Anche nel primo bimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino ha elaborato “l’identikit” dei lavoratori che sono ritenuti più a rischio per fascia d’età. E lo ha fatto sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). «Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza», sottolinea il rapporto dell’Osservatorio, infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (7,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (7,1) seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (4,4).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (38 su un totale di 101).

IL DOPPIO RISCHIO DEI LAVORATORI STRANIERI


Numeri che non lasciano scampo ad interpretazioni. Altro dato: gli stranieri sono soggetti ad un rischio doppio rispetto agli italiani: quelli deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono stati infatti 21 su 101, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 8,4 morti ogni milione di occupati, contro il 3,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

UN DRAMMA INESORABILE

«Nel primo bimestre 2025 il dramma continua inesorabilmente e tragicamente. Con un segno più che allarma soprattutto chi come noi lavora per la sicurezza sul lavoro quotidianamente. Perché rispetto al 2025 le vittime sono aumentate del 16%. Si contano già 138 decessi, 19 in più dello scorso anno. E sul podio dell’insicurezza nazionale, in zona rossa, c’è oltre un terzo della Penisola», ha spiegato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre.

LA GIORNATA MONDIALE SULLA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO


Un tema centrale, tanto che il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani (CNDDU), in occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro, invita le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado a dedicare momenti di riflessione, studio e sensibilizzazione sul tema fondamentale della sicurezza. «Questa giornata- recita una nota del Coordinamento – rappresenta un’opportunità straordinaria per riaffermare l’importanza della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, temi centrali per la tutela dei diritti umani e per la promozione di ambienti lavorativi sicuri, dignitosi e rispettosi della persona».

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