Morto il giudice che assolse Enzo Tortora, nel 2026 una serie sul caso con Fabrizio Gifuni
- Postato il 26 ottobre 2025
- Politica
- Di Blitz
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È morto Michele Morello, il giudice legato all’assoluzione di Enzo Tortora. Aveva 93 anni.
Enzo Tortora fu arrestato il 17 giugno 1983. Era stato accusato da alcuni pentiti di essere al centro di un traffico di droga gestito dalla camorra napoletana: arrestato, incarcerato e trascinato in un lungo processo, fu completamente assolto solo dopo anni di calvario giudiziario, nel 1986; morì due anni dopo, a soli 6o anni.
La vicenda stroncò una brillante carriera iniziata negli ani ‘50 a Genova fra il liceo Colombo e la Baistrocchi,e proseguita fra Milano e Roma.
Nel 2026 la vicenda di Enzo Tortora, già oggetto nel 2012 di una miniserie in due puntate su Rai1 con Ricky Tognazzi, sarà rievocata su HBO Max da Marco Bellocchio con nuova serie, la prima originale in italiano, intitolata “Portobello”, con Fabrizio Gifuni nella parte del giornalista presentatore.
Una serie di Bellocchio sul caso Tortora

La serie è stata scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore. La fotografia è di Francesco Di Giacomo. Produttori sono Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Simone Gattoni per Kavac Film. Nel cast oltre a Fabrizio Gifuni nel ruolo di Enzo Tortora, Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba, Alessandro Preziosi, Fausto Russo Alesi e Salvatore D’Onofrio.
Morello aveva 93 anni. Nella sua lunga carriera, ricorda Rainews.it, fu pretore, giudice del Tribunale di Napoli, poi in Corte d’Appello e procuratore aggiunto alla Procura Circondariale per poi chiudere da procuratore generale a Campobasso.
Il giudice galantuomo
Morello era noto come il “Giudice galantuomo” per preparazione, onestà intellettuale e gentilezza. Guido il processo d’appello a Enzo Tortora, in cui caddero le accuse costruite da alcuni pentiti della Nuova Camorra Organizzata nei confronti del presentatore, arrestato con l’accusa di associazione camorristica e traffico di stupefacenti e poi assolto con formula piena.
“Un giudice giusto ed equo, – commenta l’ Unione Camere Penali Italiana – che lesse, con l’attenzione che nessuno prima vi aveva dedicato, gli atti del processo a carico di Tortora e riuscì a sciogliere la matassa infame dei falsi pentiti che avevano accusato un uomo perbene”.
”Ancora oggi la vicenda di Enzo Tortora rimane esempio di quell’atteggiamento, fatto spesso di approssimazione e pregiudizio, che conduce all’errore giudiziario, a sentenze inique e a carcerazioni ingiuste. E, con Enzo Tortora, dobbiamo ricordare anche molti altri, che, come lui, sono stati vittime incolpevoli di malagiustizia – prosegue l’Ucpi – Il ricordo di Michele Morello deve, quindi, essere l’occasione per parlare, ancora una volta, delle vittime dell’errore giudiziario perché, se taluni hanno avuto la fortuna di incontrare un giudice coraggioso o un avvocato zelante, che ha scoperchiato verità nascoste sotto anni di carte processuali, molti altri sono ancora vittime della malagiustizia”.
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