Morto in pronto soccorso a Tropea: sei indagati per omicidio colposo
- Postato il 28 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Morto in pronto soccorso a Tropea: sei indagati per omicidio colposo

Sei persone tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari sono indagate a vario titolo per omicidio colposo per la morte nel pronto soccorso di Tropea di un uomo di 54 anni
VIBO VALENTIA – Sei operatori sanitari, tra medici, infermieri e OSS, del Pronto Soccorso dell’ospedale di Tropea, sono stati raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione alla morte di Fabio Cisotto, 54 anni, deceduto il 26 giugno del 2024 per arresto cardio-respiratorio secondario a shock anafilattico. Parte offesa la moglie della vittima, assistita dall’avvocato Francesco Rombolà.
L’atto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia, contesta agli indagati i reati di omicidio colposo aggravato e, per uno dei medici, anche di falsità ideologica in atto pubblico. Il Pubblico Ministero titolare del fascicolo è Maria Barnabei.
I Nomi degli Indagati e i loro Ruoli
Gli indagati, tutti difesi d’ufficio da avvocati del foro di Vibo Valentia, sono sei: Fidel Perez: (nato a Cuba, 58 anni) medico in servizio presso il Pronto Soccorso di Tropea. A lui è contestata anche la falsità ideologica in atto pubblico; Luigia Uslenghi (nata a Reggio Calabria ma residenze a Zambrone, 70 anni) Medico; Benedetto Taccone (nato a Tropea, 50 anni) Infermiere; Alfonso Stagno (nato a San Calogero, 56 anni) OSS, Vincenzo Guglielmino (nato a Catanzaro ma residente a Tropea, 47 anni) OSS; Rosa Russo (nata a Tropea, 54 anni) operatrice addetta all’assistenza.
I Fatti Contestati: Negligenza e Ritardo Terapeutico
Secondo le contestazioni, l’équipe sanitaria avrebbe agito per colpa generica (negligenza, imprudenza e imperizia) e colpa specifica (violazione di Linee Guida e buone pratiche clinico-assistenziali). Il decesso di Fabio Cisotto, (nato a Roma, il 21 gennaio 1970) è avvenuto il 26 giugno 2024 (dalle ore 15:00 alle ore 17:34). La Procura accusa che la sintomatologia del paziente, giunto in ambulanza, sia stata sottovalutata dagli operatori.
Le principali omissioni contestate a vario titolo sono omessa anamnesi ed esame obiettivo (Gli operatori sanitari non avrebbero svolto un’accurata anamnesi ed esame obiettivo, rassicurando ripetutamente la moglie del paziente, Loredana Fedeli, sul fatto che non fosse successo nulla); ritardo Terapeutico e Mancanza di Intervento Medico (I medici non avrebbero presenziato alla fase iniziale di accesso al presidio. A seguito di accertamenti che escludevano l’iniziale diagnosi di “disfonia da corpo estraneo,” non avrebbero formulato una diagnosi alternativa riconducibile a una reazione di ipersensibilità (shock anafilattico), ritardando un trattamento immediato).
La mancata somministrazione di adrenalina e la falsità ideologica
Il punto centrale delle contestazioni riguarda la terapia specifica. La Procura accusa che non siano state rispettate le Linee Guida, che prevedono la somministrazione precoce di adrenalina per via sottocutanea. L’autopsia cadaverica avrebbe escluso i segni di somministrazione di Adrenalina, nonostante il farmaco, se somministrato precocemente, abbia un’efficacia “prossima al 100%”. Al medico cubano è contestato anche il reato di falsità ideologica per aver attestato falsamente, nel verbale di Pronto Soccorso, che alle ore 17:59:49 fosse stata somministrata la terapia con Adrenalina, quando il paziente risultava già deceduto alle 17:34.
Il Pubblico Ministero della Procura di Vibo ha avvisato gli indagati della conclusione delle indagini, concedendo loro il termine di venti giorni per presentare memorie difensive, chiedere l’interrogatorio o il compimento di ulteriori atti di indagine.
Il Quotidiano del Sud.
Morto in pronto soccorso a Tropea: sei indagati per omicidio colposo