Morto Papa Francesco, verso il Conclave tra preghiere, alleanze e politica
- Postato il 27 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Morto Papa Francesco, verso il Conclave tra preghiere, alleanze e politica
Dopo l’addio a Papa Francesco è il momento del Conclave che dovrà scegliere il successore dove si intrecciano alleanze e politica
Ed ora occhi puntati sul conclave per la scelta del successore di Francesco, ma non prima di avergli dedicato ancora nove giorni di preghiera, i cosiddetti “novendiali”, nel corso dei quali saranno celebrati messe e riti in suffragio del Pontefice scomparso.
Al di là dell’aspetto religioso, sarà importante seguire queste giornate, ognuna affidata ad un cardinale, alcuni di loro sono papabili, la cui omelia potrebbe rappresentare una sorta di programma del prossimo Pontificato.
Nel 2005 l’allora cardinale Ratzinger dipinse il percorso per vivere una fede piena e adulta, parole profonde che probabilmente lo fecero preferire ad altri colleghi nella successione a Giovanni Paolo II. Si tratta di giorni in cui i porporati, non ancora obbligati al segreto, che poi dovranno osservare una volta entrati nella Cappella Sistina, hanno frequenti contatti tra di loro sul futuro della Chiesa.
In pratica si entra nella parte più politica prima della convocazione del conclave che avviene tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa: in questo caso sarà quindi tra il 6 e il 10 maggio.
È un periodo in cui anche i porporati non elettori, in quanto ultraottantenni, possono dire la loro ai colleghi meno anziani e orientare in qualche modo il voto che dovrà essere espresso. E già il dibattito è in corso, fuori e dentro la Chiesa, su chi potrà assumere la guida della comunità cattolica.
VERSO IL CONCLAVE TRA ALLEANZE E TRADIZIONE, LA CAPPELLA SISTINA CHIUSA AI VISITATORI
In questi giorni la Cappella Sistina, che fa parte dei percorsi d’arte all’interno dei Musei vaticani, è interdetta ai visitatori. Si sta preparando l’ambiente che dovrà accogliere i cardinali elettori. La disposizione degli scranni, il tavolo della commissione scrutatrice e, soprattutto, le due stufe: una, nella quale verranno bruciate le schede votate, l’altra, dalla quale, attraverso un procedimento elettronico, partirà la fumata nera, in caso di mancata elezione, bianca, in caso di scelta avvenuta.
Il percorso attraverso cui avviene l’elezione del Romano Pontefice risale al XIII secolo, poi, nel corso del tempo, è stata più volte modificata.
Oggi risponde alle norme della Costituzione apostolica “Universi dominici gregis”, promulgata da Giovanni Paolo II e aggiornata in alcune sue parti da Benedetto XVI e da Francesco. Si tratta di una normativa che regola in modo preciso tutte le fasi delle votazioni. Il primo giorno si voterà una sola volta dopo la “Messa pro eligendo”, poi si andrà avanti con due elezioni alla mattina e due al pomeriggio. Due le fumate, l’una intorno alle ore 12, l’altra alle 19.
IL CONCLAVE AL DI LÀ DELLE ALLEANZE, IL NUMERO DEGLI ELETTORI
Saranno i momenti in cui avere da Piazza San Pietro lo sguardo fisso verso il comignolo della Sistina per scrutare il colore della fumata. Una piccola eccezione alla Costituzione dovrà essere adottata proprio in questa occasione. Sarebbe infatti prevista la partecipazione al voto di un massimo di 120 cardinali elettori. Anche se due porporati hanno rinunciato per motivi di salute, si arriverà invece al numero di 133 partecipanti al voto. Sarà, dunque, il conclave più affollato di sempre.
IL NODO DEI VOTI NECESSARI PER ESSERE ELETTI
C’è poi da risolvere la questione dell’inserimento o meno nel novero dei votanti del cardinale Angelo Becciu, che, coinvolto e condannato per lo scandalo dell’immobile di Londra, ha dovuto lasciare i suoi incarichi in Curia, tuttavia avrebbe conservato la porpora e il diritto ad entrare in conclave. La questione sarà risolta nei prossimi giorni nel corso delle Congregazioni generali e particolari dei cardinali.
L’eletto al soglio di Pietro dovrà ottenere due terzi dei consensi, quindi 89 voti, nel caso di 133 votanti, o 90 voti, nel caso in cui gli elettori siano 134. Si prevede un’elezione abbastanza celere, che non vada, come nelle precedenti elezioni, oltre il quarto o quinto scrutinio. Sui media di tutto il mondo già da giorni è in corso il “totopapa”. ma, come si usa dire: spesso “chi entra Papa in Conclave, ne esce cardinale”. I motivi, che portano alla scelta di un Pontefice, sono tanti e diversi, dalla sua predisposizione pastorale, alla capacità di dialogare e anche altre doti che i cardinali passeranno al vaglio in questi giorni. Ma un altro tema di cui si parla è quale sia il nome che il prossimo Papa adotterà.
IL NUOVO PONTEFICE FIGLIO DELLE ALLEANZE DEL CONCLAVE
Sarà un Francesco II, e quindi sulle orme di Bergoglio? O un Giovanni XXIV, come lui stesso predisse parlando ai giornalisti durante un viaggio apostolico? In questo caso ci si potrebbe aspettare l’indizione di un nuovo Concilio ecumenico. Si potrebbe tornare ad un Giovanni Paolo III, un Papa che guarderebbe al nuovo, ma con un piede ben fermo nella tradizione. Ma potremmo avere un Benedetto XVII, un Gregorio XVII, un Paolo VII. I nomi da adottare sono tanti, ma lo sapremo solo il giorno in cui, dopo la fumata bianca, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro verrà annunciato il fatidico “habemus Papam”, una storia ancora tutta da scrivere.
Il Quotidiano del Sud.
Morto Papa Francesco, verso il Conclave tra preghiere, alleanze e politica