Mosca attacca Kiev nel primo giorno di tregua. Putin incontra Xi: “I nostri legami non vanno contro nessuno”

  • Postato il 8 maggio 2025
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È il primo giorno della tregua unilaterale voluta dalla Russia, nell’ambito delle celebrazioni del 9 maggio per la vittoria nella Seconda guerra mondiale. Ma nonostante il cessate il fuoco entrato in vigore a mezzanotte continuano gli attacchi sull’Ucraina, colpita nella notte da bombe aeree teleguidate nella regione settentrionale di Sumy, ha dichiarato l’Aeronautica Militare ucraina su Telegram, avvertendo dell’attività aerea in corso in direzione est. Dall’altra parte, sono stati segnalati allarmi e attacchi di droni anche nella regione di Lipetsk, nella Russia occidentale, secondo il governatore regionale Igor Artamonov. Nell’annunciare la tregua nei giorni scorsi, la Russia aveva dichiarato comunque di rispondere nel caso di eventuali raid nemici. Quella di oggi è anche una giornata rilevante per i rapporti tra Mosca e Pechino: Xi Jinping è infatti al Cremlino per l’inizio dei colloqui con il presidente Vladimir Putin, che ha precisato come Cina e Russia continuino a rafforzare i loro legami “a beneficio dei popoli dei due Paesi” e che non sono “contro nessuno”.

Il leader cinese sarà tra i potenti che assisteranno sulla Piazza Rossa alla parata per l’80/o anniversario della vittoria sul nazifascismo. Xi, prima di lasciare Pechino, ha lanciato un messaggio a Washington affermando che l’alleanza sino-russa non è di carattere transitorio, e quindi non potrà essere messa in pericolo dal dialogo avviato da Trump con il Cremlino. Russia e Cina “devono resistere congiuntamente a qualsiasi tentativo per interferire e minare l’amicizia e la fiducia reciproca”, ha affermato Xi in un’intervista su diversi media di Mosca. A Mosca, intanto, è arrivato anche il presidente serbo Aleksandar Vucic, nonostante gli avvertimenti della Ue sugli ostacoli che la sua presenza alla parata del 9 maggio – e un incontro previsto con Putin – potrebbe creare sul percorso di adesione del suo Paese all’Unione. Anche il primo ministro slovacco Robert Fico è atteso nella capitale russa, unico capo di governo di un Paese Ue.

Il ‘format’ dei colloqui Russia-Cina – Accogliendo Xi, Putin lo ha definito “caro amico”. “Caro signor Presidente, caro amico, cari amici cinesi, è con grande piacere che vi do il benvenuto a Mosca. Sono molto felice di questo nuovo incontro e apprezzo sinceramente l’opportunità di poter comunicare con voi in modo personale e diretto”, ha dichiarato Putin. I colloqui Russia-Cina iniziano in un cosiddetto ‘formato ristretto’, che è comunque piuttosto “affollato” sottolinea l’agenzia Interfax, parlando in particolare di una delegazione cinese piuttosto nutrita. Dopo questo formato ‘ristretto’ si passerà a uno ‘allargato’, con la partecipazione di membri del governo e dei vertici delle principali aziende. È prevista l’adozione di due dichiarazioni congiunte, tra cui una sulla stabilità strategica globale. Putin e Xi Jinping discuteranno le questioni più sensibili e delicate in privato davanti a un tè, incontro questo che avrà luogo dopo tutti gli eventi ufficiali, sottolinea Interfax.

La tregua e la trattativa con gli Usa – Sul cessate il fuoco da oggi al 10 maggio restano tante incognite, perché Kiev non l’ha mai accettato, liquidandolo come una messa in scena, e chiedendo invece una pausa delle ostilità di 30 giorni. La mini-tregua russa è l’unica concessione fatta da Putin finora nonostante il pressing americano, sostenuto dall’Ucraina, di un cessate il fuoco incondizionato e prolungato. Tanto che l’amministrazione Trump negli ultimi tempi ha mostrato crescente disappunto nei confronti del Cremlino. A tracciare il quadro della situazione è stato il vicepresidente Jd Vance. La Russia, ha affermato, “sta chiedendo troppo” per arrivare alla pace, ma gli Usa ritengono che Putin possa alla fine accettare un accordo, a patto però che Mosca e Ucraina si siedano finalmente allo stesso tavolo per trattare direttamente.

I contatti avviati ormai da mesi tra Russia e Stati Uniti non hanno ancora portato a risultati concreti, e affiora anche qualche segnale di incomprensione. L’inviato speciale Usa per l’Ucraina Keith Kellogg, per esempio, ha detto in un’intervista a Fox News che Kiev ha proposto un cessate il fuoco con la creazione di una fascia di sicurezza larga 30 chilometri lungo il fronte, che dovrebbe essere monitorata da osservatori di Paesi terzi. Ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto che tale proposta non è mai stata consegnata dai mediatori americani a Mosca. Non solo. A Trump, secondo il quale “non è il momento buono ora” per parlare di una riammissione della Russia nel G7, trasformandolo nuovamente in G8, Peskov ha dato una risposta piccata: da tempo ormai Mosca non ha “nessun interesse” a tornare a far parte del gruppo, perché “il centro dello sviluppo economico si è spostato e altri Paesi guidano i processi economici”. “Non direi che i russi non siano interessati a portare a soluzione questa faccenda”, ha detto da parte sua Vance, riferendosi al conflitto ucraino. Ma “pensiamo che stiano chiedendo troppo”, ha chiarito. E comunque per gli Usa “è probabilmente impossibile mediare tutto questo senza almeno qualche negoziato diretto tra i due, e quindi ci concentriamo su questo”, ha aggiunto. Il vice presidente Usa ha lanciato anche un timido segnale di apertura a Pechino, dicendosi convinto che Trump sarebbe pronto a “sedersi con russi e cinesi” per “ridurre il numero delle armi nucleari”. Cosa che comunque non è in programma “per domani”.

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Il Fatto Quotidiano

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