Mostra Toystellers, Federico Ghiso: “Ho invecchiato barbie e fatto uscire i giocattoli dalle camerette”
- Postato il 17 giugno 2025
- Di Panorama
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Nel 1977, si concretizzava il programma Voyager da parte della NASA: ovvero, due sonde venivano lanciate nello spazio per esplorare il sistema stellare. Al loro interno, c’era anche un disco per grammofono, denominato Disco d’Oro (Golden Record), creato da Carl Sagan grazie all’ausilio di un team di esperti, che conteneva una sorta del meglio di tutta l’umanità terrestre, della sua vita e della sua cultura. L’obiettivo, più che altro simbolico, era quello di poter comunicare le nostre eccellenze ad altre forme di vita o civiltà future.
E proprio ispirandosi al concetto rappresentato dal Disco d’Oro, che nasce TOYSTELLERS, un libro in cui ogni pagina è confezionata ad hoc, per dare risalto al meglio delle collezioni di giocattoli ma, soprattutto, alle emozioni che quei giocattoli continuano a regalare.
Federico Ghiso, è un copywriter e direttore creativo di mestiere, e un collezionista di giocattoli per passione. Una passione talmente forte, che in ognuna delle 284 pagine del libro, si nobilita la figura del giocattolo a un narratore pieno di gioia e ricordi da condividere. Per lasciare, pagina dopo pagina, una traccia tangibile di questa smisurata e bellissima passione. Assolutamente vietato rimuginare con frasi del tipo: “mi ricordo” o “che bei tempi”… il punto di vista del libro, che altro non è quello d Federico, è un punto di vista propositivo, fortemente rivolto verso il futuro. E sempre in questa scia di continuità, dal libro è nata la mostra T O Y S T E L L E R S Forever Young, visitabile dal 10 maggio al 15 luglio presso lo show room di Castellucci Design Cucine Lube Aurelia a Roma, doveFederico Ghiso trasforma e rappresenta i giocattoli in bambini, grazie all’intelligenza artificiale. Giocattoli che diventano veri e propri strumenti di design, oggetti che dopo aver abitato per anni le nostre camerette, adesso si prestano a vivere altri spazi della casa. Una nuova forma di Pop Art.
Federico, raccontaci la tua mostra, la cui eroina indiscussa è Barbie, rappresentata attraverso le diverse stagioni della vita, da bambina, fino a donna decisamente matura.
“Adoro Barbie, e la sua iconicità non poteva mancare nella mostra. Quando l’anno scorso Barbie ha festeggiato i suoi sessantacinque anni, ho esplorato l’unico veto, che Barbie non aveva mai infranto. La bambola americana in tutta la sua vita ha sbriciolato qualsiasi tabù, superato qualsiasi pregiudizio, è stata capace di raccontare il mondo dell’inclusività, ma non ha mai affrontato quelli che sono i segni del tempo. Non esiste una Barbie con le rughe, che indossi le impronte dell’età. Quindi, per i suoi sessantacinque anni, mi sono divertito a immaginarla non più giovanissima.”
Nella mostra ci sono due versioni, un “Happy Birthday 65” e un “Happy Birthday 82” (numero non casuale, dato dalla somma dei 65 anni appena compiuti, e dai 17 di quando è stata presentata al mercato). Il quadro si chiama “Four Season”, e ne rappresenta le quattro stagioni.
Sei stato forse l’unico a invecchiare Barbie…
“Credo proprio di sì: questo fattore legato all’invecchiamento, ai segni del tempo, è proprio un tabù che non è stato ancora affrontato. L’idea mi è nata frequentando un corso dove una docente specializzata in Barbie raccontava l’empowerment femminile portato avanti dalla bambola, tutto ciò che Barbie è stata capace di creare nella società. Nonostante questo, però, non ha mai scardinato il tabù dell’età.”
Questa mostra è la prosecuzione del tuo libro.
“Proprio così. Con la mostra prendo quelli che sono i giocattoli stampati sulle pagine del libro, e li porto in vita trasferendoli nei quadri, donando loro fisicità, materialità. O meglio, ho preso i miei giocattoli, li ho elaborati, regalandogli una nuova forma. Mi è piaciuto esplorare le dimensioni dello spazio e del tempo. I giocattoli che appartengono al passato, si proiettano verso il futuro, grazie al libro (esplorazione nel tempo); gli stessi giocattoli che appartenevano solo alle nostre camerette, scoprono nuovi ambienti abitativi della casa (esplorazione nello spazio)”.
Oltre a Barbie cosa ci possiamo aspettare?
“È esposta una nuova collezione dedicata ai supereroi del cinema e della tv: Superman, Batman, Wonder Woman e Hulk. Tutti ritratti bambini, con il principio che, se mentre giochiamo con loro, noi siamo o torniamo bambini, mi piace pensare, che a loro volta, lo diventino anche loro. E tra tutti i superpoteri, probabilmente, il più importante è proprio quello di saper tornare bambini.”
Un aspetto a cui tieni particolarmente è la fisicità del giocattolo.
“Oggi i bambini hanno una forma di gioco dematerializzata; dare una fisicità alle emozioni, è invece un qualcosa che crea impatto nelle loro vite. Io ho assolutamente usato la tecnologia e l’intelligenza artificiale per rappresentare i miei quadri. Parto dal fisico, utilizzo la tecnologia, poi ritorno al fisico: ho deciso di stamparli su gomma, lo stesso materiale di cui sono fatti i giocattoli, per creare una circolarità del loro corpo e della loro anima”.
Nonostante la tecnologia, i telefonini, i videogiochi, un bambino (e quelli di oggi non fanno eccezione) rimarrà sempre affascinato da un giocattolo, sia esso una macchinina, una bambola, un soldatino o un pelouche.
“Quello che cerco di esplorare con le opere della collezione Toystellers Forever Young non è il recupero della giovinezza, ma è la ricerca del “Forever”, del “Per sempre”. O, come direbbero i nostri amati giocattoli, “verso l’infinto e oltre”.
Per conoscere gli effetti del Golden Record dovremo aspettare qualcosa come 40.000 anni (tanto è il tempo che la sonda ci metterà per arrivare a destinazione); per ora, possiamo però goderci, ovviamente con le dovute proporzioni, le emozioni che ci riportano all’infanzia grazie a Toystellers.