Motori per droni spacciati per “unità di refrigerazione”: così Pechino sta aiutando Mosca e fingendo con l’Ue
- Postato il 25 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Le aspettative erano già basse, ma i risultati dell’ultimo summit Ue-Cina – organizzato per celebrare l’anniversario per i 50 anni di relazioni diplomatiche bilaterali – lo sono stati ancora di più. Il presidente Xi Jingping ha incontrato ieri il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, volati a Pechino. Per la presidente, le relazioni si trovano a un “punto di svolta”: “con l’approfondirsi della nostra cooperazione” ha detto von der Leyen “si sono accentuati anche gli squilibri” (si riferiva all’enorme deficit commerciale dell’Ue con la Cina, che l’anno scorso ha superato i 305 milioni). Ma è un altro il “fattore determinante” che in futuro deciderà le relazioni bilaterali, ha aggiunto la presidente: i legami della Cina con la Russia, “il modo in cui la Cina continuerà a interagire con Putin sarà un fattore determinante per le nostre future relazioni”, “la Cina ha un’influenza sulla Russia, così come l’Unione europea ha un’influenza sull’Ucraina, e ci aspettiamo che la Cina la utilizzi per fare in modo che la Russia si sieda seriamente al tavolo dei negoziati”. Costa ha ribadito lo stesso messaggio: “In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, invitiamo la Cina a usare la sua influenza sulla Russia affinché rispetti la Carta delle Nazioni Unite e ponga fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina”. Xi ha concordato su una cosa: le relazioni sono “in un momento critico”. Poi ha chiosato che “le attuali sfide che l’Europa si trova ad affrontare non provengono dalla Cina”, anzi Cina e Ue sono “due grandi attori” sulla scena mondiale che devono “fare le scelte strategiche giuste”.
La Bbc riporta le parole di Engin Eroglu, capo delegazione al Parlamento europeo, secondo cui “la fiducia già fragile tra Cina e Ue ha raggiunto un nuovo minimo”: “il clima è chiaramente teso, se non addirittura gelido” e la ragione principale è la posizione cinese sulla guerra in Ucraina. Pechino, che non si è mai allontanata dal 2022 dalla sua posizione ufficiale di neutralità, ha smentito le indiscrezioni circolate sui giornali Ue (qualche settimana fa) riguardanti le presunte dichiarazioni del ministro degli esteri cinese Wang Yi: il capo della diplomazia avrebbe detto a Kaja Kallas che Pechino non voleva che la Russia perdesse la guerra in Ucraina. L’Alta rappresentante, molto prima, aveva strigliato pubblicamente il Dragone, definendolo “il principale facilitatore della guerra della Russia”.
Il più recente passato spiega il perché dell’incrinatura sempre più profonda nei rapporti. La tensione Ue-Cina, emersa già in superficie nel primo anno del conflitto, è stata evidente quando Xi ha declinato un invito a Bruxelles a inizio anno; ha accettato invece quello di Mosca per la parata del nove maggio (la Giornata della Vittoria in cui la Russia celebra la sconfitta della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale). Solo pochi giorni prima di questo summit, l’Ue ha inserito nell’ultimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, per la prima volta dal 2022, due banche cinesi, la Heihe Rural Commercial Bank e la Heilongjiang Suifenhe Rural Commercial Bank. Secondo il Consiglio europeo, hanno fornito criptovalute per aggirare le sanzioni. È intervenuto Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, per riferire che gli scambi tra aziende cinese e russe “sono conformi alle norme”, “non prendono di mira terze parti e non dovrebbero essere interrotti o influenzati”. Il ministero del Commercio cinese ha aggiunto che le sanzioni “hanno seriamente danneggiato i legami commerciali, economici e finanziari” e si è dichiarato pronto ad adottare misure “per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle aziende e degli istituti finanziari cinesi”.
Con l’incremento degli attacchi russi, Stati Uniti ed Europa hanno emesso sanzioni per interrompere la catena di approvvigionamento di armamenti nella Federazione. Risale a ieri , stesso giorno del summit, uno scoop della Reuters riguardo motori prodotti in Cina che vengono spediti in Russia come “unità di refrigerazione industriale”. Erano stati ribattezzati per evitare le sanzioni, hanno riferito (in anonimo) funzionari della sicurezza Ue all’agenzia. Quei carichi, secondo l’Ue, hanno consentito di incrementare la produzione di droni russi d’attacco Garpiya-A1. Sono prodotti dall’azienda Kupol, che avrebbe siglato con il ministero della Difesa russo un accordo per produrre più di 6000 Garpiya nel 2025 – il triplo della quota consegnata nel 2024.
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