Mughini colto e spiazzante. Proposta per salvare il suo patrimonio
- Postato il 30 settembre 2025
- Di Il Foglio
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Mughini colto e spiazzante. Proposta per salvare il suo patrimonio
Un’iniziativa per Giampiero Mughini: è quella che lancia Luca Bizzarri nel suo podcast di oggi. Questo il testo con i dettagli.
Erano gli anni in cui si guardava la televisione, e al pomeriggio cominciò ad andare in onda un programma che adesso si direbbe “pre-serale”, allora andava in onda alle 18, dopo i compiti. Si chiamava “Ieri, Goggi e domani” ed era un piccolo capolavoro. Scenografia scarnissima, Loretta Goggi che la riempiva da sola, e ospiti assortiti di un certo livello (rimane nel web l’ospitata di Gigi Proietti, un po’ come se adesso nella tv del pomeriggio ospitassero, boh, Favino, praticamente impossibile). Ma c’era una presenza fissa, lì, seduto in prima fila c’era un signore che prima di allora in televisione non si era visto tanto: Giampiero Mughini. Io sedicenne ne rimasi folgorato, affascinato dai modi e dai contenuti: le sue domande agli intervistati erano sempre profonde, pericolose, in una televisione che cercava al contrario di essere rassicurante lui rischiava a volte anche la maleducazione (non ho trovato sul web un pezzo che ho nella testa: Mughini che si rifiuta di chiamare “signora” una sgambatissima Pamela Prati, chissà se è successo veramente, chissà cosa succederebbe oggi). Da lì, da quel programma, cominciò una carriera parallela per Mughini, parallela a quella di giornalista e di intellettuale libero che, al contrario di tanti, è riuscito a risolvere anche alcuni suoi errori, a criticare movimenti di cui ha fatto parte, a mettere in discussione e in qualche caso disapprovare istanze a cui lui stesso, in un modo o nell’altro, aveva aderito.
Ma la carriera parallela è quella del personaggio televisivo, sempre sul filo del rissaiolo colto, sprezzante, e io stesso ho avuto la fortuna di averlo ospite in qualche mio programma, ospite pagato, naturalmente. E qui un’altra sua caratteristica adorabile: se vuoi Mughini nel tuo programma devi pagarlo, perché giustamente lui considera il fatto di stare in uno studio televisivo a parlare una rottura di coglioni che si può fare solo per soldi, contraddicendo i molti che lo fanno per megalomania, per vanità. Ma quando è lì, in studio con te, tutto migliora perché la sua presenza è, e ripeto volentieri l’aggettivo, pericolosa come deve essere il teatro. In un secondo può scatenare le coscienze, non c’è argomento che non sappia trattare con un punto di vista spiazzante, la mia regola quando io presento e lui è in studio è “sono sempre d’accordo con te”, un po’ perché è vero (mi trovo spessissimo d’accordo con le sue posizioni) un po’ perché ho il senso della realtà e so che da uno scontro dialettico uscirei a coriandoli, bisognerebbe riattaccarmi con la coccoina. Non ho assistito di persona alle sue grandi sfuriate, agli scontri anche fisici che ha avuto negli anni, quando la pazienza è andata scemando e forse il senso dello spettacolo ha preso il sopravvento, ma mi è sempre piaciuto che Mughini, anche in posti dove non era nel suo (come nella partecipazione a “Ballando con le stelle”), si sia dato per la causa, abbia partecipato con professionalità, e questo è encomiabile. Ma di lui, più di tutto, contano le sue letture, l’affascinante cultura, e non di meno la vera e propria passione per quella cosa che se la gioca sempre col carro di buoi, devo dire che la conoscenza e la sua passione per la pornografia è commovente. In una superba intervista di qualche anno fa disse: “Nessun essere umano rifiuta la realtà e la tentazione del porno, di ciò che è molto marcato nell’esibire i momenti della vita sessuale torrida. Sarebbe come non sapere chi è Marcel Proust o non conoscere la più bella attrice porno del momento, l’incantevole americanina Tory Black” Applausi scroscianti. Grazie Tory, grazie di tutto, a proposito.
Ora, però, il buon Mughini non è al massimo della forma e, soprattutto, ha bisogno di soldi. Ed essendo questa necessità nulla di cui vergognarsi ha deciso, visto che in tv non può o non riesce più ad andare, di mettere in vendita la sua biblioteca, fatta da decine di migliaia di tomi, di prime edizioni come “Ossi di seppia” (che venne stampato in trecento copie) oppure “La coscienza di Zeno” insomma un patrimonio, quella biblioteca, di cui io ho sentito parlare da conoscenti comuni, che hanno frequentato casa sua, come di un vero e proprio museo internazionale della cultura. E a me pare un po’ ingiusto, che se ne debba privare, allora propongo agli amici del Foglio, al direttore Cerasa, a tutti quelli che pensano di poterlo fare: perché non glieli compriamo noi i libri e li lasciamo lì dove sono? Compriamo la nuda proprietà dei tomi, la nuda proprietà delle idee, dei racconti, delle emozioni. La nuda proprietà dell’intelligenza di Mughini. E che se la goda ancora lui, il non mite Giampiero, che a differenza di molti quei libri pare averli letti e compresi, al contrario di noi asini, che già siamo felici di averne sentito parlare, perché se di Tory Black ho visto l’intera produzione, di Marcel Proust non ho letto neppure una riga.