Municipi, Versace: “La Valpolcevera aspetta una reale riqualificazione, due panchine non bastano”
- Postato il 14 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. In vista delle elezioni amministrative, Genova24 ha intervistato Michele Versace, candidato alla presidenza del Municipio Valpolcevera per la coalizione di centrosinistra. Tra i temi affrontati: trasporto pubblico, i grandi cantieri, Valpolcevera turistica, riqualificazione ed ex Mira Lanza.
Michele Versace, lavora da tempo come quadro in una grande azienda. L’esperienza amministrativa gli deriva dall’incarico – dal 2017 – come consigliere municipale in Valpolcevera. In questi anni ha lavorato come assessore al fianco del presidente Federico Romeo.
Parliamo di trasporto pubblico locale: per chi abita in Valpolcevera, soprattutto per chi risiede nei quartieri collinari o nelle zone più distanti dal centro, raggiungere la città di Genova può rappresentare un viaggio vero e proprio. Che cosa manca oggi? Che cosa si può fare? Sempre ricordando che il ruolo del municipio non è quello direttamente decisionale…
“Sì, non è quello direttamente decisionale però può essere quello propositivo, cosa che in questi anni è stata molto complicata perché le proposte che spesso sono state fatte, non solo sul tema dei trasporti, ma in generale, sono rimaste inascoltate. Per quanto riguarda i trasporti, la Valpolcevera viene definita, da tutta la città, “fortunata” perché abbiamo la metropolitana, per la quale, tra l’altro ci sono i lavori d prolungamento in via Canepari e poi, in un futuro prossimo, in piazza Pallavicini.
Questo è sicuramente un vantaggio ma la metropolitana è assolutamente insufficiente perché chi ne esce e deve andare per esempio a Pontedecimo prendendo un 7 si trova, oserei dire, in un’avventura: i bus sono strapieni, e poi ci sono poi problematiche enormi. Noi abbiamo un servizio collinare non sufficiente, e che si ferma a una certa ora della sera, nel 2025 è il momento di valutare un servizio continuativo.
Abbiamo addirittura zone nella nostra Valpolcevera, sulle quali abbiamo fatto diverse proposte nel corso di questi ultimi anni, che non vengono raggiunte da un servizio pubblico regolare, con frequenze stabilite. Mi vengono in mente ad esempio Trasta, Fegino, e quei versanti che ha problemi persino a raggiungere l’altra sponda del Polcevera e quindi arrivare in piazza Pallavicini e magari prendere la stessa metropolitana.
Non è possibile che nel 2025 si debba ancora ragionare sul concetto che non c’è la convenienza perché c’è poca domanda. Credo che sia necessario cominciare a ragionare sul “diamo il servizio perché se il servizio c’è, la gente poi lo utilizza”.
Certamente se non esiste neanche una linea fissa, la gente non ci pensa e utilizza la macchina o la moto, o magari va via, se non ha nessuno di questi due mezzi. Quindi, in discorso del trasporto pubblico, il Valpolcevera è pesante, il fatto di avere una metropolitana che arriva per adesso a Certosa non è risolutivo, non è sufficiente e quindi bisogna valutare un nuovo piano di investimento con Amt”.
Lei ha fatto cenno alla questione metropolitana: in corso ci sono i lavori per il prolungamento della metropolitana fino a Brin che sommati a un altro cantiere, quello per il potenziamento del nodo ferroviario, stanno rappresentando un disagio per i cittadini di quei quartieri con la promessa e la prospettiva di un investimento anche in rigenerazione. Che cosa sta succedendo e quali sono le preoccupazioni del territorio?
“Sta succedendo, da cinque anni una cosa molto seria, molto grave, molto pesante: Certosa, ma non solo, Rivarolo, Fegino e Trasta sono state circondate letteralmente, sono state calate dentro questo grande cantiere. Questi due grandi cantieri, Comune Metropolitana e Ferrovia Ultimo Miglio Ferroviario – opere entrambe necessarie sulle quali nessuno, per quanto ci riguarda almeno, esprime contrarietà – però crediamo che nel 2025 sia necessario tenere in considerazione la qualità di vita della cittadinanza che, ripeto, vive dentro il cantiere.
In questi anni andando in casa della gente abbiamo visto di tutto, pietre schizzare contro i vetri, polvere entrare, crepe, insomma la qualità di vita dei cittadini non è stata tenuta in debita considerazione. Crediamo, non essendo più nell’epoca della locomotiva industriale, che sia per chi lavora ma sia per chi vive a 10 metri dai cantieri sia necessario avere un’attenzione maggiore. Sarà necessario, oltretutto, valutare molto attentamente – perché ancora non è stato fatto soprattutto per quanto riguarda la metropolitana – che tra l’altro è in pesantissimo ritardo, valutare un piano di indennizzi per le persone che avranno, come dire, poi una situazione permanente, quindi che non è più limitata ai cantieri.
Peraltro sono stati indennizzati soltanto, per adesso, persone interferite solo dai lavori relativi alla ferrovia e non ancora della metropolitana perché non è stato aperto il cosiddetto tavolo Pris. A seguito di tutto questo la Valpolcevera merita finalmente di voltare pagina, la Valpolcevera merita una riqualificazione e una rigenerazione vera. Si sta parlando da molto tempo dell’area Facchini. L’unica cosa che siamo riusciti a ottenere qualche mese fa, oltre a un rendering, sono 100 parcheggi. Oltre al famoso liceo tecnologico, c’è la necessità di dare di nuovo una situazione nuova di istituto comprensivo, perché la scuola Caffaro piuttosto che la Torbella sono ormai abbastanza datate. La nostra paura è che siccome dovremo andare a pescare da questi famosi 199 milioni, che già non sono più 199 milioni, perché sono calati, crediamo che se dentro a questa cifra debba finire tutto, cioè il liceo tecnologico, l’istituto comprensivo, gli indennizzi alle persone, credo che la riqualificazione di Certosa poi si risolva, come speriamo non sia, con due panchine e due alberi”
I candidati sindaci, o le candidate sindache, in queste settimane hanno parlato spesso della possibilità di decentralizzare il turismo, non solo quindi centro storico e spiagge. La Valpolcevera può fare la sua parte?
“Crediamo assolutamente di sì, anzi dobbiamo cominciare a parlare di potenzialità e di attrattività della nostra valle perché non deve vivere di soli problemi. Pensiamo ad esempio che si possano attirare persone intanto concedendo quelli che potrebbero essere incentivi veri per l’apertura, ad esempio, di attività di qualità e si può fare. Si può fare anche creando degli studentati, ai quali però bisogna dare non solo l’alloggio per dormire, ma bisogna dare poi anche l’aspetto ludico di divertimento, perché è giusto che sia così.
Ma poi abbiamo un turismo anche culturale. Proviamo a pensare al museo e al Chiostro di Certosa, passando per il prossimo Palazzo della Cultura di Bolzaneto, del Museo della Montagna, della Casa della Resistenza, la Fondazione Ansaldo anche se è leggermente al di fuori del nostro municipio, la celeberrima via delle Rose di Trasta, il cimitero monumentale, arrivando sino alla Beata Chiara, passando per il Chiostro della San Francesco.
Crediamo che questi potrebbero essere i primi luoghi che potrebbero attrarre persone in Valpolcevera, quindi in qualche modo ridare un po’ di dignità alla nostra valle e in qualche modo mettere in moto un volano che potrebbe anche dare una spinta a un certo tipo di economia, mi viene in mente la ristorazione. Abbiamo la possibilità di sfruttare anche delle potenzialità, la via Postumia, la via del Sale, la via dei Forti, abbiamo una superficie verde pazzesca, insomma, quindi la possibilità di attrarre gente c’è. Non credo che servano risorse pazzesche, credo che serva molta buona volontà e credo che serva rimettere al centro i nostri territori, che poi è uno dei principali punti sulla quale la nostra candidata sindaca Silvia Salis si è espressa, rimetterla al centro territorio vuol dire dare autonomia agli municipi in modo che si possano fare anche queste cose”.
Ultima domanda, ci sono tanti progetti in bagno da procedere, le chiedo un parere su uno di questi: la riqualificazione dell’ex Mira Lanza a Rivarolo. Cosa ne pensa?
“La riqualificazione della Mira Lanza sta andando avanti. Sull’area Mira Lanza noi c’eravamo espressi, perché ai municipi vengono chiesti dei pareri, che non sono vincolanti, ma che comunque dovrebbero avere un peso, cosa che in questi otto anni non è mai avvenuta. I nostri pareri sono sempre rimasti inascoltati. Noi avevamo proposto che la superficie di vendita avesse 750 metri di trasferimento di licenza, invece pare che adesso sia una struttura di vendita molto più grossa, 1500 metri, e poi ci sarà una palazzina direzionale che per adesso pare non riscontri molto successo per chi dovrebbe andarla a occupare. Avevamo proposto un’area sportiva pubblica gestita o comunque con delle assegnazioni, fruibile in maniera continuativa dalle persone, fatta in un certo modo. Avevano proposto alla proprietà un polo sanitario al pubblico. Crediamo che di queste cose non verrà fatta una, nel senso che si procederà in un altro senso, l’esempio lampante era la struttura di vendita da 1500 metri e più, la logistica leggera.
Quindi avremmo sicuramente utilizzato diversamente, considerando che è stata comprata da un provato che quindi può fare quello che vuole, ma avremmo fatto proposte diverse. Poi se mi chiede anche io cosa avrei fatto invece magari in passato, beh, quell’area era ormai a un passo l’area dell’ospedale di Vallata. Ricordiamoci che ovviamente questo discorso è assolutamente fuori gioco adesso, ricordiamoci però, e mi fermo, che in Valpolcevera abbiamo, tra Valpolcevera, Comuni limitrofi e Valle Scrivia, più di 100mila persone che dal punto di vista sanitario fanno tutto il capo al Villa Scassi”.