Musetti sa di essere "all'opposizione": "Non sarà mai politicamente corretto. Sinner non è un nemico, ma un riferimento"

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Non è andato alle Maldive come Sinner, Zverev e compagnia cantante perché nel futuro a breve scadenza ha ben altri impegni (la compagna Veronica sta per dare alla luce il secondo figlio), ma Lorenzo Musetti anche durante la pausa dagli impegni agonistici non smette mai di parlare di quella che è la sua vita tennistica. E in un’intervista a Repubblica ha fatto capire di voler provare ad alzare ancora l’asticella, oltre ad aver incensato quel Sinner che per lui “non è un rivale, ma piuttosto un punto di riferimento”.

Jannik come riferimento: “Ognuno matura con i suoi tempi”

I numeri uno del tennis italiano sanno di poter fare e disfare ciò che più desiderano, specie in tempi di vacche grasse come quelli che sta attraversando la racchetta tricolore. La rinuncia alla Davis non ha inficiato sul risultato finale, ma nel 2026 Musetti spera davvero di potersi avvicinare ancora di più al vertice del ranking mondiale. E chiaramente il termine di paragone più scontato è quello con Sinner, col quale ci passa appena un anno di differenza.

“Per fortuna che ho uno come Jannik col quale potermi confrontare, perché io non dirò mai “purtroppo che c’è lui”. Non esiste una rivalità nel vero senso della parola, non è un nemico che mi toglie l’aria, quanto piuttosto un campione che mi indica la via.

Lui è diverso da me: è più potente, più solido, sicuramente più costante. Ma non posso giudicare uno svantaggio il fatto che sia arrivato nella mia stessa epoca. Chiaro che mi piacerebbe avere un po’ delle sue qualità, ma siamo diversi e ognuno matura con i suoi tempi, sebbene su di noi siano state esercitate sempre molte aspettative”.

Essere se stessi: “Noi toscani sappiamo essere solo così”

Musetti è noto per essere un giocatore con un rovescio a una mano splendido (forse il più bello dai tempi di Federer), ma anche per avere un carattere un po’ fumantino. “Sono toscano, che volete che vi dica?”, ammette candidamente. “Noi toscani urliamo, siamo fatti in questa maniera. A un certo punto ho cominciato a lavorare con uno psicoterapeuta per provare a correggere soprattutto alcune peculiarità legate al linguaggio, ma a un certo punto ho interrotto le sedute perché mi sono detto che io sono fatto come sono fatto, e deve andare bene a tutti che sia così. Ho un certo tipo di linguaggio? Bene, ma non voglio offendere nessuno. Non sarò politicamente corretto, ma seppur non vada fiero delle mie derive posso dire di essere comunque genuino e sincero con me stesso”.

Quando però eccede con certi comportamenti, Lorenzo ammette di provare un po’ di imbarazzo: “Invidio la continuità che hanno molti miei colleghi, mentre io devo sforzarmi per essere irreprensibile. Lavoro per essere migliore, ma non sono un pezzo uscito da una catena di montaggio. E comunque rivendicherò sempre la mia diversità: credo di piacere anche perché sono fuori dal coro”.

L’amore per il suono della palla e la voglia di essere differente

L’amore per il tennis, come spiegato da Musetti, ha radici profonde che partono dallo scantinato di casa dei nonni. “Li giocavo spesso col muro, cercando di capire dove sarebbe andata a rimbalzare la pallina. Ecco, quel suono della palla che incontra la racchetta è il più bello che possa esistere al mondo. Io sono un tipo vintage, uno che sarebbe stato bene negli anni ’80 o ’90: non ho la PlayStation, non leggo libri, non guardo serie TV, semmai ascolto solo un po’ di musica prima delle partite o tra una pausa e l’altra. Musica che è quella che ascoltavo con mio padre quando ero piccolo: Battisti, Ligabue, U2.

Poi in campo a volte esplodo, ma lo faccio perché quando vedo che per un 15 mi va a monte tutta una partita non reggo più le emozioni, entro in una spirale negativa, e dalla bocca escono commenti esasperati. Ho una sensibilità esasperata, e qualcuno forse la vive come un fastidio. Ma sono anche una versione di tennista che non deve per forza rispondere con una “cannonata” in uno scambio”. Uno all’opposizione, visti i tempi che corrono. E forse è per questo che Muso piace così tanto alla gente.

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Virgilio.it

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