Napoli, “stesa” a San Giovanni a Teduccio: due arresti per gli spari della vigilia di Pasqua

  • Postato il 12 settembre 2025
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Napoli, “stesa” a San Giovanni a Teduccio: due arresti per gli spari della vigilia di Pasqua

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A Napoli, arresti per una “stesa”, gli spari, a San Giovanni a Teduccio durante la Via Crucis. L’atto ha rotto la tregua tra clan.


NAPOLI – I carabinieri del Nucleo Investigativo e la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (DDA) hanno eseguito il fermo di due persone, accusate di aver partecipato a una “stesa”, un raid a colpi di pistola avvenuto nel quartiere di San Giovanni a Teduccio durante il periodo pasquale del 2025. Questo atto di pubblica intimidazione si inserirebbe, secondo la Dda. in un contesto di rottura della “pax mafiosa” che precedentemente vigeva tra i clan Rinaldi-Reale e D’Amico “Gennarella”.

L’episodio più allarmante, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuto la sera del Venerdì Santo, il 18 aprile 2025, durante un corteo della Via Crucis in piazza Capri. Un uomo a bordo di uno scooter ha esploso diversi colpi di pistola verso la piazza, rischiando di colpire i partecipanti, tra cui molti fedeli e bambini. Fortunatamente non ci sono state vittime. L’intervento del parroco, che ha interrotto le celebrazioni, ha permesso di trovare sul luogo nove bossoli a terra.

Le indagini hanno portato al fermo di Francesco Rinaldi, 36 anni, detto “Ignazio”, figlio e nipote di noti esponenti del clan Rinaldi, e Salvatore Attanasio, 35 anni. Sebbene il GIP non abbia convalidato il fermo, ha comunque disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere. Le accuse sono di pubblica intimidazione con uso di armi e detenzione e porto abusivo di pistole. A incastrare i due sono state le immagini dei sistemi di videosorveglianza e gli indumenti che indossavano durante l’azione.

napoli, La faida e gli spari a san giovanni a teduccio e il presunto obiettivo del raid

Secondo gli investigatori, la “stesa” del 18 aprile avrebbe avuto come obiettivo proprio Francesco Rinaldi e i suoi familiari, che stavano partecipando al corteo religioso. Sarebbe stato lo stesso Rinaldi, il giorno successivo, a fornire dettagli sull’accaduto alla Squadra Mobile, raccontando di due centauri che avevano sparato nella loro direzione. Questo episodio è considerato il momento decisivo che ha segnato la fine della tregua tra i clan, in particolare quella siglata tra Gennaro Rinaldi, Roberto Mazzarella e Clemente Amodio, ritenuti dagli inquirenti i possibili autori del raid che ha riacceso la tensione criminale nella zona.

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