Naufragio a Lampedusa, l’operatrice di Mediterranean Hope: “Chiudere i confini rende solo i viaggi più pericolosi”

  • Postato il 14 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Siamo arrivati all’ora di pranzo e stavano arrivando i superstiti del naufragio, le persone erano confuse e in condizioni di salute precarie e stavano realizzando anche di aver perso molti compagni di viaggio”, così Francesca Saccomandi, operatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della federazione delle chiese evangeliche in Italia, racconta di una situazione “piuttosto confusa” sul molo Favaloro all’arrivo dei sopravvissuti dell’ultimo naufragio di Lampedusa. “Una donna somala stava piangendo per aver perso la sua bimba di un anno e mezzo e il marito”, racconta ancora parlando di molte persone che avevano bisogno di assistenza. “Molte persone hanno parlato di un’onda che ha ribaltato il barchino”, spiega Saccomandi, raccontando che tutti hanno subìto perdite. “Lo scorso anno ci sono stati meno arrivi, tutti gli sforzi di chiudere non hanno alcun effetto se non quello di rendere i viaggi più pericolosi“, attacca.

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Il Fatto Quotidiano

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