Navicella spaziale con le ceneri di 166 defunti (fra uomini e cani) va fuori orbita. Amabili resti nell’oceano

  • Postato il 30 giugno 2025
  • Scienza
  • Di Blitz
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“Come è andato il funerale?”. Beh, insomma, poteva andare meglio. “Sempre un funerale era, cos’è successo? “Niente, quei genii delle pompe funebri hanno perso le ceneri del nonno”.

Ah ecco. Succede, dai. “Mica tanto. Avevamo prenotato una missione spaziale per l’ultimo viaggio dei suoi amabili resti, qualcosa è andato storto al ritorno”. Come, come? Una missione spaziale? “Sì, ‘Mission Possible’ si chiama, mai sentita?”.

Una specie di sepoltura spaziale, insomma. “Sì, ma le ceneri sono andate disperse in un punto imprecisato dell’oceano Pacifico. Se così doveva andare, bastava fare un salto in spiaggia a Santa Monica allora, o a Malibù, o che ne so, a Deerfield Beach, mio nonno era pazzo di Pamela Anderson”. Houston, abbiamo un problema. E non è il nonno…

Il dialogo è costruito a freddo, il contenuto invece – a parte il riferimento a Baywatch, Mission Possible purtroppo non è una battuta – non può essere più realistico, è tutto vero, questa è una rubrica di scienza e del resto sepolture spaziali e allunaggi dedicati come celebrazione della dipartita definitiva sono moneta corrente già da una decina di anni.

Nell’oceano Pacifico 166 capsule contenenti Dna e ceneri di defunti

La notizia del giorno – un misto di megalomania funeraria e di kitsch contemporaneo – è che sono andate perdute nell’oceano Pacifico 166 capsule contenenti Dna e ceneri di defunti (tra persone e animali domestici) che erano state lanciate in orbita per un volo commemorativo dalla società texana Celestis, pioniera nei servizi di sepoltura nello spazio.

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Navicella spaziale con le ceneri di 166 defunti (fra uomini e cani) va fuori orbita. Amabili resti nell’oceano (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Il carico si trovava a bordo della navetta ‘Mission Possible’ del produttore privato europeo The Exploration Company, partita per un volo di prova lo scorso 23 giugno dalla Vandenberg Space Force Base in California grazie alla missione condivisa Transporter-14 di SpaceX-

“La nostra navetta spaziale Mission Possible ha ottenuto un successo parziale”, osserva The Exploration Company in una nota su Linkedin.

Persa la comunicazione pochi minuti prima dell’ammaraggio

“La capsula è stata lanciata con successo, ha alimentato i payload nominalmente in orbita, si è stabilizzata dopo la separazione dal lanciatore, è rientrata e ha ristabilito la comunicazione dopo un blackout. Tuttavia, in base alle nostre attuali conoscenze, ha riscontrato un problema in seguito e abbiamo perso la comunicazione pochi minuti prima dell’ammaraggio”.

L’anomalia che si è verificata durante il rientro, probabilmente un guasto al sistema di paracadute, ha causato l’impatto del veicolo nell’Oceano Pacifico e la dispersione del suo contenuto in mare, comprese le 166 capsule con i resti di defunti lanciati in orbita per un ultimo saluto nel cosmo. La società Celestis ritiene di non poterle recuperare e comunica in una nota che offrirà supporto alle famiglie dei defunti.

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Autore
Blitz

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