NBA, fa festa OKC: i Thunder vincono il titolo, Indiana versa lacrime amare e Haliburton si rompe il tendine d'Achille
- Postato il 23 giugno 2025
- Di Virgilio.it
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Non è il finale che volevamo, ma è il finale che tutti si aspettavano: Oklahoma City Thunder sul trono dell’NBA, Indiana Pacers commoventi ma battuti dagli déi del basket e (giusto dirlo) anche da un pizzico di presunzione. Perché giocare sapendo di essere infortunati è sempre un azzardo, e Tyrese Haliburton ne è la riprova vivente: tre triple segnate nei primi 7’ di partita, poi uno scatto di troppo, il tendine d’Achille della gamba destra che cede e la fine dei sogni di gloria. Per quest’anno, ma anche per il prossimo. Un prezzo salatissimo da pagare e dal quale i Pacers a lungo andare dimostrano di non riuscire a riprendersi. Finisce 103-91 per i Thunder, i più forti durante tutta la stagione, per questo vincitori secondo logica.
- I Thunder accelerano nel terzo quarto e chiudono i giochi
- Gilgeous-Alexander nell'olimpo: la lega ha un nuovo padrone
- Sam Presti felice ma... umile: "Ci sarà tanto da lavorare"
- Indiana shock: quanto peserà l'infortunio di Haliburton?
I Thunder accelerano nel terzo quarto e chiudono i giochi
Una serie incerta e avvincente come poche ha visto prevalere semplicemente la squadra più “profonda”, che non a caso ha saputo variare e alternare meglio tutte le alternative di cui disponeva. Indiana ha dato l’anima: nonostante lo choc per l’infortunio di Haliburton ha chiuso il primo tempo in vantaggio per 48-47 (tripla nonsense di Nembhard a 3 secondi dall’intervallo), poi però nel terzo quarto è andata in tilt, concedendo 8 turnover (nessuno di OKC) e ritrovandosi in un attimo a inseguire ben oltre la doppia cifra di distanza.
È stato quello il momento che ha deciso le sorti della stagione: i Thunder, che per tutte le prime 6 partite avevano litigato con il tiro da tre, di colpo hanno infilato tre triple una dietro l’altra e hanno preso il largo, chiamati poi soltanto a gestire il lauto vantaggio nell’ultimo quarto di partita.
Anche perché i Pacers non ne avevano più: Mathurin con 24 punti ha provato a pagare la cauzione per tutti, ma semplicemente le forze (sia fisiche che mentali) hanno abbandonato i ragazzi di Carlisle. Anche se nulla cancellerà la straordinaria corsa play-off mandata a referto, segnata da rimonte impossibili e ribaltoni inattesi. Ma quel crack della gamba destra di Haliburton s’è rivelato essere una sentenza inappellabile.
Gilgeous-Alexander nell’olimpo: la lega ha un nuovo padrone
A far festa, insomma, è Oklahoma City. Trascinata dalle giocate di uno Shai Gilgeous-Alexander che s’è preso tutto: dopo l’MVP della stagione regolare e quello nelle Western Conference Finals (più l’inserimento nel primo quintetto stagionale), arriva anche l’ultimo sigillo, il titolo di MVP delle Finals (il Bill Russell Trophy), come solo tre giocatori nella storia hanno saputo fare: Kareem Abdul-Jabbar, Hakeem Olajuwon e naturalmente Michael Jordan (lui in 4 stagioni differenti, ma MJ era MJ…).
La sua serie di finale s’è chiusa con 30.3 punti di media a partita, 4.6 rimbalzi e 5.6 assist, con il 91.4% dalla lunetta (ha tirato 70 liberi: al di là delle polemiche, anche questo è stato un fattore) e una leadership nei momenti più caldi semplicemente debordante. Se davvero i giovani si identificano in questo canadese che non si da arie, ma pensa principalmente a giocare e a mettere in moto i compagni, qualcosa vorrà pur dire.
Tanto che le prime parole dopo aver ricevuto il premio di MVP sono state per quella che s’è dimostrata essere la sua spalla perfetta: “Senza Jalen Williams non saremmo mai arrivati a vincere. È stato determinante ed è un giocatore che capita una volta sola nella vita: questo premio è anche suo e questo titolo ci legherà per il resto della vita”.
Sam Presti felice ma… umile: “Ci sarà tanto da lavorare”
Il trionfo dei Thunder è anche soprattutto il trionfo di Sam Presti. L’uomo che ha saputo ricostruire dalle macerie di un decennio che prometteva tanto, ma che non aveva portato nulla. Presti ha avuto coraggio e pazienza, ma è stato ripagato forse più in fretta di quanto ci si potesse aspettare: OKC è soltanto all’inizio di un percorso che potrebbe durare ancora a lungo, perché di scelte da spendere ai prossimi Draft ne restano una marea e il salary cap ad oggi è tutto, fuorché ingessato. E ha dimostrato che i vari Williams, Holmgren e persino Dort (decisivo in gara 7, una volta che s’è visto “liberato” dall’impegno di dover marcare Haliburton) si sono rivelati scelte azzeccate.
[iol_placeholder type="social_twitter" url="https://x.com/NBA/status/1936980742388760915" profile_id="NBA" tweet_id="1936980742388760915"/]Ad oggi nessuna squadra nella lega vanta un avvenire luminoso quanto quello dei Thunder. “Dovremo però restare umili e continuare a lavorare: questo tiolo premia il grande lavoro fatto dalla città, che ha atteso tanto ma che ha fatto le cose perbene. Dovremo continuare a esserlo, altrimenti rischieremmo di disperdere tutto questo talento”. Parole pronunciate un’ora dopo aver vinto l’anello: se non è mentalità questa…
Indiana shock: quanto peserà l’infortunio di Haliburton?
E Indiana? L’infortunio shock di Haliburton getta un’ombra pesantissima non soltanto su questa serie, ma anche e soprattutto sulla prossima stagione. TJ McConnell al solito è stato ammirevole, ma contro questa versione di OKC non poteva bastare solo la sua immensa generosità.
[iol_placeholder type="social_twitter" url="https://x.com/TheHoopCentral/status/1936943707590418583" profile_id="TheHoopCentral" tweet_id="1936943707590418583"/]Così a Est s’è aperta una voragine: gli infortuni di Tatum e Haliburton consegnano una corsia preferenziale alle rivali, soprattutto New York e Cleveland (guarda a caso, due vittime dei Pacers in questa corsa play-off), e chissà se Indiana saprà risalire la corrente e tornare a far vedere quello che ha mostrato da gennaio a questa parte. “Tyrese è un giocatore straordinario, che ha messo sempre il gruppo davanti all’io. Sono orgoglioso dei valori che rappresenta e sono sicuro che tornerà più forte di prima”, ha detto coach Carlisle.
Ma la verità è che certi treni passano una volta sola, e Indiana potrebbe averlo perso quando sentiva già di essere salita in carrozza. A OKC invece la stazione è affollata come non mai: la festa è tutta a tinte azzurre.