‘Ndrangheta a Brescello, condannata la nipote del boss Grande Aracri

  • Postato il 14 ottobre 2025
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‘Ndrangheta a Brescello, condannata la nipote del boss Grande Aracri

Rosita Grande Aracri condannata a 7 anni e 4 mesi, la nipote del boss ritenuta la portavoce della cosca di Cutro a Brescello


CUTRO – Sette anni e 4 mesi di reclusione. Questa la condanna disposta dalla gup di Bologna Roberta Malavasi nei confronti di Rosita Grande Aracri, accusata di associazione mafiosa nel procedimento che vedeva imputati gli ex sindaci di Brescello Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini. I due ex sindaci del primo Comune emiliano sciolto per infiltrazioni mafiose erano stati prosciolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel troncone processuale celebrato col rito ordinario. Un altro gruppo di imputati ha preferito patteggiare la pena.

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LE ACCUSE

In particolare, la pm Antimafia Beatrice Ronchi aveva chiesto 8 anni nei confronti di Rosita Grande Aracri, poiché avrebbe partecipato alle riunioni della consorteria svolgendo il ruolo di portavoce del padre Francesco, condannato per mafia in via definitiva. Inoltre, ne avrebbe eseguito le direttive esercitando per un decennio il ruolo di prestanome nella titolarità della Eurogrande, in affari con la ‘ndrangheta e finanziata con risorse di provenienza ignota. La donna, sempre secondo l’accusa, avrebbe mantenuto i contatti tra la cellula emiliana del clan e la casa madre recandosi più volte nel bunker di famiglia di contrada Scarazze, a Cutro, nell’abitazione di suo zio, il boss ergastolano Nicolino Grande Aracri.

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