Nel 2024 il cuneo fiscale per i single sale al 47,1%: Italia quarta nell’Ocse. Ed è diciottesima per retribuzione netta
- Postato il 30 aprile 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo scorso anno in Italia il cuneo fiscale per un lavoratore medio, single e senza carichi familiari, ha toccato il 47,1% dello stipendio. È il quarto valore più alto nell’area Ocse. Si tratta di un dato superiore di 12 punti rispetto al 34,9% medio registrato nell’area nel 2024. Il dato emerge dal rapporto ‘Taxing wages‘ dell’organizzazione parigina, secondo cui si è registrato un aumento di 1,61 punti, il più significativo di tutti i Paesi Ocse. Come si spiega, visto che il governo Meloni ha confermato e via via irrobustito il taglio del cuneo avviato da Draghi? L’aumento, spiega il documento, è dovuto principalmente alla perdita di quel beneficio per i lavoratori con reddito medio che nel 2024 – prima che il meccanismo fosse rivisto con l’ultima legge di Bilancio – hanno superato la soglia limite di 35.000 euro.
Al primo posto per livello del cuneo, che misura il peso di imposte e contributi sul totale del costo del lavoro e quindi la distanza tra la spesa sostenuta dal datore e il netto che finisce in busta paga, si colloca il Belgio (52,5%), seguito dalla Germania (47,9%), dalla Francia (47,2%) e poi appunto dall’Italia. Che, stando alle tabelle Ocse, è il Paese in cui l’aliquota media della tassazione personale è aumentata di più rispetto al 2023: +7,5%. La retribuzione lorda sempre per un single senza figli nel frattempo è salita da 34.277 a 35.616 euro (+3,9%). In termini netti, si scende a 24.797 euro. La classifica con valori espressi in dollari a parità di potere di acquisto piazza l’Italia al diciottesimo posto su 38 Paesi, in discesa dal diciassettesimo dell’anno prima.
Tra 2023 e 2024, al netto delle imposte, i salari reali – quelli cioè che tengono conto dell’aumento dei prezzi – sono aumentati per la stessa tipologia di lavoratore del 2,7%, crescita che accomuna l’Italia ad altri 32 Paesi su 38 e va attribuita soprattutto al raffreddamento dell’inflazione. In contemporanea però anche il cuneo fiscale ha rialzato la testa, appunto: per un lavoratore single che percepisce un salario medio c’è stato un aumento in 20 Paesi su 38, in media di 0,05 punti percentuali in tutta l’Ocse, al 34,9%. Ora il cuneo varia dal 52,6% del Belgio allo 0% della Colombia, dove i lavoratori che percepiscono un salario medio non pagano l’imposta sul reddito ed effettuano pagamenti per la sicurezza sociale che non sono classificati come imposte.
La nuova analisi offre un confronto tra Paesi esaminando otto tipologie familiari tipo, che variano in base al livello di reddito e alla composizione del nucleo familiare. Le aliquote fiscali effettive per sette di queste otto tipologie di famiglie sono aumentate leggermente in media nei paesi Ocse nel 2024. Per ciascuna delle sette, il cuneo fiscale medio è ora tornato al livello del 2019, prima della pandemia. L’aumento dei contributi previdenziali è stato il fattore più comune alla base degli aumenti del cuneo fiscale nel 2024. Le famiglie con figli beneficiano di un netto più elevato a parità di reddito lordo, grazie a detrazioni e trasferimenti: a un genitore single con due figli per esempio resta in tasca oltre il 94% del reddito lordo. A una coppia con due redditi e due figli circa il 76% del lordo.
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