“Nella favola la principessa era un uomo”, i manifesti dei Pro Vita infiammano la polemica: “Rimuoveteli”
- Postato il 23 aprile 2025
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- Di Genova24
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Chiavari. Una nuova campagna di comunicazione nazionale della onlus Pro Vita & Famiglia sta infiammando la polemica politica nel Tigullio, dove sono comparsi alcuni manifesti pubblicitari che riportano volti di bambini e alcune frasi, che riporterebbero parole “sentite” all’interno degli istituti scolastici. Il tema, come più volte accaduto in passato, è quello del “gender” e della autodeterminazione della sessualità.
“E’ la nuova campagna nazionale di affissioni lanciata oggi da Pro Vita & Famiglia Onlus per chiedere una legge che impedisca lo svolgimento di qualsiasi progetto sulla fluidità di genere in aula, il consenso informato preventivo dei genitori su ogni attività sensibile, la possibilità per le famiglie di poter esonerare i propri figli dai corsi gender è infine lo Stop agli attivisti LGBTQ+ nelle scuole – si legge nel comunicato stampa diffuso in questi giorni da Gianrenato De Gaetani, referente di Pro Vita & Famiglia onlus per il Tigullio – Troppe volte queste attività sono usate come cavallo di Troia per introdurre l’ideologia gender nelle scuole all’insaputa delle famiglie”.
La campagna, partita anche a Santa Margherita, e a Rapallo, Zoagli, Chiavari e Lavagna “per sensibilizzare l’opinione pubblica e mobilitare i genitori”. L’iniziativa si affianca alla petizione popolare organizzata sempre dai Pro Vita dal titolo “Mio Figlio No. Scuole Libere dal Gender” e che secondo gli organizzatori è “già sottoscritta da quasi 30.000 cittadini, che chiede una legge chiara e vincolante: senza il consenso dei genitori nessuno può parlare di temi sensibili dentro la scuola”.
“Le frasi riportate sui manifesti si riferiscono a progetti gender realmente svolti nelle scuole senza che i genitori fossero informati e coinvolti – spiega Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus – Ogni giorno Pro Vita & Famiglia riceve segnalazioni da parte dei genitori di attivisti Lgbt, spesso travestiti da presunti “esperti”, che entrano nelle classi per parlare di transizione di genere, identità fluide, Carriera Alias e bagni neutri. Le scuole italiane si stanno trasformando in enormi campi di rieducazione ideologica di massa e questo avviene tramite la sistematica esclusione delle famiglie”.
A ribattere a queste dichiarazioni Davide Grillo, Impegno Comune: “Riteniamo questi messaggi ravemente offensivi e discriminatori, firmati da un’associazione nota per le sue campagne ideologiche contro i diritti civili, in particolare contro le persone LGBTIQ+ – scrive in una nota stampa – Abbiamo segnalato questi messaggi al Comune di Chiavari, chiedendo che vengano rimossi, in quanto potenzialmente in violazione dell’articolo 23, comma 4-bis del Codice della Strada, che vieta ogni forma di pubblicità che risulti lesiva della dignità delle persone e che contenga messaggi omotransfobici o discriminatori”.
Una richiesta che fa eco a quanto sta succedendo anche in altre parti del paese: “Diversi comuni, come ad esempio Roma, hanno rimosso questi cartelli a poche ore dall’apparizione – sottolinea Grillo – Ma il punto non è solo normativo. Il punto è etico e culturale. È ormai urgente introdurre, anche nelle nostre scuole, percorsi di educazione all’affettività, al rispetto reciproco e alla cittadinanza consapevole. Non si tratta di “indottrinare”, come qualcuno falsamente insinua, ma di costruire comunità sane, dove nessuno debba sentirsi escluso, giudicato o deriso per ciò che è. Chi semina odio nei confronti delle differenze contribuisce a una società più fragile, più spaventata e meno libera.
“Crediamo in una scuola che accompagna i ragazzi e le ragazze a crescere con strumenti di consapevolezza, empatia e spirito critico. Crediamo in una città che non tollera la discriminazione travestita da libertà d’espressione – conclude Grillo – Chi educa, non discrimina. Chi rispetta, non divide”