Nella Val di Rabbi c’è il piccolo paese in cui tutti ora vogliono vivere
- Postato il 8 settembre 2025
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- Di SiViaggia.it
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In un’epoca dominata da velocità e modernità, c’è ancora chi sceglie di rallentare e di guardare alle radici. Lo dimostra il grande interesse per il “bando anti-spopolamento” del Trentino: quasi trecento richieste in poche settimane per accedere al contributo provinciale – fino a 100 mila euro – pensato per riportare vita nei borghi e negli immobili dei comuni più fragili.
Case di montagna che rinascono, paesi che ritrovano la loro anima e vallate che sembravano destinate al silenzio tornano a popolarsi di voci. Tra le protagoniste di questo piccolo rinascimento alpino c’è la Val di Rabbi, una delle zone più appartate e autentiche delle Dolomiti, che con le sue trenta domande guida la rinascita. E la partita è solo all’inizio perché in autunno si apre il secondo round: “Siamo contenti, vuol dire che c’è fermento”, ha commentato il sindaco Lorenzo Cicolini al Corriere della Sera.
La rinascita della Val di Rabbi
In passato, la Val di Rabbi era una valle viva e popolata, con oltre duemila abitanti tra gli anni Trenta e Cinquanta. Poi arrivarono i decenni della modernità, il richiamo delle città, il lavoro altrove: nel giro di pochi anni la valle perse quasi metà dei suoi residenti.
Nel 1991 erano rimasti meno di 1.500 abitanti e da allora il calo demografico è proseguito lentamente, in linea con quanto accade in gran parte d’Italia. Oggi, però, qualcosa sembra muoversi nella direzione opposta.
Alla prima finestra del bando provinciale contro lo spopolamento sono arrivate 291 richieste, di cui ben 30 provenienti proprio da questa valle appartata. “Un segnale di vitalità”, sottolinea il sindaco Lorenzo Cicolini al Corriere della Sera, ricordando che due terzi delle domande arrivano da residenti. E non è finita: a novembre si aprirà un nuovo round e l’entusiasmo non accenna a diminuire grazie all’atmosfera di autenticità offerta dalla valle.
Perché vivere qui è diventato il sogno di molti
Sono diversi i motivi per cui la Val di Rabbi sta avendo così tanto successo. Non è più un luogo isolato come un tempo grazie alla vicinanza con la Val di Sole, cuore pulsante dell’economia locale, che garantisce opportunità di lavoro senza obbligare le persone a emigrare. Anche Trento non è così lontana, distante appena un’ora di auto.
Il vero valore aggiunto di questa valle, però, è un altro: non ha mai ceduto alla corsa agli impianti di risalita, né al turismo di massa, preservando un paesaggio alpino intatto e autentico. Una scelta non casuale, ma frutto di precise decisioni politiche e comunitarie: niente serre, pali di cemento o distese di meleti intensivi, così l’armonia dei prati rimane intatta e l’identità della valle ben riconoscibile.
Anche l’accesso al Parco Nazionale dello Stelvio è regolato, per evitare affollamenti e proteggere l’ambiente. Un equilibrio delicato che oggi fa della Val di Rabbi non solo un rifugio, ma un modello: un luogo dove servizi, qualità della vita e sviluppo economico si intrecciano, restituendo il sogno di abitare la montagna senza rinunciare al futuro.