Nessuna traccia di indignazione per i massacri di Hamas a Gaza
- Postato il 24 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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Nessuna traccia di indignazione per i massacri di Hamas a Gaza
Al direttore - L’antica amicizia con Umberto Ranieri mi impone di esporre ai lettori del Foglio le ragioni del mio parziale disaccordo rispetto alle sue dichiarazioni di ieri a Francesco Palmieri. Non credo, infatti, possa imputarsi a Roberto Fico il fatto che la sua candidatura per il centrosinistra sia stata il risultato di un accordo tra le forze politiche invece che di primarie, vista che questa, giusta o sbagliata, è stata la scelta fatta per tutte le elezioni regionali nell’attuale tornata. D’altra parte, ogni alleanza comporta concessioni reciproche, anche verso forze e candidati con cui in passato vi sono stati scontri e conflitti. E sono convinto che anche chi proviene da una cultura riformista debba guardare senza preconcetti alla possibilità di estendere le concrete esperienze di governo locale e regionale insieme a esponenti di un movimento politico nato come antisistema, ma ormai da tempo protagonista della vita parlamentare e di governo. A maggior ragione se il candidato alla guida della regione ha svolto per dieci anni, prima come presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai e poi al vertice di Montecitorio, funzioni di garanzia istituzionale. Per il voto in Campania anche il centrodestra ha messo in capo candidature di primo piano, con il viceministro degli Esteri per la presidenza e l’ex ministro della Cultura come capolista per il partito di maggioranza relativa, così confermando che quella per la regione sarà una sfida vera e aperta. Per questo è bene – e qui concordo con Umberto – che il confronto politico e il dibattito pubblico si concentrino – senza personalismi e senza spocchie ideologiche da parte di nessuno – sul merito delle proposte per il futuro della Campania e del Mezzogiorno, su cosa salvaguardare e portare avanti dell’esperienza di governo che si sta concludendo dopo dieci anni anche di importanti risultati e di largo consenso, e su quali aspetti introdurre invece necessari elementi di rinnovamento e di discontinuità.
Giulio Napolitano
Al direttore - L’articolo oggi pubblicato sul Suo giornale, dal titolo “Perché l’indagine di Roma contro Bartolozzi non è affatto un ‘atto dovuto’, a firma di Ermes Antonucci, a prescindere da svariate inesattezze ed errori giuridici, contiene una clamorosa falsità che meriterebbe altre iniziative, trattandosi di affermazione quanto meno diffamatoria. Invero, l’articolista scrive che “come verificato dal Foglio, non esiste nessun altro atto inviato dal Tribunale dei ministri alla procura di Roma in cui si chiede di indagare Bartolozzi”. La notizia è totalmente destituita di fondamento, in quanto quest’Ufficio ha proceduto all’iscrizione della dott.ssa Bartolozzi nel Registro Notizie di Reato a seguito di specifica nota del Tribunale dei ministri in data 1 agosto 2025, inviata ai sensi dell’art. 331 c.p.p. (che prevede obbligo di denuncia del pubblico ufficiale in presenza di un reato). Non si comprende dunque, a prescindere dall’erroneità della notizia, quale “verifica” abbia effettuato il giornalista, posto che si tratta di una notizia “inventata” che contrasta con gli atti che sono stati altresì inviati al Parlamento. Una tale falsità, con l’aggravante di una dichiarata (ma inesistente) “verifica”, squalifica chi l’ha scritta – seppure nel solco delle ormai innumerevoli inesattezze, falsità e calunnie espresse in varie sedi nei miei confronti – ma squalifica anche la testata da Lei diretta. La prego di pubblicare unitamente alla versione integrale della presente e resto in attesa delle scuse quanto meno dell’articolista.
Il mio più cordiale saluto.
Francesco Lo Voi
Risponde Ermes Antonucci. Gentile procuratore, prendo atto dell’errore e me ne scuso, al contempo precisando di non aver di certo perseguito alcun intento diffamatorio. Ho invece riposto fiducia in una fonte ritenuta attendibile (e nella fattispecie lo era particolarmente) ma che, prendo atto, avrebbe dovuto essere ulteriormente verificata.
Al direttore - Hamas, dopo aver usato i civili come scudi umani, ora sta giustiziando senza se e senza ma quei palestinesi non allineati, davanti alla quasi totale indifferenza. Nessun interesse per loro. Perfino i gerarchi nazisti hanno avuto un processo, i palestinesi contrari a Hamas non ne hanno diritto.
Elisabetta Cimadomo
Il futuro dei palestinesi, ai pro Pal più esagitati, interessa meno della nazificazione di Israele. E l’algoritmo dell’indignazione, che è intermittente, in fondo aspetta solo di trovare una nuova ragione per illuminarsi contro Israele, e se ne sbatte di accendersi per mettere contro Hamas la stessa forza messa in questi mesi in campo contro Netanyahu.
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