Nicolas Sarkozy, l’ex presidente francese in carcere mano nella mano con Carla Bruni

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Sic transit gloria mundi. Si addice molto bene la celebre locuzione latina all’ex Presidente francese Nicolas Sarkozy, per il quale è infine arrivato il giorno dell’ingresso nella prigione parigina di La Santé. Nelle prime ore del mattino l’ex Presidente è stato fotografato mentre lasciava la sua abitazione, in compagnia della moglie Carla Bruni, per recarsi in carcere, dove secondo l’agenzia Afp sarebbe stato accolto dalle grida dei detenuti: «C’è il presidente», «Benvenuto».

Finisce quindi nel peggiore dei modi la carriera politica dell’ex Presidente francese, che ricoprì la carica dal 2007 al 2012, ricordato in Italia principalmente per la risatina di cattivo gusto che condivise con l’allora Cancelliere tedesco Angela Merkel a una domanda relativa alla crisi del debito italiana del 2011, crisi che portò alla caduta del governo Berlusconi e alla nomina di Mario Monti a premier. Probabilmente oggi a sorridere da lassù è i Cavaliere.

I motivi dell’incarcerazione

La condanna che ha portato Sarkozy a diventare il primo ex Presidente della Repubblica francese a varcare i cancelli di un carcere è un’accusa di associazione a delinquere attraverso la quale l’ex Presidente avrebbe ricevuto fondi dalla Libia del colonnello Mu’ammar Gheddafi per la campagna elettorale del 2007.

Il 25 settembre 2025, il tribunale di Parigi ha inflitto all’ex capo dell’Eliseo una pena di cinque anni di reclusione per associazione a delinquere, una condanna accompagnata da una multa di 100mila euro e dal divieto di ricoprire cariche pubbliche per cinque anni.​

Secondo l’inchiesta, avviata nel 2013 dopo anni di indagini, Sarkozy avrebbe stretto un patto di corruzione con il regime libico già nel 2005, due anni prima della corsa presidenziale. Al centro dello scandalo vi sarebbe una somma di circa 50 milioni di euro provenienti direttamente dalle casse di Tripoli, cifra che supera di oltre il doppio il limite legale di 21 milioni di euro previsto dalla legislazione francese per le campagne elettorali.​

Il tribunale ha ritenuto che Sarkozy abbia «permesso che i suoi stretti collaboratori agissero al fine di ottenere sostegni finanziari» dal regime di Gheddafi. La presidente del tribunale, Nathalie Gavarino, ha sottolineato che i suoi uomini di fiducia avrebbero agito «in suo nome e sotto la sua autorità».​

Paradossalmente, Sarkozy è stato assolto dalle accuse più gravi di corruzione passiva, appropriazione indebita di fondi pubblici libici e finanziamento illegale della campagna elettorale, poiché i pubblici ministeri non sono riusciti a dimostrare che il denaro libico sia effettivamente confluito nelle casse della sua campagna.

Il 19 marzo 2011, la Francia fu la prima nazione a lanciare gli attacchi sulle truppe libiche di Gheddafi nell’ambito dell’operazione della Nato che portò infine al rovesciamento e all’uccisione del colonnello, con il conseguente caos che persiste tutt’ora nella nazione nordafricana.​

Il messaggio social e l’ingresso in carcere

Il tribunale ha ordinato un “mandat de depot”, ovvero la carcerazione con effetto immediato, una misura che si applica anche in caso di ricorso secondo la legge francese. Ricorso che peraltro già presentato da Sarkozy, con il processo d’appello che è stato fissato per marzo 2026.

Tuttavia, a differenza di quanto accade normalmente nei sistemi giudiziari europei, il ricorso non sospende l’esecuzione della pena.​

Nel tragitto dalla sua abitazione al carcere, Sarkozy ha postato un messaggio su X, ribadendo la propria innocenza: «Questa mattina non mettono in carcere un ex Presidente della Repubblica, ma un innocente». Nel messaggio, l’ex presidente ha promesso di continuare a «denunciare questo scandalo giudiziario, questo calvario che subisco da oltre 10 anni».​

Secondo quanto riferito dai suoi legali, Sarkozy sarà detenuto in isolamento per ragioni di sicurezza. L’avvocato Jean-Michel Darrois ha spiegato: «Si è preparato mentalmente, porterà con sé dei maglioni, perché in prigione fa freddo, e dei tappi per le orecchie, perché c’è molto rumore».

L’ex presidente avrebbe scelto di portare con sé tre libri, tra cui Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas e Vita di Gesù di Jean-Christian Petitfils, oltre a dieci fotografie di famiglia, il massimo consentito.​

Sarkozy verrà detenuto nel “braccio dei vulnerabili”, la zona della prigione dove vanno per lo più i vip condannati, soprattutto i politici. Per lui è stata riservata una stanza privata: una cella di undici metri quadrati con una finestra sigillata.​

Avvocati al lavoro per pene alternative

I suoi avvocati presenteranno una domanda di libertà condizionata «in tempi brevissimi». L’avvocato Christophe Ingrain ha dichiarato che non esista «alcun motivo per cui la Corte d’Appello debba rifiutare questa scarcerazione, ma c’è incertezza giuridica e la affronteremo».

«Non ci sarà alcun trattamento preferenziale;la sua richiesta sarà esaminata entro i tempi medi, che sono di un mese. In ogni caso, Nicolas Sarkozy trascorrerà dalle tre settimane a un mese in detenzione prima che la Corte d’Appello si pronunci», ha concluso l’avvocato.

Data la sua età, Sarkozy non dovrà quindi attendere metà della pena come accade per i detenuti più giovani. L’adeguamento della pena potrebbe tradursi in misure alternative come la detenzione domiciliare con braccialetto elettronico.​

Autore
Panorama

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