Ninive riemerge dal passato: la scoperta che svela nuovi tesori dello splendore assiro

  • Postato il 8 ottobre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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In quella che fu la città di Ninive, nel cuore dell’antica Mesopotamia, gli archeologi hanno riportato alla luce tesori preziosi che testimoniano ancora oggi l’antico splendore assiro: si tratta di statue di leggendari tori alati e straordinari bassorilievi che decoravano un importante palazzo reale vicino all’attuale Mosul, in Iraq.

Una scoperta che conferma il sito come uno dei più straordinari dell’archeologia mediorientale e che permette di scrivere nuove pagine della storia relativa a quella parte di mondo che fu la culla della civiltà.

Cosa è stato scoperto su Ninive

Durante recenti scavi condotti dalla missione archeologica tedesca dell’Università di Heidelberg, in collaborazione con archeologi iracheni, gli studiosi hanno individuato 15 colossali Lamassu: leggendari tori alati con volto umano (con corpo di toro e ali d’aquila) che simboleggiavano forza, rapidità e intelligenza. Di questi, 12 sono ancora in posizione originaria.

Si ritiene che vennero scolpiti tra il regno di Sennacherib (704-681 a.C.) e quello di Assurbanipal (669-626 a.C.), che insieme a Esarhaddon (680-669 a.C.) furono i più grandi re assiri e trasformarono Ninive in una vasta metropoli con numerosi palazzi, templi e giardini che incantavano gli antichi visitatori.

Queste imponenti statue scolpite nella pietra, simbolo di forza e protezione divina, sorvegliavano gli ingressi del palazzo reale assiro di Tell Nabi Yunus: erano guardiani di pietra che rappresentavano la soglia tra il mondo umano e quello degli dei. Il complesso archeologico in cui è stata fatta la scoperta comprende anche la Moschea del Profeta Giona.

Insieme alle statue, sono emersi frammenti di bassorilievi finemente decorati che raffigurano processioni, battaglie e rituali religiosi: opere d’arte finemente scolpite che decoravano la sala del trono e servivano anche come strumenti di propaganda visiva per celebrare la potenza dei re assiri.

Queste scoperte si aggiungono al colossale toro alato assiro già scoperto a settembre 2025 nello stesso antico sito di Tell Nabi Yunus: è il più grande di sempre con i suoi sei metri di altezza.

Perché è una scoperta importante

Queste scoperte gettano nuova luce su una delle civiltà più potenti dell’antichità, offrendo informazioni cruciali sull’arte, la religione e l’architettura dell’impero neo-assiro.

Secondo il dott. Markus Feldmann, capo missione di Heidelberg, i rilievi appena trovati “potrebbero colmare lacune decisive nella nostra comprensione dello sviluppo artistico tardo assiro” e, insieme ai Lamassu, aiutano a riscrivere la storia dello splendore architettonico e delle credenze spirituali della più potente civiltà della Mesopotamia.

A rendere eccezionale questa scoperta, inoltre, non è solo il numero di Lamassu riportati alla luce, ma anche la diversità tecnica della loro costruzione: alcuni risultano scolpiti da un’unica pietra monolitica, mentre altri furono assemblati da più sezioni, una pratica insolita nell’architettura tardo-assira. Questo suggerisce che fosse avvenuta un’evoluzione nelle tecniche artistiche e un cambiamento nelle tradizioni costruttive dei palazzi durante la fine del VII secolo a.C.

Oltre al valore scientifico, il ritrovamento ha un forte significato simbolico: Ninive, un tempo la città più grande del mondo, torna a far sentire la sua voce millenaria, dopo anni di conflitti e distruzioni che hanno minacciato il patrimonio culturale dell’Iraq.

Ninive, la città che continua a parlare al mondo

Affacciata sul Tigri, nei pressi dell’odierna Mosul, Ninive era il cuore pulsante dell’Impero Assiro, un luogo di maestosità architettonica e potere divino. Oggi, grazie all’ambizioso progetto di collaborazione tra archeologi iracheni e internazionali, le sue rovine tornano a raccontare una storia fatta di arte, spiritualità e resilienza.

“Le scoperte di Tell Nabi Yunus ricordano al mondo che l’Iraq rimane il cuore dell’antica civiltà – ha affermato il presidente Shalgham -. Ogni pietra portata alla luce qui racconta la storia delle prime città, dei primi re e dei primi dei dell’umanità”.

Ogni Lamassu e bassorilievo riportato alla luce, infatti, è una voce che riaffiora dal passato e una testimonianza che ricorda a tutti noi che, anche dopo tremila anni, le civiltà perdute possono ancora sorprenderci.

Autore
SiViaggia.it

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