No al piano di riarmo europeo, respinte due mozioni in Consiglio regionale
- Postato il 3 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Con 9 voti a favore (minoranza) e 16 contrari è stata respinta in Consiglio regionale la mozione 15, presentata da Selena Candia (Avs), che impegnava la Giunta a rappresentare al Governo, al Parlamento e Anci, le seguenti posizioni: l’Italia e UE devono promuovere soluzioni diplomatiche per favorire il processo di pace in Ucraina e la riduzione delle spese militari globali; i parlamentari italiani devono respingere ogni ulteriore aumento del budget della difesa; che tali risorse siano riorientate alla tutela di lavoro, ambiente, sanità, scuola welfare; promuovere il disarmo e ripristinare il trattato di messa al bando degli euromissili.
E Stefano Giordano, capogruppo regionale del M5S e primo proponente di un’altra mozione votata oggi in aula e respinta (con 9 voti a favore della minoranza e 16 contrari della maggioranza), sottolinea: “La destra ligure oggi ha, per l’ennesima volta, contraddetto sé stessa: votando no alla mozione M5S per la non prosecuzione nel sostegno del piano di riarmo europeo “ReArm Europe/Readiness 2030″, la maggioranza ha chiaramente dimostrato di non essere realmente dalla parte dell’aggredito. Non lo è stata ieri, non lo è oggi e non lo sarà nemmeno domani perché chiunque abbia studiato e sia dotato di un minimo di buon senso sa che le armi non portano pace. Sa che quando si investe in armamenti, a pagare sarà quasi sempre un innocente inerme”.
“Il genocidio che si sta consumando a Gaza ne è la prova provata: oltre 60.000 morti, tra cui migliaia di bambini, meritano una politica capace di fermarsi e interrogarsi sull’inopportunità della corsa al riarmo”.
“Peccato. Per la destra, oggi, è l’ennesima occasione sprecata. Rammarica che la destra abbia scelto, ancora una volta, di eseguire pedissequamente gli ordini dei propri leader nazionali senza porsi una doverosa questione morale che noi ci poniamo da anni. Una questione portata in piazza dal M5S lo scorso 5 aprile a Roma con almeno 120.000 manifestanti capaci di metterci la faccia per dire convintamente NO al riarmo chiedendo al contempo di destinare quegli 800 miliardi di euro a sanità, scuole, lavoro, ambiente, beni pubblici. Una questione che ribadiremo il 7 giugno alla manifestazione romana per chiedere che si fermi il massacro del popolo palestinese. Un genocidio che peserà sulle coscienze di chi non ha voluto fermare questa folle corsa al riarmo”.
Nel dibattito sulle mozioni, trattate congiuntamente, sono intervenuti prima del voto Gianni Pastorino (Andrea Orlando presidente), Davide Natale (Pd), Simone D’Angelo (Pd), Lilli Lauro (FdI) e Gianmarco Medusei (FdI).