Nobel per la Pace, schiaffo a Trump. Oslo nega il premio al presidente Usa

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Niente da fare. Alla fine, Donald Trump non ha ricevuto l’agognato Nobel per la pace. D’altronde, che le speranze concrete per lui fossero poche era emerso già negli scorsi giorni. Il Norwegian Nobel Institute aveva infatti messo le mani avanti, dichiarando che “l’ultima riunione del Comitato per il Nobel si era tenuta lunedì”: vale a dire prima che fosse raggiunto l’accordo diplomatico tra Israele e Hamas.

Insomma, sembrerebbe che il presidente americano non abbia ricevuto il premio per una questione di tempistica. La Cnn, dal canto suo, ha invece riferito di preoccupazioni per quanto riguarda gli attacchi militari, recentemente ordinati dall’amministrazione Trump, contro le imbarcazioni di narcotrafficanti in area caraibica. La domanda che sorge è se tali motivazioni possano essere caratterizzate da effettiva buona fede. Da questo punto di vista, qualche dubbio onestamente viene.

Cominciamo dalla questione della tempistica. Ammettiamo pure che l’assegnazione del Nobel fosse stata decisa in via definitiva prima dell’intesa tra Israele e Hamas. Questo non toglierebbe comunque che Trump, da quando è tornato alla Casa Bianca, ha ottenuto altri successi diplomatici, come l’accordo di pace tra Repubblica democratica del Congo e quello tra Armenia e Azerbaigian. Non solo. L’attuale Casa Bianca è stata decisiva anche per porre fine, lo scorso giugno, alla guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran. Senza poi trascurare gli Accordi di Abramo che Trump aveva mediato nel 2020. Insomma, materiale per un Nobel alla fine, forse, ci sarebbe stato.   

Per quanto riguarda l’obiezione relativa agli attacchi militari nei Caraibi, va ricordato che Henry Kissinger ottenne il Nobel nel 1973 per gli Accordi di Parigi: quello stesso Kissinger che era tuttavia stato tra i principali ideatori della campagna militare statunitense contro la Cambogia. E che dire del famoso Nobel per la Pace conferito a Barack Obama nell’ottobre del 2009, quando, cioè, non aveva ancora terminato il primo anno del suo primo mandato? Si trattò di un premio dato sulla fiducia: fiducia che, alla fine, non si rivelò granché ben riposta. L’allora presidente americano sarebbe poi intervenuto militarmente in Libia nel 2011 e in Siria nel 2014. Senza poi dimenticare i suoi bombardamenti sullo Yemen.  

Insomma, il sospetto che ci sia stata una disparità di trattamento, onestamente viene.

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Panorama

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